La nuova casa

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Quando ebbi il primo infarto fu scioccante, l'attimo prima di perdere i sensi ed il forte dolore al petto mi fecero pensare ad una sola cosa:
Marta e Rebecca avevano bisogno di me non potevo andarmene.
Fu per questo che mi misi, subito dopo l'operazione, a dieta ferrea cercando di evitare qualsiasi cosa potesse peggiorare la mia situazione.
L'arte mi aiutò molto, come sempre, quando ero nervoso o stressato sapevo che ciò avrebbe compromesso la mia salute e quindi scaricavo tutto creando qualcosa.
Marta, in quegli anni, ebbe un altro figlio e lo chiamammo Dylan.
Fu un periodo molto produttivo, guadagnai davvero molto, e un giorno di primavera feci una sorpresa alle mie due ragazze e al mio piccolo ometto.

«Cosa ci facciamo qui Steve? È ancora presto per le vacanze»

«Avevo bisogno di respirare l'aria del mare quindi...»

«Quindi mi hai fatto guidare tre ore per respirare l'aria di mare? Ma io ti affogo brutto idiota!»

Tirai fuori un foglio di carta e lo diedi a Marta che aprendolo gridò:

«Rebecca vieni qui! Tuo padre è impazzito!»

«Cosa mamma? Che ha papà?»

Rebecca aveva già quattordici anni, era una giovane donna.

«Leggi!»

«Oh mio Dio, papà..hai comprato questa casa?»

Feci cenno con la testa e sia Marta che Rebecca iniziarono a saltellare felicemente.

«Vuoi ancora affogarmi?»

«Certo che sì, ed ora che viviamo sul mare sarà ancora più facile!»

Mi saltò al collo per abbracciarmi e Rebecca mi strinse all'altezza del petto.

«Grazie papà, è una sorpresa meravigliosa»

Il piccolo Dylan, invece, ignorava ciò che stava accadendo.
Se ne stava sulla riva a lanciare sassi, ma d'altronde un bambino di sette anni cos'altro avrebbe dovuto fare?

«Dylan! Vieni qui»

«Sì mamma, che c'è?»

«La vedi quella casa bianca?»

«Sì, è la casa delle vacanze»

«Che ne dici se da adesso diventasse la nostra casa tutto l'anno?»

«Per sempre?»

«certo!»

«Sarebbe fantasticoso!»

Ecco, non so perché Dylan aveva la mania di dire "Fantasticoso" ma per lui ogni cosa era tale.
Probabilmente aveva sentito questa affermazione in qualche cartone animato, fatto sta che il cielo era Fantasticoso, la casa era Fantasticosa, ed il mare? Fantasticoso anche lui.
Ovvio.

Quel giorno iniziammo il trasloco e in meno di un mese abitavamo già lì, sulla spiaggia.
I bambini giocavano senza paura, spensierati, andavano a scuola in paese e tutto era perfetto.
Essendo una città davvero molto piccola, duecento anime a malapena, tutti conoscevano tutti ed ero così tranquillo in quell'ambiente.
Vi ricordate il barista saggio? Lui divenne il mio migliore amico.
Ogni giorno andavo lì subito dopo aver lavorato un po' sulla mia arte e mi ritrovavo con altri compagni di bevute a parlare di mogli, macchine, tette, sport e tutte quelle cose di cui parlano di solito gli uomini.
Parlavamo anche d'altro ma non voglio rovinarvi il cliché sugli uomini che parlano delle solite cose.
Due anni dopo comprai la casa accanto a mia sorella Clara che aveva dei problemi col marito, solo oggi comprendo quali problemi.
Venne a vivere con Stephanie lì accanto a noi così che per qualsiasi cosa avrebbe potuto contare sulla sua famiglia.
Ricordo che, a causa dei miei problemi di salute, dovevo tornare in città almeno una volta al mese ed era odioso fare tre ore di macchina per farsi torturare.
D'altro canto però non potevo non farlo, ne avevo bisogno, così assunsi un'infermiera che due volte al mese si prendeva cura di me.
Mi faceva gli esami, i controlli, e portava tutto in città per poi avvertirmi dei risultati.
Si chiamava Rosie.
Era bionda, alta, molto più giovane di me.
All'epoca avevo quarantadue anni mentre lei ne aveva ventitré, una ragazzina.
Marta però non la sopportava, diceva che qualcosa in quella ragazza le metteva ansia.

«Steve, credimi, quella donna ci prova con te»

«Marta, accidenti, ho vent'anni più di lei, sono malato, cieco e sposato! Smettila»

«Fidati di me, io sono una donna e le riconosco quelle come lei!»

«E come sarebbe lei?»

«Una succhia soldi!»

«Forse dovremmo chiamare un infermiere anche per te..»

«Non darmi della pazza!
È una di quelle che si avvicinano gli uomini maturi, li seducono e li portano via dalla famiglia finché non finiscono i soldi!»

«E poi cosa fanno? Li sacrificano al Dio del denaro?»

Era una conversazione assurda per me, una ragazzina non era in grado di fare tali pensieri.
Era molto professionale, molto distaccata e molto dolce con me.
Marta era solo gelosa.

«Quella è una succhia soldi Steve, te lo ripeto...e sai come le chiamano da noi le succhia soldi?»

«Succhia soldi è già un modo di chiamare qualcuno..»

«Bene, il secondo modo allora è Baldracca!»

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