La risposta è nella cioccolata

14 1 5
                                    

«Ma signorina, io vengo dall'Inghilterra proprio per conoscere mia sorella!»

«Lo so ma credo che lei abbia fatto un viaggio a vuoto, caro signore.
È un momento difficile per la mia famiglia e discutere con lei è l'ultima cosa che voglio!»

Sentire Rebecca discutere con quel tale mi innervosisce a tal punto che sento il cuore sussultare.
Devo sedermi.

«Papà?! Stai bene?»

«Non preoccuparti, sono solo molto stanco»

Non posso dare altre preoccupazioni alla mia piccola bambina, ne ha già abbastanza.
Se le dicessi che il mio cuore fa i capricci renderei la situazione ancora più pesante.

«Potresti portarmi un bicchiere d'acqua?»

«Ma certo Papi, arrivo subito.
E quando torno, caro inglesino, la voglio fuori dall'ospedale»

***

Rebecca è sempre stata molto forte, proprio come Marta aveva sempre le idee chiare ed era molto razionale.
Non come il piccolo Nicholas, lui sotto questo aspetto era come me:
Insicuro e spesso troppo buono.
Al funerale di Clara e di suo marito fu Rebecca a sostenere la cugina, fu lei a prendersi cura di quella ragazza distrutta per tutti gli anni avvenire.
Quasi come fosse sua sorella.
Dylan, poi, adorava Stephanie e Rebecca anche quando lo truccavano come una bambolina.
Ho ancora delle foto e dei filmati di lui vestito da donna, con collana di perle e rossetto rosso, che conservo gelosamente in un posto segreto ed ogni Natale ne proietto uno alle cene di famiglia giusto per prenderlo un po' in giro.
Non festeggiamo in realtà, non ci piacciono le festività, ma essendo un periodo senza lavoro né scuole ne approfittiamo per stare insieme.
Stephanie, comunque, ci mise un bel po' ad ambientarsi e non perché non era a suo agio in casa nostra, d'altronde c'era sempre stata, ma immagino che per una ragazzina, adolescente per giunta, ritrovarsi in quella nuova realtà forzata non deve essere stato facile.
Non sorrideva più ed eravamo tutti preoccupati.
Rebecca, però, non si diede per vinta ed una sera, 7 mesi dopo il funerale, portò Stephanie a ballare con lei.

«Dai vieni, ti divertirai!»

«Rebi ti prego, non ho voglia»

«Ste, non esci da mesi.
Non mangi, non ti diverti, non esci nemmeno in spiaggia a passeggiare!
Tutto quello che fai è leggere libri pesanti come mattoni e deprimerti al buio della tua stanza»

«Scusami se soffro eh?! Ho perso la mia famiglia!»

Entrai in camera, avevo sentito la conversazione.

«Che succede ragazze?»

«Papi puoi, per favore, spiegare a Stephanie che deve reagire?»

Mi misi sul bordo del letto vicino a mia nipote e le misi un braccio sulle spalle, poi la guardai con una faccia, probabilmente, da idiota ma cercavo di sorriderle.

«Stephanie, tesoro mio, hai perso i tuoi genitori e questo è orribile.
La vita a volte fa davvero schifo.
Ma non hai perso la tua famiglia, lì c'è tua cugina che sta cercando con tutte le sue forze di farti stare bene.
Qui, proprio accanto a te, ci sono io che cerco di darti affetto e amore, quello che, nonostante la morte dei tuoi, non deve mancarti.
Sotto, che sicuramente sta cucinando, c'è Marta, la tua bellissima zia, che fa le faccende e ti lava i vestiti, addirittura ti sfama, come fossi sua figlia anche se non lo sei»

Poggiò la sua testa sulla mia spalla e Rebecca si sedette dall'altro lato del letto per stringerle la mano.

«Visto Ste? Questa tu come la chiami? Perché io la chiamo famiglia»

Sentii una gocciolina toccarmi la mano, era Stephanie che piangeva silenziosamente.
La stringemmo in un abbraccio di gruppo, in quel momento entrò anche Dylan che aveva un biscotto al cioccolato in mano.

«Che succede papi? Perché Stephanie piange? L'hai messa in punizione?»

«No piccolo» accennai un sorriso «É solo un po' triste»

Dylan fece un'espressione che avevo già visto, mi ricordava Nicholas, poi si avvicinò a Stephanie e le diede il biscotto che aveva in mano.

«Tieni Stefi, c'è la cioccolata e la cioccolata ti farà sorridere»

Piccolo, sì, ma aveva già capito una delle regole fondamentali delle donne:

La risposta è nella cioccolata.

Stephanie sorrise e diede un abbraccio a Dylan che, tra le braccia della cugina, continuò a sgranocchiare il suo bel biscottone.

«Allora? Che si fa?»

Rebecca non aveva ancora ceduto.

«Beh...suppongo che stasera si vada a ballare»

«Finalmente!!»

Rebecca iniziò a saltellare per la stanza cercando di coinvolgere la cugina mentre Dylan era sempre lì, ad osservare la scena, col biscotto tra i denti.
Quella sera uscirono come ogni adolescente, erano sorridenti e spensierate.
Quella sera, la mia piccola Rebecca, conobbe Jacob.

****

«Ecco a te papà, acqua fresca.
E ti ho portato anche qualche snack alla cioccolata dato che non tocchi cibo da ore.
La cioccolata rende felici, la risposta è nella cioccolata..lo sai»

«Grazie piccola»

«Quel cretino se n'è andato?»

Aveva ereditato la delicatezza di Marta.

«Sì, ma ha detto che non avrebbe lasciato il paese.
Sembra intenzionato ad incontrare Stephanie»

«Se fa del male a mia cugina io...»

Sento suonare le macchine attaccate in camera di Marta.

«Che succede? Infermiera!»

Rebecca corre nella stanza a controllare per poi uscire di nuovo.

«Vi prego aiutatemi!»

Non posso vedere, non capisco cosa succede, sento il panico prendere possesso del mio corpo.
Il mio stanco cuore sta battendo forte, più di quanto dovrebbe.
Sento il freddo del pavimento e poi niente, perdo i sensi.

La voce dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora