Capitolo XLIX - Ragazzi normali

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Hermione ritornò al Ministero, dato che aveva comunque tutto un pomeriggio lavorativo davanti a sè; non era davvero arrabbiata, anzi poteva dirsi lusingata dell'impegno con cui Draco aveva spianato il campo per la sua conquista, ma l'idea di mantenere il puntiglio dell'innamorata sdegnosa le piaceva abbastanza. Sapeva che lui avrebbe cercato in tutti i modi di rifilarle una sua versione riveduta e corretta della cosa e convincerla a soprassedere, e dopo lunghi e tormentosi minuti di finta indecisione gli avrebbe alfine concesso il suo perdono in via del tutto eccezionale. E poi, ovviamente, avrebbero sancito la pace nel modo più piacevole possibile.
Sorridendo per quella malizia nuova che ormai si faceva sempre più presente nella sua testa, si diresse verso il suo ufficio e quasi andò a scontrarsi con la solita saltellante e trasognata Luna, uno sbuffo di terriccio sul naso e due orrendi orecchini a forma di cupcake.
- Ciao Hermione! - la salutò, tentando di pulirsi il viso con l'avambraccio ed invece sporcandosi ancora di più. - Come va?
La ragazza rise e le porse un fazzoletto.
- Bene, benissimo, grazie. Tu?
- Oh, bene, bene. Io e Neville stiamo studiando le proprietà di quei fiorellini, a quanto pare hanno un ottimo effetto rilassante... chissà, magari tornano utili per tenere lontani i Nargilli, sai, quelli sono piuttosto agitati...
- Fammi sapere, allora - le sorrise, ormai abituata alle sue stranezze.
- Tu che mi dici? Con Draco va tutto a gonfie vele?
Hermione arrossì leggermente, gioendo per la semplicità con cui l'amica ne stava parlando, gustandosela come il boccone più delizioso.
- Sì, tutto a posto. Ormai... ormai ogni problema è risolto. Possiamo... possiamo provarci, adesso. Anche se.... - si interruppe, confusa.
- Se?
- Oh...beh, sai.... è... un po' complicato, in generale.
- Come complicato?
- Ecco... siamo molto diversi e... beh, ugualmente testardi e convinti di avere sempre ragione, un po' acidi e orgogliosi. Non... non è un mix semplice da gestire.
- Non ho capito, siete diversi o simili?
Hermione aprì la bocca per rispondere, ma si accorse di non sapere come farlo. Sorprendentemente, con una certa dose di panico, si rese conto di non avere una risposta per la prima volta in vita sua.
- Diversamente simili? - scherzò per trarsi d'impaccio. Luna invece annuì compunta, come se la ritenesse una replica logica e sensata.
- Sì, direi che è una buona definizione.
Hermione rise di gusto e le strinse affettuosamente un polso, avvicinandosi di più.
- Se lo dici tu mi fido, Luna. Ci sto provando, voglio che tutto vada bene. Certo, ogni tanto il mio cervello mi urla che sono davvero una pazza sconsiderata, ma...
- Tesoro - la fermò la bionda con tono serio, accarezzandole la guancia. - Quando parla il cuore non sta bene che la ragione trovi da obiettare.*
Poi le fece un occhiolino augurandole un buon lavoro e se ne andò, sempre saltellando con quella sua buffa grazia da bambolina. Hermione rimase qualche secondo impalata, colpita dalle ultime parole che le aveva rivolto e si ritrovò a pensare, non per la prima volta, che sicuramente Luna a dispetto delle apparenze possedeva un'intelligenza ed una sensibilità che lei non avrebbe mai compreso fino in fondo.

***


Tre giorni dopo, chiusa nel suo ufficio, Hermione stava tentando disperatamente di chiudere un caso di condono edilizio che le stava facendo perdere i gangheri da mesi ormai. Mentre trafficava tra faldoni e fascicoli qualcuno bussò alla sua porta.
- Avanti! - sbuffò, con tono palesemente scocciato.
- Ehi! È questa la maniera di accogliermi?
Sorrise automaticamente senza neanche voltarsi, riconoscendo la voce. Difatti, poco dopo due mani grandi le circondarono la vita, congiungendosi sulla sua pancia, ed un bacio morbido le accarezzò la nuca. Sarebbe bastato solo quel piccolo gesto a farla innamorare ogni volta di più, come se fosse umanamente possibile provare un sentimento più forte di quello che già provava.
- Ciao - gli sussurrò, girando il viso per baciarlo.
- Che fai?
- Sistemo una magagna. Tu?
- Mi annoiavo.
- E sei venuto ad infastidire me. Ma non sarebbe ora che ti trovassi un lavoro? Sei uno sfaticato!
- Sono benestante, è diverso - sospirò Draco, annoiato.
- I soldi non durano per sempre.
- Se sapessi quanti sono non lo diresti. E comunque sono un affermato pozionista privato, quindi non ozio tutto il giorno.
- Affermato? - lo insolentì, beccandosi un pizzicotto nel fianco; sbuffò, mezza divertita e mezza scocciata, e si allontanò per sistemare alcuni fogli.
- In realtà sono venuto per questa - disse lui, poggiando sulla scrivania una busta bianca. La ragazza la guardò un attimo e poi lo fissò, corrucciata.
- Leggila - la esortò serio, sedendosi in una poltrona. Hermione allungò una mano e si appollaiò nell'angolo del piano, mentre la apriva.


Hermione, Draco,
vi scrivo queste poche righe sperando che vi trovino in perfetta salute e sereni. So che suona ipocrita detto da parte mia, così come certamente vi sembrerà vigliacco e misero un foglio ripiegato, ma non avrei saputo come fronteggiarvi, né l'avrei voluto... per preservare quel poco di dignità che mi resta, o di orgoglio, chiamatelo come volete. La mia unica intenzione è scusarmi con entrambi per le preoccupazioni, la paura ed il dolore che vi ho arrecato. Ne ho subito parecchio anch'io e non credo che lo meritassi, ma questo non era un buon motivo per impelagarmi e coinvolgervi in un tale guaio. Ora sono all'estero e ci resterò per parecchio tempo, perciò non rappresenterò, nè voglio rappresentare, più niente per voi... certo, magari sarò un brutto ricordo di una brutta persona, ma me la sono andata a cercare. Sperando di risultare ancora minimamente credibile, vi auguro di tutto cuore di essere felici insieme.
Draco, sii sempre sincero ed aperto, non celarle nulla, nel bene e nel male. Abbi coraggio nelle tue convinzioni e fede nella vostra unione.
Hermione, non credo che tu abbia piena coscienza di quanto profondo e reale sia il suo sentimento nei tuoi confronti. Io, che l'ho guardato con gli occhi lacerati e sconfitti di chi sa di non esserne l'oggetto, posso assicurartelo: probabilmente nessuno ti amerà mai quanto lui. A te sta insegnargli come: io non ne sono stata capace.
Con i migliori auguri

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