Un bravo padre

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Mi svegliai due giorni dopo, avevo sùbito l'ennesimo intervento e me l'ero vista davvero brutta.
Marta era lì accanto a me, con la sua mano nella mia, teneramente addormentata sulla sedia ma con la testa sul lettino.
La sentivo respirare vicino la mia mano...
Non potendola osservare per bene le sfiorai il viso, volevo sentirla, volevo immaginarla in quel momento.
Sembrava avere un'espressione preoccupata, le sopracciglia inarcate, come se stesse facendo un brutto sogno.
Il respiro era veloce, ansioso, così le accarezzai la fronte spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Steve!»

Mi abbracciò.

«Sei sveglio!»

«Fino a prova contraria eri tu quella che russava...»

Mi strinse ancora più forte.

«Eravamo tutti così preoccupati, io...io pensavo di perderti stavolta»

Ci fu un breve silenzio.

«Non mi perderai mai, senza te non vado da nessuna parte e sinceramente nemmeno la morte potrà dividerci»

Fece un sospiro profondo, forse le scese una lacrima ma non ne sono certo...quel che so è che era lì con me, mi amava, e non avevo bisogno d'altro.
La porta della stanza si aprì, era tutta la famiglia compreso Dylan che si avvicinò al letto silenziosamente e col volto basso.

«Dylan» disse Marta «Cos'hai? Non sei felice che il tuo papà stia bene?»

Fece cenno con la testa ma non disse nulla.

«Potete lasciarci soli un momento?»

«Va bene, intanto chiamiamo il dottore per avvertirlo che sei di nuovo tra noi»

Feci segno a Dylan di sedersi sul letto con me, si mise nell'angolo in basso..sembrava avesse paura di me.

«Qual è il problema bimbo mio?»

«Niente»

Odiavo la risposta Niente, di solito la usano le donne per dirti che hai sbagliato alla grande.

«Dylan, è palese che qualcosa non va..
Sono qui, parla al tuo papà.
Cosa ti turba?»

Scoppiò, di colpo, a piangere.

«Mi dispiace Pà, è colpa mia se sei in quel letto sdraiato! È colpa mia se hai rischiato di morire, è tutta colpa mia.
Se avessi ascoltato te e la mamma a quest'ora saremmo in spiaggia a goderci la vacanza.
Se avessi...»

«Se...se...se, quanti se!»

Lo interruppi così, non mi piaceva il discorso che stava facendo.
Mio figlio colpevole del mio infarto?! Non sia mai!
Mi sedetti accanto a lui spostando tubicini vari, flebo, e lenzuola odiose.

«Dylan, i se nella vita sono pericolosi.
Ci impediscono di andare avanti, ci raccontano delle bugie e spesso ci bloccano in emozioni negative!
Se avessi sbagliato qualcosa con te? Se non fossi abbastanza bravo come padre? Se non fossi un bravo marito?
Se avessi impedito a Clara e suo marito di guidare sotto la pioggia in quel maledetto giorno?»

Accarezzai la testa del mio bambino con dolcezza.

«Se potessi vedere? Se potessi godere delle cose belle della vita in modo totale? Se potessi vederti anche adesso, solo in questo momento, per vedere se il tuo bel visino somiglia a quello che ho creato nella mia mente?
Lo vedi? Quanti se possiedo anch'io..
Ma se li ascoltassi tutti smetterei di vivere»

Mi abbracciò, mi strinse fortissimo.

«Dai, chiama tua madre.
Parliamo col dottore e fatemi uscire da questo posto schifoso»

Scese dal letto ma a metà della stanza si fermò, mi guardò e disse:

«Comunque uno dei tuoi se puoi toglierlo dalla lista.
Sei il papà più incredibile del mondo»

Uscì dalla stanza lasciando lì dentro la pace dei sensi.
Mio figlio mi reputava un bravo padre ed io ero in pace col mondo.
Cinque giorni dopo fui dimesso e una settimana dopo tornammo in America, infarto a parte fu una gran bella vacanza.

*****

Ormai siamo in questo ospedale da giorni, troppi giorni, ho perso la cognizione del tempo.
Marta sembra stanca, è allo stremo delle forze..lo so..lo sento.
Non mollare amore mio, torna da me.

«Papà, il dottore vorrebbe parlarci»

«Arrivo»

Sono stanco anch'io, ho bisogno di una buona notizia.

«Famiglia Hoakley, mi dispiace informarvi che le condizioni di Marta sono troppo gravi.
La possibilità che si riprenda è pari a zero, il suo cuore ha subito troppi sforzi e sta cedendo.
Di questo passo potrebbe lasciarci da un momento all'altro...»

Ditemi che ho sentito male, la mia Marta...lasciarci?
Sento il cuore scoppiarmi nel petto, lo sento arrivare di nuovo.

«Signor Hoakley!»

«Steve!?»

«Oddio, papà»

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