Capitolo 28: Riunione

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 Una creatura divina apparve improvvisamente di fronte alla bimba. "Michael!" Gridò la piccola, saltandogli con le braccia al collo, l'angelo la prese tra le braccia, accarezzandole affettuosamente il viso: "Akane!"La salutò, stringendola a se, felice di osservare un anima così innocente, sperando che non perdesse il mai candore tipico dell'infanzia. La piccola saltellò al suo fianco, dedicandogli un sorriso radioso, che riempì l'animo della creatura angelica di gioia, quel serafino era un fratello maggiore per lei. Michael osservò Crowley che sbigottito osservava la scena, incredulo e geloso, la bimba si dileguò tra i corridoi, comprendendo all'istante lo sguardo della divinità che le intimò di allontanarsi. Lei corse via, sperando che non iniziasse una lite, rintanandosi ai piani superiori. Michael incedette imperioso verso il vampiro. Crowley era ammaliato da quella entità, la scrutò stupito: osservare quell'essere paradisiaco, la cui protezione era stata così agognata e bramata nella sua scorsa vita, adesso che apparteneva alla stirpe di sangue, gli provocò un senso di risentimento e rabbia.

Si disse di rimanere calmo, scrutò quelle iridi bellissime e dolci esattamente come raccontavano le leggende; il suo cuore immobile sussultò, rapito da quel viso etereo: secoli prima sarebbe crollato in ginocchio dalla commozione, tremante, in quella concezione medievale dell'esistenza che avviluppava il suo animo, lui che accecato dall'idolatria aveva compiuto massacri. "Quelle creature rendono gli umani loro succubi" . Ora invece rimaneva fermo, sfidandolo con lo sguardo, divertendosi malignamente nel desiderare la paura avviluppare le iridi del servo divino. "Sei arrivato troppo tardi..." Gli mormorò Crowley a fil di voce, colmo di risentimento, l'angelo si rattristò, cercando di avvicinarsi a lui, ma il vampiro lo fulminò con lo sguardo, sguainando la spada. Michael si fermò silenziosamente rattristandosi, cercò di mormorare qualcosa, ma le parole morirono in gola, sapeva che Crowley non credesse in loro, ma l'astio che leggeva nel suo sguardo riempiva il suo animo di angoscia: "Questo odio non può redimere la tua anima Crowley Eusford, che senso ha provare un sentimento tanto violento? Questo risentimento, sarà la tua rovina!." "Perchè non gli avete salvati? Perchè non avete scacciato quella creatura, nonostante la nostra assoluta lealtà! ...Io non credo in voi...non più" Sibilò il guerriero. "Vedere i propri figli sterminarsi a vicenda, non è mai stato un volere divino, Crowley Eustord, rifletti su questo: "Non uccidere"" Lo rimproverò l'angelo inviandogli uno sguardo imperioso. Il vampiro serrò i denti. I serafino si rabbuiò: "Su quel campo di battaglia non vi era solo un demone... ma un esercito... Non eravate uomini ma creature con la mente ottenebrata da sfrenata idolatria. Fortunatamente molti di voi hanno fatto ammenda dei propri peccati, rendendosi conto della cieca furia che annebbiava la vostra razionalità, euguagliandovi alle creature infernali in quanto a violenza.

Di fronte al vampiro apparve un campo di battaglia, che si materializzò labile come un riflesso sull'acqua: "Sono i miei ricordi" Mormorò il serafino. lo scempio di quella guerra, osservata dalle creature celesti, il vampiro con il cuore grondante di disperazione vide schiere di angeli volare tra i combattenti, invisibili, cercavano con tutte le loro forze di bloccare gli uomini, che simili a demoni si sterminavano tra loro, accecati dalla ferocia. Il vampiro rimase immobile, sconvolto da quella visione. Il terreno era tinto di sangue, e tra quelle belve notò con orrore un guerriero che uccideva avversari con una ira indomabile, mietitore di soldati, rabbrividì quando incontrò quelle iridi illuminate di cremisi, la sua mente sprofondò ghermita dall'oblio: era se stesso. Michael ridestò Crowley da quella scena, che lentamente si dissipò come nebbia, riportando l'ambiente alla realtà: "Noi angeli eravamo lì, cercando di bloccare la furia degli uomini, ma le nostre suppliche, erano ignorate, relegandoci al compito di redimere le anime dei caduti pentiti" Formulò glaciale, a fil di voce, ricordando quella straziante e logorante guerra. Crowley tremò: "Quel mostro ero io..." Rivelò incapace di provare sentimenti, desiderando piangere ma le lacrime non rigavano dai suoi occhi da più di ottocento anni, bloccate dalla sua natura maledetta. Michael lo osservò, dedicandogli un flebile sorriso, muovendo un passo verso di lui: "So' del tuo pentimento. Tuttavia...il fato avverso ti ha ghermito tra le sue spire..." "Non desidero cambiare il mio destino, il passato è incancellabile, oramai sono questa creatura, nulla potrà riportarmi indietro..." Proferì dedicando uno sguardo torvo al serafino che lo guardò con rassegnazione. Tra i due calò un gelido silenzio. Poco dopo un'altra entità apparve di fronte ai suoi buoi occhi, rabbrividì, la sua mente fu ghermita dall'oblio: era un demone.

Are you still my Family? - Owari no Seraph/ Seraph of the EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora