La vita che scorre

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Tornati dalla vacanza la nostra vita era di nuovo quella di una volta.
Io e Marta ci amavamo più di prima, credevo non fosse nemmeno possibile dato che la amavo già tantissimo ma se c'è una cosa che ormai so per certa è che l'amore non ha limiti al di fuori di quelli che poniamo noi.
Io, con Marta, non volevo limiti e mai li vorrò.
Lei merita di più, merita tutto ciò che c'è oltre qualsiasi limite.

Un pomeriggio di autunno, di qualche anno dopo, mentre io e Marta passeggiavamo sulla spiaggia, Dylan si precipitò da noi:

«Papà! Mamma! Devo dirvi una cosa!»

«Abbassa la voce altrimenti la dirai a tutta la città!»

Riprese fiato.

«Ho conosciuto una ragazza, lei è..lei è...»

«Figliolo, sono vecchio e stanco...non so se sopravviverò abbastanza da sentire la fine di questa frase»

«Lascialo finire Steve!»

«Lei è fantastica...»

«Tutto qui? Dopo questo momento infinito di suspense mi aspettavo di meglio..»

«Steve!»

Marta mi diede uno schiaffetto sul braccio, di solito lo faceva quando usavo troppo sarcasmo sui nostri figli ma era più forte di me.

«Dylan, tesoro, dimmi...come si chiama?»

«Si chiama Kathleen ma io la chiamo Kate.
Oddio mamma, è bellissima...
Le ho chiesto di uscire stasera ma non so cosa mettermi né cosa dire e...non respiro...mamma..non respiro...forse dovrei annullare»

«Niente affatto ragazzo mio!»

Intervenni prontamente.

«Non si respira solo quando si muore! Fidati di me, ci sono andato vicino diverse volte! Adesso ti calmi, entriamo in casa e cerchiamo dei vestiti da farti mettere.
Sarai bellissimo.»

«Okay, ma preferisco sia mamma a scegliere i vestiti»

«Non ti fidi del gusto di tuo padre?!»

«No se mio padre è cieco....»

Accidenti, me ne dimentico sempre.
Entrammo in casa e Marta aiutò Dylan, era pur sempre un giovane ragazzo ingenuo e aveva bisogno di aiuto per affacciarsi sul mondo dei grandi.
La sua prima uscita, il suo primo amore.
Dylan stava crescendo tutto d'un colpo ed io non ero pronto ma era giusto così, era pronto lui.
I figli crescono anche senza il nostro consenso, è la vita, la vita che scorre, e siamo noi a doverci abituare e adattare a loro... non viceversa.

«Sono pronto!»

«Stai fermo un secondo che ti sistemo i capelli...»

«Mamma, vanno bene così...lasciami in pace.
Sono pronto!
Papà, vorrei dirti che ne pensi ma fidati di me...sono bellissimo»

Sì, questo atteggiamento l'aveva ereditato da me.

«Non ne ho dubbi, somigli al tuo papà ed io sono un uomo incredibilmente affascinante!»

Mi strinse ridacchiando, era felice.

«Ecco a te figlio mio»

Gli allungai qualche spiccio.

«Tratta la signora come merita di essere trattata.
Tieni le mani in tasca, fai il gentiluomo, ricordati di farla accomodare al tavolo del ristorante, di aprirle la portiera della macchina e...»

«Lo so papà, lo so.
Ho osservato te con la mamma per anni...
So come si tratta una donna e se riuscirò a trattarla bene almeno la metà di quanto tu tratti bene la mamma allora, probabilmente, si innamorerà di me per sempre ed io sarò l'uomo più fortunato del mondo»

Uscì dalla porta come ragazzo ma sapevo che sarebbe tornato come un uomo.
Un uomo incantevole.
Ero fiero di Dylan, ero fiero dei miei figli, ed ero felice di aver insegnato loro la più grande felicità del mondo:
L'amore.

*****

«Dottore, che succede?»

«Sta avendo un infarto, dobbiamo portarlo subito in sala operatoria o rischiamo di perderlo qui»

«Papà, ti prego!»

«Stia indietro signorina.
Infermiera, prepari la sala operatoria con urgenza...»

«Dottore, la prego...»

«Faremo il possibile signorina, il signor Hoakley è in buone mani»

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