Capitolo 2: Vivere

439 23 1
                                    



Alcuni giorni dopo, la bambina scelse di rimettersi in piedi, non desiderava rimanere ancora per molto in quel lettino e nonostante i suoi due amici d'infanzia arrivassero continuamente a farle visita, riempiendola di premure e attenzioni, colmando la stanzetta di regali e giocattoli meravigliosi si rese conto che  essere reclusi in quella incantevole gabbia dorata, era una sensazione angosciante. Lentamente scelse di sgattaiolare via dalla sua camera, iniziando a esplorare la strana magione nella quale si trovava. Aveva più o meno compreso che si trattasse di un castello o una villa, molto lussuosa, poiché vedeva dalla sua finestra delle architetture in stile gotico; si trovava ai piani più alti della residenza. Vicino al suo balcone  era incastonata,  la statua di un angelo e dall'altra parte di un gargoyle; aveva addirittura finto di parlare con loro una sera durante la quale non riusciva a prendere sonno, naturalmente senza ricevere risposta; perciò scelse di addormentarsi osservando la luna dal suo lettino e quella notte, vide Mika che contemplava l'eterea e infinità lucente che volteggiava languida nel cielo notturno.

In quel momento, il suo cuore perse un battito, immaginando il suo viso nella sua mente, gli occhi erano celesti e assorti nella contemplazione del fulgido astro.

Si alzò dal suo lettino e corse vicino alla finestra, per osservarlo  timidamente, di nascosto, celandosi dietro il pesante drappo della tenda vermiglia. Ancora doveva abituarsi a quella strana colorazione rossastra che lo accomunava agli esseri maledetti, ne' voleva accettare che fosse diventato uno di loro. Si rese conto di essere stata innamorata di lui in passato, tuttavia, oramai il malvagio Kronos gli aveva separati, facendo rimanere lei bambina, protetta dalla dea Ebe e portando il suo amato, invece, nel fiore della giovinezza. "Aspetterò quattro anni...poi gli svelerò i miei sentimenti..." Pensò mentre, vinta dalla stanchezza tornava a riposarsi, sprofondando tra le braccia di Morfeo, che simile ad un padre amorevole, fece discendere sogni tranquilli nella mente della piccola.

Spesso contemplava due eleganti nobili passeggiare, sul far del crepuscolo, nel meraviglioso roseto, sul quale si affacciava la sua stanza.

La prima figura era alta e snella, leggiadra con dei lunghi capelli argentati, si muoveva con innata grazia, a volte pareva danzare, soprattutto nelle notti nelle quali la luna era più visibile, più volte rimase estasiata a guardarla, pensava che dovesse essere una persona molto affascinante.

Il secondo individuo, doveva essere un suo buon amico, dal fisico alto, muscoloso con i capelli rossi e scompigliati, pensò che fossero una bella coppia, soprattutto all'inizio, quando gli vedeva parlare di spalle l'uno vicino all'altro mentre contemplavano il tramonto. Il secondo giorno, notò che la donzella dai capelli argentati, altro non fosse che un lui, che la salutò giulivo, con un amichevole cenno della mano, attirando le lamentele dell'altro, a quel punto la piccola, si nascose nel suo lettino, impaurita, poiché aveva notato un cruento bagliore rossastro, rifulgere inquietante nei suoi occhi, e una sconosciuta fitta acuta di disperazione, trapassarle il collo. Rimase sinceramente colpita dalla scoperta, perché per colpa della lontananza,  delle sue movenze ancheggianti e i lunghi capelli di quel raro colore, si era autoconvinta ingenuamente che fosse una qualche nobildonna, intenta a corteggiare il suo cavaliere. Notava spesso che era l'essere dalla lunga chioma argentea ad avvicinarsi e a iniziare le conversazioni con l'uomo forzuto. La terza sera invece, al tramonto, le capitò di osservare una bellissima ragazzina, dai lunghissimi capelli color ciliegio, passeggiare amabilmente in compagnia di Mika nel roseto, ammise che una fitta di gelosia le trapassò il cuore, quando la vide avvicinarsi all'improvviso al giovane, sfiorargli il volto e sussurrargli qualcosa all'orecchio, a quel punto il ragazzo, indietreggiò, quasi spaventato, per poi coprirsi il viso e fuggire via, lasciando la ragazzina, sola in quel meraviglioso giardino.

Are you still my Family? - Owari no Seraph/ Seraph of the EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora