Capitolo XLIV - Ritorno agli abissi

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Atterrati di nuovo sulle scogliere, di fronte ad un mare stranamente quieto, Draco come al solito non perse tempo ad ammirare la bellezza del paesaggio: li trascinò tutti verso l'apertura del castello, ridendo di cuore al grido poco virile di Ron quando l'acqua li aveva investiti. Hermione non sapeva più come fare a tenerli a bada, sembrava quasi che tutti e tre aspettassero una sua minima distrazione per azzannarsi alla giugulare. Neville non li degnava nemmeno di uno sguardo, tutto preso dalla curiosità scientifica, mentre Luna invece come suo solito familiarizzò immediatamente con l'ambiente, prendendo a saltellare e a toccare tutto, esaminandolo da vicino.
Scesi nel sotterraneo, la ragazza provò un misto di paura, brivido e quasi una specie di nostalgia. In fin dei conti, era scattato lì il loro primo bacio.
L'oasi si presentò loro rigogliosa e intensamente azzurra come la ricordava; Neville, estasiato, iniziò subito a prelevare campioncini e a confrontare forme di petali e foglie, mentre Luna, senza la minima paura nè vergogna, toccò, annusò, assaggiò tutto e prese appunti sul suo taccuino, blaterando ogni tanto qualche incantesimo e comunicando col marito, anch'egli naturalista, attraverso patronus.
D'un tratto ripose tutto e si girò verso Hermione e Draco, gli occhi limpidi e sereni come cielo d'aprile.
- Avete fatto sesso qui?
Entrambi, scioccati dalla domanda così diretta, inspirarono bruscamente e rimasero impalati; subito dopo Draco scoppiò a ridere, così di gusto che dovette sorreggersi alla parete.
- Lovegood, sei forte - riuscì a sputare tra un singulto e l'altro.
- O santissimo Merlino! - strillò Ron, iniziando a saltellare in punta di piedi. - Che schifo! Dove, dove?
- Lì, lì, lì - iniziò ad indicare Draco, proprio nei punti in cui il rosso era poggiato - lì... sì, anche lì. Oh, Weasley, proprio dove sei ora non hai idea di come...
- NO! - urlò Hermione, imbarazzatissima, quasi fucsia. - No, assolutamente no! Luna, ma insomma!
- Chiedevo, chiedevo - rispose lei, con assoluta noncuranza. - Però è successo qualcosa, vero?
- Luna.... - l'ammonì la riccia, davvero innervosita.
- Ci siamo baciati - rispose Draco tranquillamente, suscitando nei presenti le più varie reazioni, dal disgusto alla gelosia allo stupore.
- Ciò conferma appieno la mia teoria - concluse la studiosa, raccogliendo i suoi strumenti. - Bene, io ho finito qui. Hai detto che questo posto si chiama...
- Uisce Crìdi, ha detto Glatisant - borbottò in risposta, ancora vergognosa, mentre il biondo si divertiva un mondo a gongolare in faccia a Ron.
- Glatisant? - strillò Luna battendo le mani, gli occhi scintillanti. - Davvero? Chiamalo!
- No! - rispose improvvisamente Draco con veemenza, facendoli sobbalzare tutti. - Ma che dici, no no, è un animale selvaggio, e non c'entra niente con questa storia, e poi....
- Paura, Malfoy? - ridacchiò Harry, cogliendo l'occasione per prendersi una piccola rivincita.
- Ti piacerebbe - gli sussurrò in risposta, non tanto convincente.
Io sono il signore e padrone di questi luoghi, messeri et madamigelle. Non necessito di essere convocato.
Tutti rabbrividirono, turbati da quella voce profonda che esplose nelle loro menti, e si voltarono verso l'entrata, dove la piccola volpe bianca aveva fatto il suo ingresso trionfale. Magicamente, i fiorellini iniziarono a vibrare, quasi inchinandosi rispettosi, e tutto iniziò a pulsare di una luce più intensa, quasi stroboscopica.
Hermione rischiò di scoppiare a ridere quando si accorse che Draco si era lentamente portato dietro le sue spalle.
- Buongiorno, Glatisant - salutò cortese. - Scusate se vi disturbiamo. Loro sono i miei amici - continuò, indicando gli altri. La volpina annuì compita e poi la fissò con ostinazione.
Avete compreso ora, milady, ciò che allora vi era ignoto?
- Credo proprio di sì. Ma purtroppo non siamo qui per festeggiare... abbiamo scoperto tutta la triste storia che riguarda questo posto meraviglioso.
L'animale si accucciò in terra, squadrando tutti da capo a piedi.
Ricordi nefasti e tetri, miei nobili amici. Questo è l'inconveniente di una vita eterna come la mia: si assiste e si rimembra ogni cosa, dalle gioie ai dolori.
- Era con Hermione Savile che mi avevate confuso, vero?
Giusto, milady. Il nome comune mi aveva tratto in inganno. Dovete perdonarmi, ogni tanto perdo la cognizione delle lune.
- Ha creato lei questo posto?
Esattamente. Ella proveniva dalla discendenza di Mordred, il figlio di Artù, perciò fu in grado di accedere in queste profondità; inoltre possedeva dei poteri davvero molto rari, in parte assimilabili a quelli delle fate. La incontrai in una notte estiva, disperata e lacerata da una pena tanto straziante che mi spinse a compassione. Le offrii il mio aiuto per dare vita ad un luogo di perfetta e benefica bellezza, un giardino le cui piante donano pace, la cui aria conferisce vigore, la cui acqua permette a coloro che si amano di riconoscersi nella vera forza del loro sentimento.
Luna lo interruppe, ponendogli una domanda diretta in una strana lingua; Glatisant sobbalzò, sorpreso, ma rispose allo stesso modo con gentilezza e completezza. La ragazza rialzò lo sguardo, esaltato e curioso, e sorrise ad Hermione.
- Uisce Crìdi è gaelico antico ed è quasi intraducibile. Se volessimo renderlo, potremmo avvicinarci dicendo "acqua dell'amore". Questa è... Merlino, non ci posso credere. Questa è una specie di fonte di Amortentia. Come... come dire? L'olio essenziale, il distillato originario, l'elemento chimico primario. Amore liquido. È stupefacente!
- Non... non ho capito - borbottò Ron, ancora scioccato da tutto l'insieme.
- Non è facile da spiegare. Hai presente i minatori? Cosa cercano? Picconano rocce e montagne cercandone il cuore, faticoso, minuscolo, quasi inarrivabile cuore. Ogni tanto lo trovano.
- I diamanti? - tentò Harry, completamente affascinato.
- Esatto! Ecco, è più o meno così. I diamanti sono la pura natura della roccia, impossibili da rompere, preziosi come nient'altro al mondo. L'uomo ha imparato a contraffarli e a crearne imitazioni, ma il vero diamante possiede una sua autorità che lo rende unico. Così è per questa fonte. I maghi hanno imparato a creare un amore artefatto e fasullo attraverso una pozione, ma essa, ovviamente, non è stata inventata dal nulla. Nei tempi remoti qualcuno ha tratto spunto da qui. Merlino - sussultò Luna, sull'orlo delle lacrime per l'emozione - non avrei mai creduto di poter avere, in vita mia, l'onore di esserci dentro - concluse, inchinandosi in segno di rispetto.
Glatisant la fissò ammirato, avvicinandosile e accarezzandole le gambe.
Sono contento che voi comprendiate l'importanza del luogo, nobile dama, e che gli porgiate gli ossequi che merita. Proprio per questo sono certo che mi darete ragione quando vi dico, anche se non vi sono dubbi sulle vostre rette intenzioni, che pretendo che questo luogo rimanga intatto e ignoto al mondo com'è stato finora. Già una volta qualcuno ha osato profanarlo, ed è sfuggito alla mia ira per un pelo. Non desidero che situazioni simili si ripetano mai più.
- Qualcuno? - domandò Hermione, piena di curiosità. - Quando? Chi?
Nello stesso momento Draco le pizzicò il fianco, così forte da farla strillare, in un chiaro invito a non fare domande scomode. Hermione si voltò a fissarlo furibonda, consapevole che il desiderio di non avere risposte era equivalente a possedere i quesiti; purtroppo per lui attirò anche l'attenzione della bestiola che lo guardò con espressione di sfida divertita.
Ah, voi. Mi ricordo di voi. Mi ricordo anche della promessa che vi avevo fatto. Ricordate? Qualora ci fossimo rivisti, avrei richiesto soddisfazione - concluse, iniziando a ringhiare e ponendosi in posizione d'attacco.
Draco sussurrò iroso qualcosa nell'orecchio di Hermione che lei non riuscì a comprendere, ma intuì subito la sua paura e il totale rifiuto di ingaggiare una lotta da cui, era evidente, chiunque sarebbe uscito sconfitto. Nonostante tutto l'uomo uscì da dietro le sue spalle con la bacchetta in mano, in apparenza spavaldo; lei avrebbe anche provato ad intercedere per mettere pace tra i due contendenti, ma non voleva umiliarlo o dargli l'impressione di non confidare nelle sue abilità di duellante.
Fortunatamente fu Luna, con il suo solito tono trasognato, a distrarre tutti.
- Oh, ma quale combattimento! Io devo tornare, ho bisogno di analizzare tutte queste componenti. Me ne date il permesso, vero Glatisant? Vi assicuro che sarà una mia semplice curiosità scientifica e che non rivelerò a nessuno l'esistenza di questo luogo.
L'animale la fissò basito, assolutamente stupefatto di essere stato contestato, e poi iniziò a soffiare aria in una perfetta risata di cuore.
Ogni vostro desiderio è un ordine, milady. Siete davvero un singolare personaggio. Tornate a trovarmi ogni volta che lo desiderate, ve ne prego. In quanto a voi - ringhiò a Draco, conficcandogli le unghie nel polpaccio, ma non troppo in profondità - spero che abbiate imparato la lezione, una buona volta.
La gamba del ragazzo ebbe un riflesso automatico, quasi a volergli tirare un calcio, ma evidentemente dovette ripensarci perché rimase buono e quieto al suo posto.
Come prevedevo - furono le sue ultime parole: dopodiché, inchiandosi rispettosamente verso tutti, uscì di scena con regalità, muso all'aria e coda sbarazzina.
Tutti si guardarono straniti e confusi, senza sapere bene che fare; alla fine, come al solito, fu Luna che prese Neville sotto braccio ed iniziò a consultarsi con lui, avviandosi verso il ritorno.
- E... e quindi che facciamo? - domandò Ron, giustamente indeciso.
- Io direi di lasciare le cose come stanno. Glatisant custodirà il luogo come ha sempre fatto. L'importante è averne capito natura e storia - propose Harry.
- Concordo - rispose Hermione, concludendo la conversazione, sorridendo a Draco che ancora tirava respiri di sollievo per essersela cavata così a buon mercato.

***


Erano passati un attimo dal Ministero, giusto il tempo di stilare il verbale della giornata e consentire ad Hermione di mettere a posto le ultime carte riguardanti la faccenda; le avrebbe conservate con cautela e cura, a perenne memoria dell'avventura più terribile e bizzarra che le fosse capitata. Draco era andato a parlare con Harry in merito agli sviluppi giudiziari della faccenda, cosa che Hermione non aveva la minima voglia di sapere; avrebbe testimoniato se ce ne fosse stato bisogno, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire se si fosse trovata davanti Astoria.
Quando tornarono a casa - categoricamente la sua -, mentre si toglieva il trench, nella testa di Hermione scattò una curiosità irriverente.
- Come avresti agito in un duello con Glatisant?
Draco alzò gli occhi al cielo, soppesando un pensiero, e poi alzò noncurante le spalle mentre scalciava via le scarpe.
- Semplice. Confundus, gabbia di metallo intorno, Incantesimo Infrangibile. E fine dei giochi.
- Ehi! - strillò lei, a metà tra il divertito e lo scocciato. - Non è così che si fa! Non è leale!
Il ragazzo si portò una mano sul cuore e strinse la stoffa della camicia, fingendo una sofferenza lacerante.
- Oh, che immenso dispiacere. Mi cospargerei il capo di cenere.
Hermione rise ma scioccata, allargando le braccia.
- Sei incredibile! Hai mai riflettuto sul fatto che esistono delle regole, un codice d'onore, un modo di trattare l'avversario che implica rispetto e lealtà? Tu sei...
Si rese conto di starla facendo un pochino lunga quando colse quello sguardo seccato che la faceva divertire, ma anche dispiacere. Gli si avvicinò con dolcezza e gli stampò un bacio, catturata immediatamente dal suo abbraccio sensuale ed avvolgente, segno che non era davvero scocciato.
- Stai pensando che sono un po' pesante, vero?
Draco le scostò dolcemente i capelli col naso, iniziando a cospargerle una guancia di piccoli baci.
- Non potrei mai pensare questo di te....
Hermione sorrise dolcemente sul suo collo e mandò immediatamente le mani in esplorazione su quella schiena così calda e grande che adorava.
- ... il fatto è che sei proprio una squartapalle...
L'esclamazione scandalizzata che le fuoriuscì dalla bocca ed il modo in cui tentò di allontanarsi dal suo corpo lo fecero ridere, mentre le stringeva con ancora più forza le braccia intorno.
- ... e non nel senso buono!
- Brutto maiale! - strillò, fintamente offesa, tentando di divincolarsi; Draco continuò a ridere e la sollevò di peso, costringendola ad allacciargli le gambe ai fianchi, e fece un paio di passi sgraziati per arrivare in cucina e distenderla sul tavolo, soverchiandola subito dopo e baciandola così profondamente da farle girare la testa.
- Adesso vedrai che ti faccio...
Solo quella frase e tutte le meravigliose possibilità contenute al suo interno bastarono a farla gemere indegnamente, mentre tentava di mettersi a sedere per slacciargli i calzoni; lui non glielo permise, premendole mani e viso sul torace mentre si dedicava a succhiare e mordere ogni curva del suo seno.
- ...e poi vediamo se avrai ancora voglia di blaterare....
Quasi non si accorse che i suoi vestiti erano stati fatti evanescere, talmente aderente era il contatto con il corpo del ragazzo e talmente calde e curiose le sue mani, nè la sfiorò minimamente l'idea di protestare, finchè un sordo rumore le fece capire che Draco aveva artigliato con un piede la gamba di una sedia per sedersi e sistemarsi comodo col viso in mezzo alle sue gambe.
Non le diede nemmeno il tempo di respirare; riuscì solo a registrare la sensazione delle cosce premute sulle sue spalle e due dita che la spalancavano, poi tutto il fiato che aveva in gola Hermione lo usò per urlare, annientata dalle abili lusinghe della sua bocca.

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