Marta è in terapia intensiva ed io sono qui, oltre il vetro, seduto su una sedia in sala d'attesa e nemmeno posso osservarla.
Di questo passo non potranno mai operarla poiché è troppo a rischio, troppo fragile, e potrebbe morire sotto i ferri.
Prego Dio di darmi la forza.«Signor Hoakley, Marta è molto grave ma stabile.
Stiamo facendo tutto il possibile.
Ahimè ha avuto un cedimento, chiamiamolo così, del polmone destro che a causa della malattia e dei vari problemi di salute faticava nel respirare»«Si riprenderà?»
Sento la sua mano sulla spalla.
«Non lo so, stiamo lottando con lei e per lei»
Il dottore, chiamato da un'infermiera al piano superiore, se ne va velocemente.
Io e Marta abbiamo sempre superato tutto insieme, abbiamo vissuto cose belle e cose brutte tenendoci per mano e adesso la sua mano è lontana dalla mia ed io non so se ce la faccio.****
«Steve sbrigati! Faremo tardi per la festa!»
Ormai erano mesi che Nicholas ci aveva lasciato e le nostre vite stavano lentamente cercando di tornare a scorrere.
Quella sera c'era una festa a sorpresa per Clara e suo marito, tutta organizzata da Marta per il loro anniversario.«Non riesco a farmi il nodo alla cravatta accidenti!»
«Un attimo» mi raggiunse frettolosamente, sentivo i suoi tacchetti sbattere sul parquet «Ecco fatto! Andiamo, sei peggio delle donne! Io sono pronta da un'ora..»
«Hey, non sono bello solo grazie a madre natura.
Ho bisogno di qualche aiutino okay?»Le sorrisi e lei ricambiò.
Lo sento quando sorride perché un secondo prima si passa la lingua sulle labbra, per bagnarle, e poi sorride.
L'ha sempre fatto e l'ho sempre trovata una cosa davvero molto bella.
Quella sera andammo alla festa anche se il mio umore non era dei migliori, ero nel bel mezzo di un nuovo contratto con un museo di Los Angeles che voleva i miei quadri ma non avevo loro notizie da giorni.
Ero in ansia e nervoso.
In più divertirsi senza Nicholas faceva male al mio povero cuore.
Marta, invece, era così presa dai preparativi che probabilmente non pensò a nient'altro quella sera.«Eccoli, eccoli!»
«Shhhh, nascondetevi tutti»
«Spegnete le luci e fate silenzio!»
Io rimasi lì, fermo, tanto per me era buio comunque.
C'erano una cinquantina di persone ed essendo il giardino di Clara abbastanza piccolo mi domandavo dove cavolo si fossero nascosti tutti ma alla fine poco importa.
Sentii la chiave girare nella porta.«Ma, era aperta?»
«Oddio Clara ci hanno derubati?»
Mio cognato corse al piano di sopra mentre Clara uscì in giardino e..
«SORPRESA!!!»
Clara fu sorpresa davvero.
«Cosa ci fate voi qui?»
Mio cognato si affacciò dalla finestra del piano superiore.
«Cosa mi sono perso?»
«Scendi idiota!»
Tutti gli invitati andarono da Clara e dal marito per fargli gli auguri e si aprirono i festeggiamenti.
C'era cibo, alcool, musica niente male, e tutti si divertivano parecchio.
Io me ne andai seduto sul marciapiede di fronte casa, lontano da urla e schiamazzi.
Da bravo asociale amavo il silenzio.
Nell'aria c'era odore di pioggia questo indicava che da lì a poco avrebbe iniziato a venir giù il cielo ma non mi importava.
Gli invitati erano tutti coperti dal capannone che Marta aveva comprato per l'occasione ed io non avevo certo problema a bagnarmi un po'.
Tutt'altro.
La porta di casa si aprì dietro di me e sentii gli stessi tacchi che qualche ora prima facevano rumore in casa mia.
Era Marta.«Cosa ci fai qui asociale di un uomo?»
«La musica era troppo alta e mi fanno male le orecchie.
Poi si può fare una festa senza una canzone Jazz? Dai...»Si sedette accanto a me e posò la testa sulla mia spalla.
«Sei sempre il solito brontolone..»
«Tu piuttosto perché sei qui? Non devi controllare che la festa proceda?»
«L'età media degli invitati è quarant'anni quindi spero che non abbiano bisogno di me come
baby-sitter! E poi volevo stare un po' con te.
Mi mancavi»«Ti mancavo?» lasciai andare una risata contenuta «Ma io sono qui»
«Solo perché sei qui non implica che tu ci sia davvero»
La guardai un po' confuso.
«Steve» mi accarezzò la guancia «fisicamente puoi essere qui con me o addirittura sopra di me ma se con la testa e col cuore sei altrove io non ti sento.
Se non ti sento mi manchi»Con questa affermazione capii che nonostante i preparativi e la festa Marta aveva trovato il tempo di osservarmi durante tutto il tempo.
Si era resa conto che non ero dell'umore giusto.«Hai ragione, scusa»
Le misi un braccio sulle spalle e la strinsi a me.
In quel momento una goccia mi cadde sulla fronte e la band che suonava alla festa iniziò a suonare Autumn leaves di Miles Davis.«Ecco la sua canzone Jazz signore» mi prese la mano e si alzò in piedi «Mi concede questo ballo?»
Le sorrisi e mi alzai.
«Certamente Madame»
Il cielo esplose in un temporale meraviglioso ed io e Marta ballammo attaccati, sotto la pioggia, lontano da tutto e lontani da tutti.
Non esisteva nessun'altro al di fuori di noi.
La sua testa poggiata sul mio petto, il suo respiro unito al mio, mentre il cielo di Brooklyn dava spettacolo tra lampi e tuoni.
La festa a pochi metri da noi continuava indisturbata, nessuno si era accorto della nostra assenza.
L'odore della pioggia era così delicato.«Marta»
«Sì Steve?»
«Sei ancora ciò che vedo oltre il mio orizzonte lo sai?»
Le sentii il cuore accelerare.
«Indipendentemente da ciò che ci aspetterà in questa vita:
Io ti amo e sarà così finché il mio cuore mi terrà in vita e forse, essendo l'amore così forte, persino dopo la fine della mia esistenza resterò ad amarti»«Dici tipo fantasma?»
Marta e la sua ironia quando si imbarazza....
«Dico tipo stella»
«Stella?»
«Le stelle muoiono lo sai? Le stelle che vediamo in cielo forse sono morte anni fa ma la loro luce viaggia nello spazio e arriva ancora da noi.
Sarà così per me, sarà così per noi.
Anche se dovessi smettere di esistere la mia luce, il mio amore, attraverserà qualsiasi cosa pur di arrivare da te»«Ti amo anch'io Steve»
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La voce dell'Amore
Romance"Qualcuno una volta disse che le cose belle sono destinate a finire ma quel qualcuno non aveva lottato abbastanza". Steve e Marta, tra ricordi sbiaditi ed emozioni ancora vive, vi faranno capire l'amore vero e la sua eternità.