Capitolo II - al Ministero

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Moder... Modkins... Modrell... Momtan... Mukciss.
Miracolo. Aveva finalmente finito di sistemare i contratti per la lettera M.
Ci erano volute due settimane e mezzo per arrivare sin lì. Aveva addirittura trovato qualcosa di un certo Astaroth risalente al 1779, ed era stata seriamente indecisa se archiviarla insieme alle altre o spedirla alla Biblioteca Nazionale sotto la voce documenti antichi. Quando si era sentita rispondere che era un documento ormai di validità nulla e che, perciò, l'avrebbero bruciato, aveva preferito conservarlo negli scaffali del suo ufficio: avrebbero dovuto passare sul suo cadavere, prima di mandare alle fiamme un documento così antico, qualsiasi fosse la sua utilità.
Arrivato mezzogiorno e mezzo decise che ne aveva abbastanza di seppellirsi in mezzo alla polvere e si avviò più serena verso la mensa, giusto per scambiare due chiacchiere con qualcuno. Era, però, ancora abbastanza presto – la ressa arrivava all'incirca verso l'una e quarto - , ragion per cui si limitò a brevi cenni di saluto e domande di circostanza con un paio di colleghi, sedendosi infine al suo tavolo preferito, proprio sotto la finestra del giardino magico sempre pieno di fiori colorati.
Sobbalzò leggermente quando qualcuno si sedette nell'angolo opposto, senza apparentemente far caso a lei. Quando alzò gli occhi per educazione, rimase stupita.
Era Astoria Greengrass.
Si conoscevano ed avevano chiacchierato un paio di volte, in pausa caffè; pur dotata della consueta superiorità nobiliare e con ideali totalmente agli antipodi rispetto ai suoi, Hermione la trovava intelligente e gradevole, persino sottilmente spiritosa – umorismo che, a volte, scivolava nella cattiveria, ma solo verso persone che proprio non sopportava. Non erano amiche ma si parlavano tranquillamente e si rispettavano.
Sapeva che lei non lavorava – era la futura sposa di Malfoy nonché straricca, non ne aveva bisogno e comunque il suo elevatissimo rango sociale era una ragione sufficiente per dedicarsi all'otium – ma che spesso si recava alla Divisione Animali, Esseri e Spiriti per interesse personale, come collaboratrice occasionale.
In ogni caso non sarebbe mai, mai scesa a mangiare cibi precotti tra i comuni mortali. Come mai questo cambiamento?
- Astoria? – sussurrò timidamente, quasi spaventata di rompere la sua concentrazione o, più precisamente, lo stato catalettico in cui sembrava essere caduta.
- Oh... Hermione... ciao, scusa, non mi ero accorta fossi tu – la salutò con uno strano sguardo. Certo, era impeccabile come sempre, ben truccata e acconciata con un abito fantastico, ma sembrava come persa, spaesata, troppo affollata da altri pensieri per rendersi bene conto di cosa le accadeva intorno... e qualcos'altro che non riuscì a decifrare.
- Ciao. Vuoi... - propose, indicando il posto di fronte a lei.
- Oh, sì, va bene. Se non ti do noia...
- Certo che no, prego, non stare sola.
- Scusami – sorrise tristemente la donna, spostando il vassoio verso di lei – non sarò un'interlocutrice amabile, oggi. Dovrai perdonarmi.
- Qualcosa che non va? - domandò, prima di fare in tempo a mordersi la lingua. Parlavano e si salutavano cordialmente, ma non erano in questi livelli di confidenza ed in ogni caso sapeva per esperienza che proprio durante le brutte giornate si ha solo voglia di tacere, magari condividere il silenzio sì, ma nulla di più. Non era da Hermione essere ficcanaso e non le piaceva l'idea che l'altra avesse questa impressione di lei.
- Scusami, non volevo essere indiscreta - aggiunse subito, concentrandosi sul suo pasto.
Sorprendentemente, Astoria non si irritò come la riccia si sarebbe aspettata.
- Tranquilla, non preoccuparti. Ho solo ricevuto un brutto colpo. Passerà.
- Ah, mi dispiace. Se.... se c'è qualcosa che posso fare....
Astoria la fissò a lungo dritta negli occhi, fissa, ghiacciata, senza timore nè pudore. Ora era Hermione a sentirsi esposta, vulnerabile, come se fosse lei ad essere in difetto.
- Sei fidanzata, Hermione?
Una domanda del genere avrebbe infastidito a morte l'interpellata se posta da qualcun altro, ma in quel momento rispose senza noia. In fondo se l'era andata a cercare.
- No.
- Nemmeno un... una passione senza coinvolgimenti?
Hermione, stavolta, si accigliò un poco. Non che biasimasse chi optava per simili soluzioni, ma il tono le era sembrato leggermente insinuante. O forse era solo paranoia.
- No, nella mia vita non c'è nessuno.
Astoria la fissò ancora, a lungo, immobile e possente, come un ghepardo pronto a scattare. Hermione ebbe una repentina e terribile voglia di alzarsi e andarsene: non le piaceva la piega che il discorso aveva preso, nè quell'esame visivo, come se Astoria stesse cercando di capire se le stesse mentendo o meno.
- Meglio per te, allora - sentenziò, per poi cambiare completamente ed istantaneamente espressione. - Allora! - trillò sorridente. - Ho saputo che c'è stato un altro fantasma del Cinquecento al quarto piano.... si è risolta la situazione?
Hermione era sinceramente spiazzata da quel repentino scatto umorale, ma dovette far finta di niente. Magari la ferita era troppo profonda ed Astoria si era ricordata in tempo che non era precisamente la sua migliore amica. Intavolarono così una breve conversazione sull'ultimo fantasma disperso, argomento vincente che consentì alle due donne di arrivare fino alla frutta senza silenzi imbarazzanti. Astoria fu tranquilla e simpatica e non fece più nessuna domanda imbarazzante, anzi, fu così carina da tamponare con un suo fazzoletto di batista il taglietto che Hermione si era procurata sbucciando la mela e guarirlo con un colpo di bacchetta, sostenendo che le sarebbe piaciuto fare la medimaga, se solo il verde acido di quelle divise non avesse stonato a morte col colore dei suoi occhi.
Uscirono insieme dalla mensa, mentre i tuoni si facevano sempre più forti e il vento più impetuoso.
- Torni dentro? – le chiese Hermione, cordiale.
- No no, non preoccuparti, torno a casa. Quel che dovevo fare l'ho fatto – le sorrise allegra.
- D'accordo, allora a presto. E stai su... mi raccomando... non lasciarti abbattere.
- Certo che no, figurati. So benissimo che i problemi si affrontano... come dire? A sangue freddo - ammiccò.
- Ben detto. A presto, allora.
- A presto, e riguardati, con questo vento...
Con un ultimo sventolio della mano, Hermione vide Astoria svoltare l'angolo, ed il piccolo pop che seguì ne annunciò la smaterializzazione.
Cosa poteva esserle accaduto?

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