Capitolo trentaquattro

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<non sei predestinata, sei la Prescelta, Mal> dice Orion.
Io lo guardo, confusa. <cosa... Cosa vuol dire che... Che sono la Prescelta?>. Lui abbassa lo sguardo, come se avesse paura della mia reazione.

<vuol dire che...che il Ciclo sta prendendo la giusta piega> dice a bassa voce, così bassa che mi sorprendo di averla sentita.
< temo di non capire> dico.
< sei la Prescelta, vuol dire che sei la predestinata che tutti stavano aspettando per terminare il Ciclo> mi spiega.

Solo che io non capisco ugualmente.
< okay, sono la preselta. Cosa vuol dire?!> dico, il terrore che aumenta <cosa ho di diverso?>
Lui non risponde, continuando a guardare le sue scarpe.
<Orion> dico < guardami>.

Lui però pare infischiarsene.

<Orion, cazzo, guardami!> urlo, le lacrime che si accumulano negli occhi.
Lui pare scosso da queste mie parole e finalmente alza lo sguardo verso di me.

< vuol dire che hai più poteri> mi risponde <sei quella che potrebbe salvare tutti noi dall'odio dovuto dalle auree degli altri predestinati>.
<come fai a saperlo?> domando < magari ti stai sbagliando>

Scuote la testa, smentendo ciò che ho appena detto. < sei tu>.

<come diavolo fai a saperlo?> ripeto.
<la profezia dice che la Prescelta dovrebbe avere più di un dono> è tutto ciò che ottengo come risposta.

<quale profezia?>
<non so di preciso di cosa parli> spiega < risale al Medioevo, me lo ha detto Aron, quando ho scoperto di essere predestinato> spiega velocemente, credo che la mia ansia stia crescendo a dismisura. < la Prescelta dovrebbe avere più doni e che la usa missione è quella di salvarci da noi stessi. Il suo sangue, versato sulle anime dei predestinati, è l'unico modo per salvarci>.

<non voglio essere io> sussurro spaventata < non voglio>
<non devi, lo giuro, troverò un modo per non darti questa responsabilità. Ci deve essere un modo> cerca di rassicurarmi.
Io scoppio in lacrime, scossa da tutto questo.

< quali...quali sono i doni che dovrei sviluppare?!> domando in un sussurro.

In realtà non voglio saperlo, lo so. Se fossero doni malevoli, e temo che sia vero, non voglio saperlo. Non voglio fare del male.

Claire, Camilla, Nash, Noah, Bella, Matt, MIke, Cameron, Gale... Perfino Jessie.

Non voglio fare del male loro.

Orion. Se facessi del male a lui, non potrei mai perdonarmelo.

Non mi basterebbero nemmeno tutte le vite che abbiamo già vissuto. Non ce la farei mai.

Il senso di colpa mi ammazzerebbe.

<non è specificato> sussurra.
Mi sento sollevata, è vero, ma non del tutto.

Prima che me ne renda conto, scoppio a piangere.
L'ultimo giorno della nostra vacanza, purtroppo, l'ho passato in camere mia. Al buio, divorata dal terrore di quello che sta succedendo nella mia vita.
Oltre ai ricordi si sono aggiunti i momenti che le persone a cui penso. La mia mente, confusa per natura propria, adesso è totalmente sottosopra. Forse per trovare un briciolo di ragione dovrei solo diventare remissiva a tutta questa situazione.
Le prime ore Orion è restato con me, in silenzio. Soltanto ogni tanto cercava di tranquillizzarmi. Ma la mia aurea era talmente negativa che lui era praticamente distrutto. Alla fine l'ho mandato via.

Quando è uscito, sul suo volto, era disegnata una espressione di misto dolore e di tristezza. E io sono più che convinta che il suo dolore abbina a che fare con me. Sento come un' energia farsi strada nelle mie ossa, nel mio sangue.
Ogni fibra del mio essere è invasa da questa scarica, quasi elettrica.

Adesso sono ancora qui, in questa camera che somiglia alla mia prigione. Sola. Sola solo di fatto, perchè so che Orion è fuori la porta. Sento il suo cuore battere e, alcune volte, quando la rabbia cresce, il suo corpo sbattere contro la porta. Non mi ha mai parlato delle conseguenze effettive che le emozioni degli altri gli causano, non in mentre dettagliata, almeno. So solo che le vive anche lui, come se fosse una simbiosi. Soprattuto con me: da quanto mi ha detto sono piuttosto emotiva.

Mi prendo tutto il tempo che mi serve per calmarmi. Magari è solo uno sbaglio. Forse io sto solo sviluppando il mio dono.

Ma una parte di me, chissà quale è quanto importante, sa che non è così. Orion non aveva dubbi, era certo che sono io.
Scavo nelle mie memorie, alla ricerca disperata di un ricordo in cui noi due smettiamo di odiarci.

Non vedo mai quello che è successo a noi. Io che lo colpisco, lui che mi colpisce: il nostro sangue mischiato.
Tutto accade per caso, nelle altre memorie, quando entrambi ci liberiamo dell'opale e poi c'è lo rimettiamo a vicenda.
Solo il nostro caso, questo caso, è diverso. Come se fosse un altro schema.

Mi ci vuole un'altra mezz'ora prima di alzarmi e andare davanti la porta.

Quando la apro trovo Orion, appoggiato ora al muro. Alza lo sguardo e resta immobile.
Mi guarda, in silenzio, studiando attentamente la mia aurea stravolta.

<voglio sapere> ordino, la voce roca dal pianto <voglio sapere ogni cosa>

Lui anniuisce, piano. Quasi impercettibilmente. Poi si alza ed entra n della mia stanza. Si siede sul mio letto e prende aria, preparandosi a quello che sarà sicuramente un lungo, lunghissimo, monologo.

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