PROLOGO

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Mi concedo un ultimo sguardo allo specchio. 

I miei capelli biondi cadono morbidi sulla mia schiena, i miei occhi grigi sembrano più profondi grazie al trucco leggero che ho messo e le mie labbra sono colorate da un rosa pesca che mi fa apparire più piccola e pura. 

Mentre mi guardo allo specchio sento il suono di un clacson provenire dalla strada. 

Mi affaccio alla finestra e vedo la macchina di Nate sotto casa mia. 

Mi precipito giú e, prima di aprire la porta mi aggiusto il vestito bianco che mi arriva fino alle ginocchia.

<IO ESCO!> urlo davanti la porta per avvertire Katie, la moglie di papà.

Non ricevo risposta e mi precipito fuori con un sorriso stampato in volto.

<ciao piccola> mi dice Nate, a un passo da me.
Io sorrido e lui mi bacia dolcemente.

Quando ci stacchiamo lui mi apre lo sportello della macchina e io entro dentro. 

<dove andiamo? > chiedo curiosa  non appena entra in auto e accende il motore. 

<uhm...al mare!> mi dice lui sorridendo. 

Sa quanto amo il mare e io so quanto lui lo odi, soprattutto di notte. 

Sorrido felice e alzo il volume della radio. 
Inizio a cantare quella canzone e lui mi guarda sorridendo.

Arriviamo alla spiaggia in poco tempo e iniziamo a cercare un parcheggio. 

Stiamo per girare l'angolo quando vedo due luci venire verso di noi. 

Verso di me. 

I riflessi di Nate lo portano a farmi da scudo e, quando veniamo sbattuti fuori strada e riapro gli occhi, mi rendo conto che sto urlando.

Mi affaccio e noto con disgusto che la macchina non si è nemmeno fermata per vedere come stavamo.

Guardo il ragazzo steso sulle mie ginocchia e noto che la sua testa sanguina pericolosamente.

Prendo un respiro profondo e cerco il telefono. 

<va tutto bene, Nate.  Adesso chiamo qualcuno.> sussurro terrorizzata mentre digito il numero dell'ambulanza.

Non ricevo risposta fino alla terza telefonata, quando posso dare informazioni e le coordinate in cui ci troviamo. 

<piccola canteresti per me?> mi domanda in un sussurro.

Annuisco piano, pregando che i medici arrivino in fretta. 

Canto per quello che mi sembra un secolo tutte le sue canzoni preferite, nel metre gli accarezzo i capelli. 

<ti amo> mi dice mentre cerca di avere la voce ferma e guardandomi negli occhi. 

<ti amo> rispondo baciandolo. 

Appena mi stacco devo far fronte ad una dura realtà. 

Nate non respira.
È immobile. 

È morto.  Mentre lo baciavo. 

L'unica cosa che riesco a fare è piangere e cantare la nostra canzone. 

L'ambulanza arriva dopo un quarto d'ora e, dopo essersi accertata che Nate è morto e che io ho solo dei graffi, mi portano in ospedale. 

Mio padre e Katie arrivano dopo una mezz'ora abbondante e sembrano scossi quasi quanto me.

Non dicono nulla. 
Non ricevo abbracci o parole di conforto e mi lasciano piangere finché non mi addormentato. 

Mi sveglio urlando a causa dell'incubo in cui rivivo la morte di Nate. 

E capisco che è tutto vero. 

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