Imperfezione

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Il mattino dopo Marta era tesa, cercava di discutere per ogni cosa e non capivo perché.
Forse la situazione della vendita del quadro la metteva in subbuglio per qualche ragione.
La presi per mano e la portai nel mio studio.

«Devo mostrarti una cosa»

Tirai via un lenzuolo e scoprii un quadro che la raffigurava, nuda se pur coperta da un lenzuolo.
Le avevo dipinto un'espressione dolce ed un corpo formoso proprio com'era in realtà.

«É meraviglioso»

«É solo un briciolo della meravigliosa realtà ma sono felice ti piaccia, è per te»

«Steve, non posso appendere un quadro di me nuda in salotto.
Scioccheremo il bambino...e gli ospiti...»

«No, intendevo dire che ti appartiene.
Se mai un giorno lo venderò il mondo saprà che sei tu, che il quadro rappresenta il mio amore e chiunque lo comprerà dovrà osservarlo ed esserne geloso.
Geloso di me, geloso che sei mia»

Era troppo romantico quel discorso per Marta che ironizzò all'istante.

«Beh, potevi togliermi qualche chiletto però non trovi? Quelle coscie erano necessarie?»

«Amo i tuoi difetti, i tuoi difetti fanno parte di te e non avevo motivo di omettere una parte di te.
Ti ho dipinto per come ti vedo.»

«Quando ti innamori vedi la persona che ami in modo perfetto però..»

«Ed è bello?»

Mi guardò in modo strano.

«Che intendi? Ovvio che è bello»

«Io non amo così, io non mi illudo che qualcuno sia perfetto anche se soltanto per i miei occhi.
Io noto i difetti, osservo l'imperfezione, ed amo lo stesso»

«E quindi vedi l'imperfezione come una perfezione»

«No, vedo l'imperfezione come ciò che è»

Non era d'accordo, era palese che non lo fosse, ma poi chiesi:

«Se io venissi da te e ti dicessi:
Tutti i tuoi difetti sono perfetti ai miei occhi, ti amo.

Tu, tu come reagiresti?»

«Ti bacerei»

«E non sarebbe troppo facile? Me lo sarei guadagnato davvero quel bacio?»

Fece un'espressione strana.

«Non so... immagino di sì»

«Bene.
Ora però se io ti dicessi:

Sei l'essere umano più difettoso del mondo, probabilmente, con la tua lunaticitá, la tua gelosia morbosa, il tuo bisogno di controllo, il tuo cinismo di fronte l'amore, il tuo ironizzare quando qualcosa ti imbarazza, i tuoi migliaia di difetti che ti rendono pura imperfezione.
Ed io lo so, lo so come sei, li conosco i tratti della tua imperfezione.
E ti amo.
Ti amo lo stesso, ti amo più forte.
Perché amare le cose perfette è troppo semplice ed io non voglio donarti del semplice amore.

Ecco, se io ti dicessi così non sarebbe meno facile?
Se io ti amassi pur vedendo l'imperfezione senza illusione cosa faresti?
Meriterei almeno un bacio?»

«Meriteresti il mio cuore»

Mi abbracciò.
Sembrava finalmente tranquilla, il cattivo umore era sparito.
Mi vestii per andare dal compratore e Marta mi accompagnò, lasciammo il bambino da Clara lungo il tragitto per non farlo annoiare.
Entrammo nell'edificio per mano, io stringevo il bastone con foga e nervosismo ed ero totalmente nel panico.
Se quell'affare fosse andato male avrei visto, per così dire, sfumare una grande occasione.

«Signor Hoakley! Buon pomeriggio»

«Buon pomeriggio a lei» dissi con voce spezzata dal nervoso.

«Lui è l'uomo che vorrebbe acquistare il suo bellissimo dipinto»

Sentii una voce molto profonda dire:

«Finalmente ci conosciamo Mr. Hoakley! Adoro il suo quadro e lo voglio, voglio esporlo nella mia galleria d'arte a New York»

«A New York? È serio?»

Sarebbe stato un sogno, lo ammetto, far vedere a tutte quelle persone la mia opera.

«certo che sì!
Ecco il suo assegno.
Volevo incontrarla solo per dirle di persona che lei diventerà famoso! Che tutto il mondo parlerà di S.Blind!»

Marta mi strinse la mano, come suo solito quando vorrebbe dirmi mille cose ma la situazione suggerisce il silenzio.
Ma io dovevo sentirla parlare.

«Marta, cosa ne pensi?»

Non feci in tempo nemmeno a finire la frase che:

«Penso che sia Fantastico! Steve, finalmente, hai visto? Hai visto Steve?»

«Cosa?»

«La vita ti ha tolto la capacità di vedere, ti ha tolto una parte di te, ed eri così triste Steve mentre io ero così impotente.
Ma poi..» prese un respiro profondo «poi hai deciso di sopravvivere e sei tornato a vivere Steve! Sei tornato a creare arte, hai adattato il tuo essere a questa situazione e guarda cosa hai fatto Steve! Guarda! Sarai famoso e la gente apprezzerà la tua arte.
Sono così fiera.
Sono così dannatamente orgogliosa che mi viene da piangere»

Accennai un sorriso ma i miei occhi si fecero lucidi.
Mi voltai verso l'uomo e dissi con tono deciso:

«Dove devo firmare?»

Marta lesse il contratto per me, stavo firmando per esporre tutte le mie opere a New York in cambio del 20% del ricavato.
Non mi importava nulla dei soldi, volevo che il mondo apprezzasse le mie creazioni.
Al diavolo il resto.

«Bene signor Hoakley, ci sentiamo presto okay? Aspetto nuovi capolavori!»

Uscimmo di lì col sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi.
Ce l'avevo fatta, ce l'avevamo fatta!
Era tutto bello, tutto meraviglioso.

«Signor Hoakley, sono il dottor Kith..»

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