La guerra mi sbatté in faccia la morte, così, come se fosse niente di ché e fu un trauma.
L'unica cosa che mi mantenne in vita in quegli anni furono le lettere di Marta, le conservo ancora tutte in soffitta o almeno credo:«Marta! Le lettere che mi hai spedito ai tempi della guerra sono ancora in soffitta?»
«Nessuno le ha toccate Steve quindi le troverai dove le hai lasciate»
Mi tocca salire in soffitta su quella scala odiosa e traballante che un giorno, lo so, sarà la causa della mia morte.
«Steve cosa diamine devi fare con quelle lettere adesso? Ti farai male!»
«Non portare sfortuna donna!»
Marta odia quando la chiamo così..
«Non chiamarmi donna!! Uomo!!»
Avete visto? Dice che è una cosa sessista ed io lo dico per farla arrabbiare.
Adoro quando si arrabbia per queste sciocchezze perché le si forma un'espressione imbronciata ed essa è la causa per la quale ora ha una ruga carinissima sulla fronte, ci ho messo anni a farle venire quella ruga.
Ecco qui le lettere, quanta polvere.
Si sono ingiallite e rovinate, un po' come me d'altronde, ma il contenuto è ciò che conta.
Proprio come me...Questa fu la risposta alla lettera che le mandai il giorno prima dello sbarco, la lessi due settimane dopo e la aspettai con ansia.
Avevo bisogno di leggere queste parole per sentire la mia Marta accanto a me.Brooklyn, U.S.A
1944Caro Steve,
Mi manchi.
I giorni senza te sembrano anni infiniti ed io sento un vuoto nel petto che non ho mai sentito prima d'ora.
Papà è morto, volevo avvertirti, lo abbiamo trovato appeso ad una corda un mese fa.
Ha scelto di mettere fine alle sue sofferenze così.
Steve, sei ciò che ho di più caro e l'unica persona che possiede il mio cuore.
Torna presto, torna vivo.
È ovvio che mi vedi ancora lì, oltre il tuo orizzonte intendo.
Steve, io ti amo.
Torna da me.Tua, Marta.
La mia piccola Marta mi spezzò il cuore con quel "Torna da me" perché sapevo di non poter tornare, non subito, ma mi concentrai sul momento in cui tutto sarebbe tornato com'era.
Le scrissi questo:Isola di Leyete, Filippine.
1944Cara Marta,
C'è un buco nel mio petto, proprio dove c'era il cuore ma sto bene e sai perché?
Perché il mio cuore è lì con te, al sicuro.
Mi dispiace molto per tuo padre piccola mia, era un uomo forte ma forse lottare lo aveva sfinito.
Tornerò da te amore, lo prometto, anche se non so quando ma giuro che sarò lì accanto a te di nuovo.
Ho voglia di baciarti la fronte proprio nel centro, lì, dove ti si forma quella piccola ruga quando ti arrabbi.
Ecco, quel punto è il punto dove in questo momento ti sto baciando dolcemente.
Aspettami amore.Tuo, Steve.
Ricordo che dopo la battaglia fummo trasportati in una città vicina, eravamo tutti feriti e stanchi.
Alcuni di noi erano morti e sulla brandina di un ospedale sudicio scrissi questa lettera.
Jhon era nella branda accanto la mia, in sottofondo si sentivano lamentele e grida di dolore mentre le infermiere correvano a destra e sinistra come pazze.
Ma io ero così concentrato a scrivere a Marta che tutto quel casino non esisteva.
Mentre mi impegnavo nello scrivere Jhon mi fissava, una volta finito mi disse:«La ami molto eh?»
«É un amore così forte ed intenso che non credo riesca a stare nella scala dell'amore»
«La cosa? Scala dell'amore?»
«La scala dell'amore, sì.
Hai presente quando devono misurare un terremoto? Usano le scale.
Di solito vanno da uno a dieci, per farti un esempio, ed il mio amore è così profondo, il terremoto è così dannatamente forte, che non può essere misurato con una scala del genere.
Non arriva a dieci, né a undici.
Jhon, i numeri sono infiniti ed io non riesco a trovarne uno che si avvicini al mio amore per Marta»Jhon scoppiò a ridere.
«É la teoria più assurda e dolce, lo ammetto, che io abbia mai sentito!
Sei pazzo, lo sai?»«Forse sì» accennai un sorriso «Jhon...»
«Dimmi»
«Ti capita mai di pensare a tua moglie così intensamente da chiederti se lei senta i tuoi pensieri?»
«Sì, sì mi capita»
«Ecco, in quei momenti prova a concentrarti sul tuo cuore.
Sul suo battito.
Coraggio prova!»«Adesso?»
«Sì! Coraggio sdraiati! Non lo sai che i matti vanno assecondati?»
Jhon si sdraiò e guardò fisso il soffitto.«No, chiudi gli occhi.
Pensala intensamente Jhon, fallo.»Mi guardò malissimo, come a dire "Sei odioso..." Ma chiuse gli occhi.
«Pensala, respira lentamente»
«Steve!! Tutto bene?!»
Ma che ore sono?
Santo cielo sono le undici passate è più di un'ora che sono nella soffitta.«Sì amore, scusami... mi ero perso tra i ricordi»
Scendere da questa scala è davvero un'impresa.
«Steve, tu e la tua testa tra le nuvole...»
Mi sta abbracciando teneramente, com'è bello quando lo fa.
Marta non è mai stata una persona espansiva, non ha mai abbracciato i suoi genitori o i suoi amici.
Una volta mi confessò che in tutta la sua vita abbracciò solo me.
Sono ancora l'unico che abbraccia e per questo mi sento l'uomo più fortunato della terra.
Mi sento speciale.«Andiamo a letto caro?»
«Chiudo la soffitta e ti raggiungo»
«Vuoi una mano?»
«Come l'ho aperta la chiudo, tranquilla»
È sempre odioso quando i nostri abbracci si interrompono ci credete?
Fosse per me vivrei attaccato a Marta come le cozze sugli scogli ma sarebbe esagerato, lo so.
Comunque, tornando a Jhon, ricordo che stette qualche minuto in silenzio.
Era completamente perso nei suoi pensieri e accennava un sorriso, aveva gli angoli della bocca leggermente inarcati.«La vedi Jhon? Vedi tua moglie?»
Non rispose, fece cenno con la testa.
«Bene! Ora respira, lentamente, e ascolta il battito del tuo cuore.
Lo senti?»Gli lasciai pochi minuti di silenzio per farlo concentrare e poi:
«Lo senti Jhon? Lo senti che strano suono fa?»
«Sì, lo sento Steve..»
«Bene, è questa la voce dell'amore»
«Steve, hai fatto? Devo aiutarti?»
«No amore, arrivo subito da te»
Ogni sera è sempre così:
Lei non dorme finché non mi infilo nel letto mentre io non dormo se prima non la osservo mentre si addormenta.
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La voce dell'Amore
Romance"Qualcuno una volta disse che le cose belle sono destinate a finire ma quel qualcuno non aveva lottato abbastanza". Steve e Marta, tra ricordi sbiaditi ed emozioni ancora vive, vi faranno capire l'amore vero e la sua eternità.