Un nuovo amore

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Iniziai ad accettare lentamente la mia cecità, non potevo fare altrimenti.
Anche se non vedevo con gli occhi usavo tutti gli altri sensi e devo dire che per certi versi non ci ho mai visto così bene.
Sentivo il cambiamento del tempo dall'odore, captavo la pioggia.
Potevo sentire i cambiamenti di umore di qualcuno usando l'istinto e ascoltando il modo di respirare.
Ovvio che non era sempre una cosa infallibile ma funzionava.
Una mattina mi svegliai con una strana ansia, un peso sul petto, sfiorai il posto accanto a me nel letto e Marta non era lì.
Qualcosa non andava ne ero certo.

«Marta!? Marta, tutto okay?»

Non ricevetti risposta quindi iniziai a girare per casa.

«Marta?!»

Bussai al bagno ma nessuno rispose così provai ad aprire la porta ma qualcosa la bloccava.

«Marta sei lì dentro?»

Sentii un verso soffocato, era Marta.
Iniziai a colpire la porta ed essa si aprì.
Col bastone, lentamente, mi feci strada e colpii qualcosa.

«Marta?!»

Mi chinai per tirarla su, era priva di sensi.

«Marta, amore, mi senti?»

Faceva dei versi ma non riusciva a parlare così la presi di forza e la portai, con fatica e lentamente, nella camera accanto.
Presi il telefono è feci il numero del dottore per poi attendere il suo arrivo accanto alla mia piccola Marta.
Il dottore ci mise quindici minuti a raggiungerci.

«Dov'è?»

«É nella stanza degli ospiti Dr. Fregus, la prego corra io la raggiungerò il prima possibile al piano di sopra»

Sentii il dottore correre verso la stanza ed io strinsi il bastone con rabbia:
Eccolo uno dei momenti in cui odiavo essere cieco.
Arrivai nella stanza pochi minuti dopo.

«Che succede dottore?»

«Ha la pressione bassa, dovremmo fare delle analisi»

Marta riprese i sensi.

«Cos..che è successo?»

«Sei svenuta in bagno, ho chiamato il dottor Fregus immediatamente»

«Sto bene, lo giuro»

«Stia giù signora Hoakley, per cortesia.
Le prescrivo delle analisi da fare il prima possibile, venga in studio da me domattina e gliele farò personalmente»

«Grazie dottore»

«Dovere»

Sentii la porta di casa chiudersi e la macchina del dottore lasciare il cortile.
Mi sedetti accanto a Marta, sul letto, e le presi la mano.

«Marta...»

Lei strinse la mia mano.

«Sto bene Steve, sarà stato il caldo»

Sentii una lacrima scendere sul mio viso ma prontamente la asciugai.

«Domani andremo in studio dal dottore okay? Andrà tutto bene Steve, non è niente»

Mi diede un bacio sul dorso della mano e mi accarezzò il viso.
Scese giù tranquillamente a preparare il pranzo ma io avevo lo stomaco così chiuso.
Ero un fascio di nervi e non mangiai nulla per tutto il giorno.
La notte rimasi sveglio a sentirla respirare mentre con una mano le accarezzavo i capelli, ero preoccupato come non lo ero mai stato in vita mia.
Se le fosse successo qualcosa sarei morto.
Il mattino seguente andammo in studio dal Dr. Fregus e lui ci ricevette subito.
Ero lì a stringere la mano a Marta mentre le prelevavano il sangue perché, anche se lo nega e fa la dura, ha il terrore degli aghi.
Passammo delle ore in attesa dei risultati, la portai a mangiare qualcosa per evitare nuovi mancamenti ma io non toccài nulla.
Proprio non riuscivo a rilassarmi anche se mi mostravo calmo e positivo per far stare calma Marta, dentro avevo un inferno di fuoco.
Andammo di nuovo nello studio del dottore e l'infermiera ci accolse con un bel sorriso.

«Oh, i signori Hoakley! Venite con me, il dottore vi aspetta»

Entrammo nel suo ufficio e il dottor Fregus era lì, con un espressione abbastanza tranquilla, con tanti figli sparsi sulla scrivania.

«Steve, Marta, sedetevi»

Avevo l'ansia a mille e Marta mi strinse la mano, anche lei era visibilmente nervosa.

«Allora» iniziò a smanettare mille fogli di carta «Ecco qui i risultati»

«Dottore sia sincero, è grave?»

«Mi chiamo Gabriel, vi piace come nome?»

Feci un'espressione strana è probabilmente la fece anche Marta.

«Ehm, sì...»

«Marta» bisbigliai «Credo sia impazzito»

Marta mi diede un calcio e il dottore scoppiò a ridere.

«Signori miei non sono pazzo il mio era un suggerimento per il nome»

«Il nome di chi?»

«Del bimbo che la signora Marta aspetta, certo sempre se è maschio! Altrimenti Gabriel lo vedo poco adatto per una bambina»

Ci fu il gelo.

«Lei mi sta dicendo che»

«Che lei aspetta un figlio, sì»

Mi voltai verso Marta cercando di immaginare la sua espressione, dal modo in cui stringeva la mia mano sembrava un fascio di emozioni contrastanti.

«Diventerò papà, è fantastico!»

Mi alzai di scatto dalla sedia.

«Dobbiamo comprare delle cose e la casa, ci serve una casa più grande.
Voglio una casa fuori città, il bambino deve giocare senza pericoli.
Magari al mare, sì!»

«Steve, calmati santo cielo ancora è presto per queste cose»

«No non lo è, presto sarò padre ti rendi conto?»

«Beh, io sarò mamma quindi..»

Andai verso il dottore e lo abbracciai con forza.

«Grazie dottore! Grazie davvero!»

«Di cosa signor Hoakley, il lavoro lo avete fatto voi io ho solo confermato il tutto»

Uscimmo dallo studio del dottore così rilassati e felici, mai sentita una felicità così.
Stavo per avere un figlio o una figlia, qualcuno che avrei amato anche più della mia Marta, era in arrivo un nuovo amore.
Fu una giornata fantastica.

«Vero Marta?
Marta dove sei?»

Detesto quando non risponde, mi fa solo preoccupare e invece poi la ritrovo in giro per casa intenta a fare chissà cosa.

«Marta? Sei in bagno?
Cos'è? Marta?!»

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