Ron non riusciva ad odiare Astoria. Più la guardava, più... la capiva, in un certo senso.
Non che non fosse arrabbiato. Accidenti, la sua migliore amica era in serio pericolo, nelle mani di un vampiro pazzoide con manie di onnipotenza assetato di sangue che chissà che orrende intenzioni aveva, ed era stata proprio lei a spingercela! Qualsiasi cosa fosse successa per portarla ad agire in maniera tanto sconsiderata, Hermione non se lo meritava. Nessuno, nemmeno il nemico più odiato, meritava una sorte così mostruosa... come aveva anche solo potuto pensare di architettare un piano così contorto e complesso, pieno di rischi? Ron non sarebbe arrivato a macchinare una cosa tanto arzigogolata nemmeno impegnandosi con tutto se stesso.
Le si avvicinò con cautela, girando l'altra sedia verso di lei per poterle stare di fronte. Dopo che la sorella era uscita Astoria era rimasta qualche secondo in terra, gli occhi sbarrati ed un preoccupante colorito terreo, scioccata da quelle parole così feroci e definitive; gli aveva fatto così tanta pena da spingerlo automaticamente a piegarsi per aiutarla ad alzarsi. Forse notando la manovra e detestando di essere compatita, la ragazza si era sollevata di scatto ed era tornata seduta composta, sistemando i lunghi capelli ed asciungandosi le guance con dignitosa compostezza. Adesso era zitta, dritta e fiera, e si fissava le mani con ostinazione, forse troppo vergognosa per sollevare lo sguardo. In ogni caso era un quadro di singolare, scomoda, ambivalente bellezza: la colpevole che attende con fierezza, e non a capo chino, di essere condannata. Una Maria Stuarda moderna, affascinante e terribile al tempo stesso.
Sì, Ron la capiva. Più di quanto si aspettasse. Non era stupido, aveva intuito come stavano le cose: se si era accanita con così tanta ostinazione e ferocia contro Hermione, essendo stata la donna di Malfoy, ovviamente doveva essere successo qualcosa tra Hermione e Malfoy. Le domande correlate lo riempivano di strani sentimenti mescolati e scomodi: fastidio, rabbia, gelosia, dispiacere, confusione, delusione, sfiducia. Quando era successo, questo qualcosa? Da quanto tempo andava avanti, con quanta intensità? Era collegato al fatto che la ragazza avesse rotto con lui e col periodo di depressione che aveva vissuto? Ma se era stata tanto male, come aveva fatto a tornare a frequentarlo? Malfoy le aveva forse prese in giro entrambe?
In ogni caso, Ron aveva imparato ad essere onesto con se stesso: la sua personale esperienza di vita gli aveva insegnato che la cosa più pericolosa da fare è mentirsi. Raccontandosi menzogne sul fatto di sentirsi l'eterno secondo, sulla sua bravura a Quidditch, sulla sua cotta per Hermione, sul suo sconforto e sui suoi dubbi era quasi riuscito a spezzare l'amicizia con Harry all'epoca della ricerca degli Horcrux, ed era stata una lezione impartita con molta severità che aveva appreso e di cui aveva fatto tesoro. Perciò, pur essendo una verità scomoda, dovette mettersi nei panni della ragazza e rispondersi onestamente: nel caso in cui i due avessero iniziato a frequentarsi quando lui ed Hermione stavano ancora insieme e fosse stato lui a scoprirlo, come avrebbe reagito? Non avrebbe forse cercato di farla pagare a Malfoy? Non avrebbe provato a mandarlo ad Azkaban, a fargli sequestrate tutti i suoi averi, a gettarlo sul lastrico per vederlo implorare pietà come un cane, e prendersi finalmente la giusta soddisfazione per quell'ennesima, gravissima stilettata più anni di angherie, sberleffi e tormenti? Sì, probabilmente ci avrebbe perlomeno fatto un consistente pensierino. Perchè a nessuno fa piacere sapere di essere stato preso in giro, a nessuno fa piacere rendersi conto di aver donato il proprio cuore e la propria devozione a qualcuno a cui questo dono non interessa più di tanto, e soprattutto a nessuno fa piacere che una mancanza di rispetto resti impunita. Quel che varia, nelle persone, è solo il modo in cui si pretendono le scuse. Perciò prese un bel respiro e le si sedette di fronte, porgendole un bicchiere d'acqua e una scatola di kleenex. La ragazza bevve piano, ringraziandolo con un piccolo cenno del capo, ma non lo guardò.
- Posso chiamarti Astoria? - le chiese, tentando di sembrare pacato e imparziale. Lei annuì.
- Bene, Astoria. Ho bisogno che tu mi spieghi cosa è successo, dall'inizio. Io... senti, non voglio essere indisponente nè aggressivo e non voglio nemmeno giocare a fare l'Auror buono e comprensivo che ti salverà dalla punizione che ti spetta. Quello che voglio farti capire è che... ti conviene essere sincera, per te stessa ma anche, e soprattutto, per la ragazza che ha solo qualche anno più di te, che ama , studiare, cantare e passeggiare come te, e che in questo momento sta rischiando la vita. Questo risentimento ti ha solo danneggiata, lo vedi da sola. Evita almeno ti tenerti questo peso sulla coscienza, ed aiutaci.
Due grosse lacrime scivolarono lungo le gote arrossate della giovane, che deglutì e prese un respiro profondo.
- Io... circa... circa un mese fa ho s-scoperto che Draco era innamorato della Granger. Non sono amanti, non si vedevano da anni, si erano frequentati solo pochi mesi durante l'ultimo anno di scuola, ma lui ne era rimasto pazzamente, pazzamente innamorato. E io... io... va be', questo non ha importanza.
- Cosa? - le chiese Ron, non per curiosità ma perchè capiva che la ragazza aveva bisogno di estirparsi quel grumo di delusione e pena radicatosi nel petto.
- Io... io mi... mi sono sentita così.... umiliata - sussurrò appena, mentre le lacrime sgorgavano senza sosta dai suoi occhi - io... io lo amo da... fin da quando ho memoria. Da quando ero piccola io.... io ho sempre e solo voluto avere.... la... la possibilità di amarlo, di essere per lui. Non chiedevo nient'altro, solo poterlo amare. Mi... mi sono impegnata per anni... per essere meritevole della sua attenzione... e del suo rispetto... per anni... e per tutti quelli in cui siamo stati insieme non ho ottenuto niente. Sempre... sempre quello sguardo.... cortese ed educato, ma mai appassionato, mai infiammato, mai mio. Ho sempre pensato che fosse lui che magari... non era capace di mostrare i sentimenti, ma doveva averli, dei sentimenti, altrimenti perchè mi teneva accanto a sè? Che... che senso ha condividere la vita con una persona che non ti interessa? Nessuno. Non ha bisogno di me, mi dicevo: è bellissimo, ancora ricco, ancora potente, dopotutto. Non sta con me per sfruttare i miei soldi o la mia posizione sociale. Potrebbe avere tutte le donne d'Inghilterra con un solo schiocco di dita... quindi se sta con me è perchè vuole stare con me. Mi ero rassegnata a quella sua... placidità, pensavo fosse un tratto del suo carattere. Ci dovevamo sposare... a... a settembre - singhiozzò - ed io... io ero così... felice. Così odiosamente, stupidamente felice. E invece... da un giorno all'altro scopro che lui può essere appassionato, può essere davvero innamorato. Solo che non di me.
Soffocò un singulto e bevve un altro sorso d'acqua, prima di continuare.
- Forse sono stata cieca, forse solo presuntuosa, ma è questa la verità. All'inizio lo credevo: sei tu, mi dicevo, che non sei abbastanza bella, sei tu che non sei intelligente, sagace, arguta, colta abbastanza. Sei tu che sei una donna da niente, non puoi suscitare amore perchè vali poco. Poi....erano pensieri troppo dolorosi, e li ho accantonati. Ed invece è vero. Hermione Granger è migliore di me, questo l'ho sempre saputo, e Draco ha sempre voluto il meglio, per se stesso... non lo biasimo. Ma... ma perchè mi ha preso in giro per tutto questo tempo? Perchè ha lasciato che mi illudessi, perchè ha mandato avanti questa assurda messinscena? Da anni veniva a letto con me, pensando a lei! Mi avrebbe detto sì sull'altare, pensando a lei! Avrebbe trascorso ogni dannato giorno della nostra vita insieme pensando a lei! E io... io non capisco con quale forza d'animo sia riuscito a persistere per così tanto tempo. Io sono crudele, Ronald? - gli si rivolse, alzando finalmente lo sguardo e stringendo i pugni. - Io sono crudele? Io sono meschina, malvagia, calcolatrice, falsa? Lo sono io, che mi ... mi sono votata anima e corpo allo stesso stupido, egoista, insensibile uomo da quando avevo quindici anni, e non gli ho risparmiato un briciolo del mio amore e della mia devozione? Io lo sono stata? No, io dico di no. La crudeltà è svegliarti ogni mattina accanto a qualcuno che non ami e farglielo credere per abitudine, per comodità, per convenienza. La crudeltà è infischiarsene dei sentimenti altrui in nome della celebrazione di se stessi. La crudeltà è quello che Draco ha fatto a me.
Ron non commentò in quanto in veste di autorità, ma non riuscì ad impedirsi di pensare che Malfoy era proprio una gran testa di cazzo.
- D'acc... ehm ehm - si interruppe, schiarendosi la voce, un po' turbato - d'accordo. Quindi hai... hai detto di aver contattato il vampiro grazie alla tua posizione lavorativa...
- Sì. Ho confuso Bert Meridius e mi sono fatta assegnare il caso come se fossi una dipendente. Nessuno ha protestato, era una magagna brutta da gestire.
- ...e gli hai fatto stringere un Voto Infrangibile. Quali erano le condizioni?
- Lui doveva sedurre la Granger, e io avrei sviato le indagini. Però... il patto era chiaro, io l'ho specificato: non volevo che la trasformasse o che la usasse in qualsiasi modo. Doveva solo... conquistarla. Solo questo.
- Non hai tenuto conto che con i vampiri la magia non funziona?
- No - sussurrò, facendosi piccola piccola - io... io lo sapevo ma... credevo che il Voto fosse una delle magie più potenti. Ho dato per scontato che funzionasse.
- Va bene. Cosa è successo poi?
- Poi... poi lui ha iniziato a uscire con lei, ma.... ma mi diceva che non riusciva a.... a convincerla. Era straordinariamente resistente al suo potere. Poi non l'ho più visto fino a stamattina.
- Cosa è successo questa mattina?
Prima che Astoria potesse rispondere un mugolio indistinto provenne da sotto la sedia. Ron si ricordò, con una certa vergogna, che c'era una povera piccola elfa traumatizzata.
- Ehm... elfa... scusa, dovrei parlarti.
- Mirty, obbedisci - si limitò ad ordinarle. La piccola tirò fuori solo la testa e fissò l'uomo con gli occhi enormi allagati e tremanti.
- Ciao - la salutò, memore delle lezioni di educazione impartitegli da Hermione. - Non ti preoccupare, non ti verrà fatto niente. Voglio solo chiederti un paio di cose. Puoi stare tranquilla.
L'elfa si levò gradatamente in piedi, tirando la palandrana rosa con le mani, ma rimase accanto alla sua padrona.
- Puoi dirmi cosa è accaduto stamattina?
- La... - iniziò, timida ma con voce chiara - la signorina Hermione Granger è arrivata a casa, cioè, a Malfoy Manor, ed ha chiesto aiuto per contattare il Ministero, ha detto a Mirty che il padrone era caduto nei sotterranei di Tintagel e che bisognava recuperarlo. Mirty non aveva un ordine, perciò è andata dalla padroncina a dirle cosa era successo e a farsi dare l'ordine. La padrona si è arrabbiata e ha fatto bene, perchè Mirty... Mirty.... - balbettò, ricominciando a piangere, strizzando la stoffa tra le manine - Mirty ha m-m-mentito! Mirty ha detto una b-b-bugia! Mirty si vergogna tanto, oh, che indegna elfa, che indegna elfa che è Mirty...
- Su cosa hai mentito?
- Mirty ha detto alla signorina Hermione Granger che non si era accorta della sparizione del padrone.... ma era una bugia! Mirty se n'era accorta, invece! Ma... ma Mirty non ha detto niente a nessuno... Mirty ha pensato che non voleva dare altre preoccupazioni alla padroncina, per questo Mirty ha mentito! Ma Mirty è tanto presuntuosa, Mirty lo sa e si vuole punire, così si ricorderà che gli elfi non sanno pensare... appena possibile Mirty si punirà...
- Va bene - tossicchiò Ron, sempre più basito dalla complessità della ragnatela - cioè no, non va bene, ma... nel senso... ok, quindi tu, Astoria, quando hai saputo che Hermione e Malfoy erano caduti insieme hai pensato che l'avessero fatto apposta....
- Perchè, non l'hanno fatto apposta? - gli chiese, gli occhi sgranati.
- No - le spiegò, vedendola impallidire - Malfoy era venuto a chiedere il permesso per ristrutturare Tintagel ed Hermione adesso è all'Ufficio Edilizia. Sono andati a fare un sopralluogo sabato e il pavimento è crollato. Sono rimasti lì sotto per tre giorni, senza cibo nè acqua nè bacchette. È stato solo un caso che lei sia riuscita ad uscire.
- Oh mio dio.... - iniziò a piangere di nuovo, nascondendo il viso tra le mani.
- ...e sei andata dal vampiro....
- Sì! Io pensavo che non... non stesse adempiendo al patto... invece mi.... mi ha zittita brutalmente, mi ha rivelato che in realtà non è vincolato a niente e che avrebbe fatto ciò che voleva. Io... io non volevo che le cose andassero così, sul serio! - quasi urlò, sempre singhiozzando. - Io... io volevo solo...
- Vendicarti di Hermione, ho capito...
- NO! Non... non della Granger - lo interruppe, fissandolo. - Cioè... non del tutto. Io... volevo che Draco la vedesse con un altro, solo questo.
Due occhi così, Ron non li aveva visti mai: abbacinanti, pericolosi, affascinanti, letali, come le bianche scogliere di Dover.
Come le scogliere pieni di emozioni antiche, connaturate nell'animo umano, come i flutti al di sotto di esse in tempesta, disperati come colui che si sporge un po' troppo.
- Volevo che sapesse cosa si prova, quando ti rendi conto che chi ami non potrà più essere tuo.
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Fiksi PenggemarAutore: kiddoB 22/07/2013 La vita di Hermione Granger procede, tutto sommato, tranquilla, tra gli amici ed un lavoro temporaneo ma monotono ed insoddisfacente. All'improvviso, però, tutto si stravolge: incontra un uomo perfetto (forse troppo pe...