Fuori c'è un forte temporale, sento l'odore della pioggia entrare dalla finestra del mio studio e le gocce creano un suono dolce quando atterrano sul vetro.
Amo il suono dei tuoni in lontananza, amo i temporali.«Cosa vuoi per pranzo?»
Marta cucina in modo fantastico sapete? Riesce a farmi gustare ogni piatto, ogni tipo di cibo, adora sperimentare e creare nuovi piatti fantasiosi e colorati.
D'altronde è una cuoca, un'artista a dirla tutta, quindi è normale che sia così.«Quello che vuoi amore, mangio qualsiasi cosa..lo sai»
«Farò il pollo con i peperoni allora, classico italiano»
«Vuoi che ti dia una mano?Magari posso tagliare i peperoni»
«Per carità! Apprezzo molto ma l'ultima volta ci hai quasi rimesso un dito! Sta tranquillo Steve, con questa tremarella i peperoni si taglieranno da soli!»
Sta male, quando ironizza così sulla sua malattia è perché sta male ma accenno comunque una risata per far finta di nulla e per non farle capire che per quanto mascheri la sua preoccupazione io riesco a sentirla nel tono della sua voce.
Non ha mai accettato la sua malattia ed è giusto così, le malattie sono innaturali! Non siamo stati fatti per ammalarci né per morire ma per una ragione complicata e assurda lo facciamo.
Intanto fuori il cielo crolla e questo mi conferma che il tempo, spesso, si comporta da umano.
Non sentivo un temporale così da quella mattina al mercato di tanti anni fa:Ero in giro, avevo saltato la scuola come il mio solito perché ero convinto che servisse a ben poco, e vagavo tra le bancarelle del mercato cercando di rubacchiare qualcosina.
Mio Dio ero davvero un delinquente.
D'un tratto, in mezzo a tanta gente, notai una ragazza mora con un vestitino rosso e bianco.
Era lei, era Marta, ed era con Emily davanti ad una bancarella che vendeva vestiti di marca (o almeno all'epoca lo erano) e sembrava annoiata.
Decisi di raggiungerla e con aria disinvolta feci finta di scontrarmi con lei:
«Hey ma sei scemo?! Stai un po' atten...» mi guardò negli occhi e accennò un sorriso contenuto, stava sorridendo vi rendete conto? Stava sorridendo perché mi aveva visto!
«Ah, ma sei tu..non dovresti essere a scuola?»
Alzai il sopracciglio sinistro e risposi «Sì, anche tu dovresti.»
Lei si portò i capelli dietro l'orecchio destro e abbassò lo sguardo «Io sono proprio dove dovrei essere mio caro» in quel momento il vento si alzò e fece volare un guanto dalla bancarella a terra.
Lo raccolsi e mi alzai lentamente con lo sguardo fisso sul suo meraviglioso corpo per poi guardarla negli occhi posando il guanto sulla bancarella in modo distratto «Sì, anch'io sono esattamente dove dovrei essere.
Non c'è altro posto al mondo dove dovrei stare se non qui con te» Emily si mise in mezzo a quel momento, di nuovo, e prese Marta per la mano «Andiamo, qui non c'è niente che ci interessa» disse con tono schizzinoso da classica ragazza antipatica «Parla per te» ribatté Marta mentre mi guardava con aria timida.
Le sorrisi «Vai Marta, la tua amica ti chiama» lei chinò la testa da un lato e mi guardò intensamente «Lascia che mi chiami allora, non importa» il cielo si fece cupo e scoppiò un improvviso acquazzone.
Presi Marta per mano mentre nella confusione creata dalle persone che scappavano per la pioggia la stupida Emily continuava a chiamarla «Marta! Marta dove sei?» ma lei nemmeno si voltò e seguì me.
La portai sotto la tettoia di un vecchio locale abbandonato per proteggerla dalla pioggia battente, era fradicia e tremava «Hai freddo?» si poggiò al muro e con voce tremante a causa dei brividi disse «N-No, non ho f-freddo».
È sempre stata così la mia Marta:
Una finta dura, e forse è proprio una delle cose di lei che amo di più.
Ricordo che tolsi la giacca e la poggiai sulle sue spalle scoperte per poi abbottonarla sul davanti, mentre chiudevo i bottoni notavo che il suo sguardo evitava il mio e non capivo perché.
«Perché non mi guardi? Da bagnato sono più brutto?» cercai di fare una battuta idiota per rompere la tensione e lei rise timidamente «No, non è per questo» finii di chiudere tutti i bottoni «Ecco fatto piccola, spero ti tenga al calduccio» poi le sfiorai i capelli e lei si morse le labbra, è un vizio che ha sempre avuto e che mi manda al settimo cielo, com'era bella...
Evitava ancora il mio sguardo ed io non capivo ancora il perché, forse non le piacevo o forse sì vergognava di me ma non sembrava affatto una di quelle ragazze timide e vergognose:
«Mi dispiace se ti metto in imbarazzo» fece un piccolo sussulto «Non è così, non mi metti in imbarazzo...anzi» ero sempre più confuso «E allora dimmi come mai non mi guardi negli occhi, ti prego, perché io muoio dalla voglia di perdermi in essi»
Mi prese le mani e alzò lo sguardo, finalmente i nostri occhi si incrociarono di nuovo «Non ti guardavo negli occhi per paura di innamorarmi di te...Ma dato che tu ieri lo hai fatto superando la paura è giusto che lo faccia anch'io»
L'odore della pioggia mista al suo profumo, quelle parole, era tutto così bello:
«Ho mentito» lei fece un passo indietro e mi fissò «Cosa vuoi dire? Su cosa avresti mentito?» accennai un sorriso e mi avvicinai a lei «Non avevo paura di innamorarmi di te incrociando il tuo sguardo» Marta fece una faccia mista tra delusione e rabbia e chinò lo sguardo «Non poteva accadere perché ero già innamorato di te, lo sono stato fin dal primo istante» alzò di botto gli occhi e sorrise, sorrise come non aveva mai sorriso prima.
Smise di piovere ed io, lentamente, le rubai il nostro primo bacio.«Steve! Vieni a tavola, è pronto!»
Sentite che profumino? La mia cuoca preferita.
Mi siedo a tavola ogni giorno con la gioia in corpo ed ogni volta che finisco ciò che ho nel piatto rimpiango di essere pieno e per non poter mangiare altro.
«Vuoi una mano amore mio? Posso farmi il piatto da solo se vuoi»
Sento la sua mano sfiorarmi i capelli «No che non puoi, lo sai, tranquillo posso ancora impiattare»
Il temporale fuori sembra essersi placato, l'odore di pioggia si è fatto meno intenso e non sento più i tuoni in lontananza:
«Ha smesso di piovere?» la sento andare verso la finestra, lentamente, con fatica «Quasi, stanno cadendo le ultime gocce» la sento respirare profondamente dalla finestra, ama respirare il profumo della pioggia è una delle tante cose che abbiamo in comune.
«Siediti con me piccola mia o il pranzo si raffredderà»
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La voce dell'Amore
Romance"Qualcuno una volta disse che le cose belle sono destinate a finire ma quel qualcuno non aveva lottato abbastanza". Steve e Marta, tra ricordi sbiaditi ed emozioni ancora vive, vi faranno capire l'amore vero e la sua eternità.