capitolo trentadue

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Due ore, e tanti ricordi dopo, la vibrazione del mio telefono mi costringe ad alzarmi dal mio comodo e amato letto.

Mi avvicino al cassettone e prendo il telefono.

Sblocco lo schermo e noto quattro messaggi da parte di Orion.

Senza nemmeno leggerli, sorrido.

-signorina, cosa fa questa sera?

Recita il primo messaggio.

-Le andrebbe di andare a una vera festa?

Si, io questo ragazzo lo amo proprio.

-passo a prenderla per le otto.

Quindi tra dieci minuti. Io lo ammazzo.

-ti amo...mi apri la porta?

Oh, ecco perché ha fatto il dolce, dicendomi 'ti amo'. Pensa che così sarà graziato.

Povero illuso.

Vado verso la porta, pronta a fargli una sfuriata.

Non può decidere di uscire e dirmelo dieci minuti prima.

Apro la lo porta e me lo ritrovo davanti. Raggiante.

E la mia intenzione di mostrarmi arrabbiata va a farsi un fantastico giro nel pease delle meraviglie.

Il battito forte del suo cuore, finalmente vicino e chiaro, fa riemergere alcuni dei nostri ricordi.
E io mi ritrovo a saltargli addosso.

Lui mi afferra come se pesassi un paio di chili, tenendo le mani salde sulle mie gambe, avvolte intorno alla sua vita.
Le mie braccia intorno al suo collo e le sue dita che tracciano disegni invisibili su di me.

<dovrei andare via più spesso> sussurra tra un bacio e l'altro.

<non ti azzardare...> dico io.
Chiude con un colpo secco la porta e mi sorprendo quando la chiude a chiave. Mi butta sul letto e poi si siede vicino a me.

Ci ritroviamo sdraiati, io sotto di lui, che ci baciamo. Finché io non ribalto la situzione, mettendomi a cavalcioni su di lui.

Assaporo ogni parte della sua anima. Viaggio in ogni suo ricordo e in ogni suo sentimento.

<oggi mi sono divertito> dice entusiasto <Claire è sempre la solita, combina sempre guai >

Sorrido felice. Finalmente Orion ha riacquistato quel briciolo della famiglia che gli è rimasta.

<abbiamo fatto un giro per il centro> dice <abbiamo scoperto un locale in cui dovrebbero fare una festa sta sera>

Annuisco. So che vuole andare. Mi gioco i miei risparmi sulla certezza che dovrebbe cantare una band, di cui nemmeno sa il nome, ma il barrista ha detto che sono bravi.

<dovrebbe suonare una band> prosegue <dicono che sono bravi >

Io non ho il dono dei ricordi. Io sono una chiaroveggente.

E mentre mi faccio i complimenti mentali, Orion continua a parlare.

<potremmo andarci> continua <sai, oggi ho scoperto che sei davvvero la persona più emotiva che io conosca >

<in che senso? >

<ho avvertito la rua aurea a cinque isolato da qui... Va tutto bene? >

<io.. Ho visto i tuoi ricordi oggi pomeriggio...solo che non erano ricordi... Erano troppo veloci, rispetto agli altri. Come se fossero contemporanei>

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