capitolo undici

73 12 7
                                    

ORION.

Ero combattuto.

Combattuto tra due emozioni troppo forti per me.

Da una parte ero sollevato. Incredibilmente sollevato. Perché, forse, mi ero sbagliato.

E quindi lei era libera.

Era salva da tutta questa merda. Da tutto questo casino.

Ma... Ero stanco. Stanco di non essere compreso. E si, ci speravo.

Speravo che lei fosse come me.

Sono una persona orribile, perché non dovrei volere che lei fosse come me.

Ma, allora, se lei fosse stata diversa da me, come era possibile il nostro odio? E il Filo?

Da quando ho scoperto di essere così, non ho fatto altro che isolarmi da tutti.

La paura di quello che potrei fare loro mi raccapriccia.

Io non voglio fare del male, quel male, alle persone che amo.

No, lei non può essere uguale a me. Penso guardando la mia immagine nello specchio.

Oggi non sono andato a scuola.

Non mi andava e non ce la facevo a vedere Claire.

Claire. Un altra persona che, oer proteggere, sto ferendo.

Certo che sono un genio del

So di essere una brutta persona.
Ho fatto tante stronzate.

Ma...

Non c'è un ma.

Io devo starle lontano.

Punto. Lei si merita il bello della vita, la purezza della natura umana, non me.

Io sono... Un innegabile distastro.

Posso starle lontana, penso, ma la sua aurea?

Quella fottutissima aurea che si ritrova... È come una calamita per me.

Non ne avevo mai vista una così... Bella e forte.

Credo che sia la persona più emotiva che io abbia mai conosciuto.

E le sue emozioni sono come un equazine parametrale a doppia incognita.

Difficile e quasi impossibile... Eppure...

Incredibile.

È l'aurea più bella e complessa che io abbia mai visto.

E una parte di me, quella più cattiva e perfida, la desidera.

La voglio. Ma, lei non se lo merita.

Lei si merita qualcosa di bello.

E, soprattutto, lei è meglio di me.

La sua voce, piena di emozioni mentre cantava su quel palco, mi ha distrutto.

Ho dovuto usare tutto il mio autocontrollo per non invadere la sua aurea.

Ma ci sono riuscito.

Sono davanti questo stupido specchio da quasi un'ora.

E la cosa assurda è che ho visto la mia immagine solo un paio di volte, di sfuggita.

Sento bussare alla porta e vado ad aprire.

<ciao> sussurra appena mi vede.

La sua voce. Quella maledetta voce.

Dolce e piena di vita.

La guardo, per nulla sorpreso del vederla qui.

Avevo sentito la sua aurea da quando ha girato l'isolato.

Sono sorpreso, però, di come è in questo momento.

Bellissima.

Con i capelli bianchi, completamete bagnati.

Il trucco un pò sbavato. Intorno agli occhi.

Gli occhi. I suoi occhi.

Limpidi.

Esprimono gioia, come se avesse appena scoperto la cosa più importante al mondo, e vagamente spaventati.

<ciao> rispondo.

<io...> dice agitata.

Non riesce a concludere la frase. Riesce solo ad alzare un ciondolo dalla maglia.

Bianco. Totalmente bianco. Lo guardo e mi rendo conto che è uguale al mio.

Un opale.

<mi ha scelto!> esclama.

Quindi lo sa.

<io! Tu!... Noi> dice e non so dove voglia andare a parare.

<noi. Insomma, avevi ragione! Adesso lo so!> esclama come se volesse rassicurarmi.

Io le sorrido.

Sono felice, perché vuol dire che adesso ho qualcuno, ho lei.

Mal lei sarebbe potuta essere più fortunata.

<Orion> sussurra <io... Io ti vedo. Ti vedo da bambino, mentre giochi, mentre vai in bici. E ti vedo adesso... Mentre vinci una partita di calcio e metre giochi alla PlayStation>

La sua voce è confusa.

E anche la sua aurea.

Alza lo sguardo e mi fissa.

<perché?> sussurra ancora.

E ora? penso, che cazzo le dico?

PRESCELTA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora