Marta ha sempre avuto abbastanza forza per entrambi.
Io, ahimè, sono un uomo fragile e in certe situazioni questo mio essere fu un tormento senza fine.
Nei giorni successivi al funerale di Nicholas rimasi nel mio piccolo studio a dipingere, scolpire, scrivere, a fare tutte quelle cose che mi facevano buttare via il dolore mentre Marta cercava di andare avanti.
C'era silenzio per casa e faceva un rumore che entrambi non sopportavamo.
Pranzi e cene senza dire una parola, notti insonni in cui non ci sfioravamo nemmeno per sbaglio.
Il dolore ci stava mangiando la vita.
Passarono un paio di mesi in cui il gelo piombò in casa e tutto, ogni dannata cosa, aveva perso il colore.
Un giorno ero seduto sulla poltrona e Marta era sul divano poco distante da me, la televisione si vedeva male così si alzò per cercare di sistemare l'antenna ma niente.«Steve, per favore puoi prendermi il foglio delle istruzioni nel cassetto in alto del mobile?»
Mi alzai senza dire nulla e aprii il cassetto, presi un foglio e lo passai a Marta.
Ci fu silenzio.
Il respiro di Marta si era interrotto, non la sentivo più.«Marta? Sei ancora qui?»
Sentii un respiro profondo tirato su a scatti, quasi con fatica.
«Marta?! Che succede? Stai male?»
Non rispondeva, non diceva nulla, ma iniziò a piangere in modo soffocato quasi non volesse farsi sentire.
Le sfiorai il viso per sentire le lacrime, volevo conferma che stesse piangendo.«Amore mio...» la strinsi forte e si abbandonò ad un pianto disperato al punto da rimanere più volte senza fiato «Piccola, che succede?»
Mi diede il foglio.
«Tocca in alto a destra»
Lo feci e mi si gelò il sangue.
Nick era abituato a fare due piccoli buchi sul foglio, con un ago, nell'agolo destro in alto così che usando il tatto avrei sempre saputo che quel foglio era un suo lavoro.
Voleva che li riconoscessi sempre, che riconoscessi i suoi disegni tra mille fogli e li marchiava così.
Quel foglio era un suo disegno, l'ultimo probabilmente.
Guardai Marta:«Cosa c'è sopra? Cos'ha disegnato?»
Lo prese di nuovo e cercò di trattenere i singhiozzi.
«Ci sei tu Steve, ti ha ritratto mentre dipingevi.
Hai un pennello in mano e tutti i colori sulle mani e sulla faccia e poi..»«E poi cosa?»
«E poi hai gli occhi a forma di cuore ed un gran sorriso.
Accanto ci ha scritto:Il mio papà è un supereroe,
Con i suoi super poteri crea l'arte!
Ti voglio bene.
Nicho»Marta scoppiò di nuovo a piangere mentre io presi il disegno e lo strinsi a me.
«Marta, vieni qui da me» la strinsi ancora «Mi dispiace tanto»
«Non è colpa tua, ora passa»
«No, non passa e sì... è colpa mia»
Si staccò da me.
«Smettila di darti delle colpe che non hai Steve! La vita a volte dona ed altre toglie»
«Ma se io non fossi andato a quello stupido colloquio per il mio stupido quadro!»
Sentii arrivare uno schiaffo sonoro da Marta e restai immobile, senza parole.
«Non ti permettere mai più Steve, non chiamare mai più la tua arte "Stupida".
Nick amava la tua arte, amava te.
Hai già dimenticato cosa dice quel disegno? Hai già dimenticato che secondo lui hai dei super poteri?»«Ma io non li ho i super poteri Marta, io...»
«Si che li hai.
Sei sopravvissuto alla guerra, hai superato lo shock della tua vista.
Hai comprato una casa bellissima, sei riuscito a diventare un'artista conosciuto nonostante la tua cecità.
Mi hai donato il bambino più bello che il mondo abbia mai conosciuto.
Mi ami intensamente nonostante io sia una frana con i sentimenti, nonostante il mio cinismo ed il mio stupido sarcasmo.
Li hai i super poteri Steve»Feci beccuccio e trattenni le lacrime.
Marta mi sfiorò la guancia.«Ti chiedo scusa»
«Per cosa?»
«Per aver pensato solo a me.
Ho pensato a come togliermi di dosso questo infinito dolore così innaturale, ho pensato a dipingere e scolpire...
Ho pensato solo a me mentre tu dovevi elaborare la cosa da sola.
Non è stato un atto d'amore il mio, l'amore non è egoista.
Ti chiedo scusa Marta.
Ti chiedo perdono per aver lasciato che il dolore offuscasse l'amore.
Perdonami ti prego per averti lasciata soffrire da sola.
Sono giorni infiniti in cui non ti ho mai nemmeno dato un bacio sulla fronte, sono un cretino!
Ma il fatto è che non so come fare Marta! Come faccio? Come faccio e darti forza se io non ne ho? Come posso proteggerti dal dolore se io stesso muoio avvelenato da esso?»Scoppiai in lacrime e Marta mi strinse forte.
«Va bene, tranquillo.
Non è colpa tua Steve, non è colpa di nessuno.
Non puoi proteggermi da tutto ma puoi camminare con me sulla strada del ritorno alla vita.Stai con me ed io starò con te, niente potrà pesare troppo se il peso è sorretto da entrambi.
Sopravviviamo per amore nostro e per amore di Nicholas»Quella notte dormimmo di nuovo abbracciati con le lacrime sul cuscino e le mani calde strette tra di loro.
Le nostre vite non si erano interrotte, se pur la sensazione fosse proprio quella, il tempo continuava a scorrere e con lui dovevamo scorrere anche noi.
Insieme.***
«Steve...»
«Sì amore? Stai bene?»
«Mi fa male...»
Marta ha perso i sensi.
«Infermiera?!»
Sento correre verso di me infermiere e dottori mentre tengo la mano stretta a quella di Marta.
«Amore mio, resta con me»
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La voce dell'Amore
Romance"Qualcuno una volta disse che le cose belle sono destinate a finire ma quel qualcuno non aveva lottato abbastanza". Steve e Marta, tra ricordi sbiaditi ed emozioni ancora vive, vi faranno capire l'amore vero e la sua eternità.