capitolo trentotto

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Sei giorni a Natale. Sei fottutissimi giorni e io non ho uno stralcio di idea su cisa regalare a Orion.

Beh... A essere sincera... Nemmeno per Gale, o Claire, o Camilla... O per tutti.

Sono un disastro. Un emerito e travagliato disastro.

<Cassandra Annabeth Railly!> sbraita mio fratello. Addirittura il nome intero? Wow, devo essere davvero in ritardo.

<Gale Anthony Railly!> urlo a mia volta, imitandolo. Mi piace troppo farlo innervosire, chimandolo con il suo nome intero.

<muoviti, hai già fatto tardi. Perderai il passaggio del principe azzurro, se non ti sbrighi> dice ironico, riferendosi all'abitudine di Orion di accompagnarmi a scuola. A quanto pare, siamo entrati nella fase ''fratello geloso". Probabilmente, quest'anno, il Natale non ha portato lo spirito di amore e serenità. Di calma e fratellanza.
Assolutamente, no.

A casa mia, e nella mia vita, ha portato direttamente il caos.
Delle serie ''preprati, o Caos, a scatenare l'inferno nella vita di Cassandra ".

Bene, caro Caos, sappi che non avevamo bisogno anche della tua presenza. Davvero. Puoi anche togliere il disturbo. Non mi offendo.

<il principe azzurro mi aspetterebbe, lo sai> ribatto, con un sorriso sa idiota sulle labbra. Ortro, come mio fratello, sbuffa. Per non parlare di Minerva che mi guarda storto. Ah, dimenticavo, lei mi guarda sempre storta.

Stupido soriano.

<si, immagino. Con i cioccolatini in mano e una rosa bianca> dice ironico.
<la rosa bianco sicuramente no. Le odio, lo sai> ribatto.
<e i cioccolatini? > domanda.
<li mengerevbe lui, nell'attesa > dico ridendo. Perché è esattamente così.

Sono le otto, io sono ancora in mutande e sto cercando i pantaloni ovunque.

<Annabeth, hanno bussato. Muoviti o finiscono i cioccolatini.> mi chiama Gale.
<si, Anthony. Scendo subito, Anthony > dico, usando di proposito il suo secondo nome. Che odia.

<si, certo. Scendi > borbotta.

Finalmente trovo i pantaloni, che ovviamente erano nel posto più assurdo. Nella vasca da bagno. Vorrei anche chuedermi come cacchio ci sono finite, ma non ne ho tempo. Adesso la mia priorità è scendere giù.

Dopo essermi precipitata dalle scale, rischiando di cadere almeno dieci volte, trovo Ofion ad aspettarmi.

Gli vado incontro e lo bacio. O meglio, mi alzo sulle punte e gli metto le braccia intorno al collo.

<buongiorno > dice, sorridendo.

<buongiorno > replico sorridendo. Amo ke fossette che gli si formano agli angoli della bocca, quando sorride. Lo fanno sembrare quasi un bambino. Un bambino alto un metro e novanta, ma dettagli.

Inizia a parlare di qualcosa, ma io non lo seguo. Sono incantata dai suoi occhi verdi.

<Mal, Mj stai seguendo? > domanda.
<no> ammetto, sincera...
Sono ancora sulle punte. Inizio a non sentirle più...

<Stavo dicendo che... > inizia ma lo interrompo.
<vuoi davvero parlare? > domando.
<no, in effetti no> dice e finalmente mi bacia.

Otto e mezza. Cazzo quanto è tardi. Non me ne ero resa conto, ma abbiamo passato troppo tempo, sotto casa mia.

Mi stacco da lui, a malincuore, e partiamo per amdar a scuola.

Quando ci fermiamo ad un semaforo, penso a Creon . Ormai, dopo il loro scontro, lo tengo sotto controllo. Per sapere quando Orion....

<Ti va di venire da me, più tardi? > domanda sorridendo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2017 ⏰

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