« Perché? ».
Una semplice domanda, mentre Testa Bruta guardava il giovane vichingo di fronte a lei, poi ripeté: « Perché, dimmi ... perché? ».
Moccicoso sospirò, senza il coraggio di guardare la sua ragazza--per essere precisi ex per semplice fatto che avesse rotto nemmeno pochi attimi fa con lei--ed ora cercava una scusa, onde da evitarle altra sofferenza.
Testa Bruta Thorston era follemente innamorata di Moccicoso Jorgenson e quando, qualche mese prima, lui aveva iniziato a corteggiarla, si era sentita la ragazza più felice dell'Arcipelago.
Forse convinta che Moccicoso avesse perso interesse per Astrid Hofferson--da lungo tempo la sua cotta storica. Aveva accettato la sua corte--nonostante il forte scetticismo del fratello di lei, Testa di Tufo--e Testa Bruta era pronta per il grande passo: rendere la loro relazione ufficiale, così come prevedeva la legge vichinga.
E quella sera la giovane era decisa a chiederlo a Moccicoso, quando lui le aveva detto quelle parole, che l'avevano quasi uccisa.
« Scusa Bruta ma .... io ho bisogno di tempo ».
Così le aveva parlato, tenendo lo sguardo basso mentre la ragazza aveva sentito un forte peso sullo stomaco, poi aveva sussurrato: « Perchè? », sperando in una risposta plausibile.
Lui si dondolò sul posto: « Cerca di capire, ci frequentiamo da poco e ... beh ... ».
« Che cosa? Non riesco a seguirti Moccicoso, perchè hai bisogno di tempo? ».
« Non è detto che siamo sicuri sui nostri sentimenti ».
« Noi? -la ragazza scattò come una furia e Zannacurva, l'Incubo Orrendo del vichingo, la guardò un po' storto- No, ti sbagli ... tu sei quello che deve capire, io lo so già ».
La ragazza sospirò, una lacrima sfuggì e lei la ricacciò dentro: « Io so di amarti Moccicoso Jorgenson, la domanda è ... tu, sai cosa provi veramente? ».
« Bruta, non rendere le cose più difficili ».
« Qua l'unico che sta complicando la situazione sei tu -si avvicinò al ragazzo e gli accarezzò la guancia con le dita magre- ti prego, rispondi ».
Moccicoso sapeva che questa domanda sarebbe venuta fuori, ma ora non aveva il coraggio di rispondere, quando vide gli occhi di Testa Bruta, pieni di dolore.
Come poteva rispondere? Lei era così speciale, come poteva soffrire a causa sua?
Deglutì appena. Il tocco delicato della vichinga sulla pelle, poi si arrese: « Perchè sono ancora innamorato di Astrid e, per quanto tu possa essere speciale, non riesco a dimenticarla ».
Testa Bruta sgranò gli occhi, il mondo le sembrò quasi finire, mentre il suo cuore si spezzava.
« Che cosa ... » era un sussurro, ma Moccicoso potè udire chiaro e tondo.« Mi dispiace Bruta, l'ultima cosa che voglio è vederti soffrire », fece per accarezzare la sua guancia ma la ragazza si allontanò di colpo.
« Tu ... tu mi hai usata! ».
« No, non dire così, non ... ».
« Si! Tu mi hai usata! » urlò lei.
Calde lacrime cominciarono a cadere lungo le guance di Testa Bruta, che lei ignorò: « Mi hai usata! Solo perchè non riuscivi a dimenticare Astrid, mi hai fatto diventare il tuo giocattolo! ».
« Io ... ».
« Sta zitto! ».
« Ascolta, mi dispiace ».
« Non quanto dispiaccia a me -la vichinga alzò la mano e lo schiaffeggiò in pieno volto, ma il ragazzo non battè ciglio- Ti odio! ». Iniziò a colpirlo al petto, i pugni stretti, mentre continuava a piangere e urlare: « Ti odio Moccicoso! Mi hai sentito?! ».
Il figlio di casa Jorgenson incassò ogni parola, le prese i polsi e li strinse appena, poi l'abbracciò, sentendo le lacrime bagnargli la casacca.
Bruta si accasciò a terra, senza smettere di piangere disperata e i sensi di colpa di annidarono nella mente di Moccicoso.
La porta di casa Thorston si aprì e spuntò Testa di Tufo--il quale aveva udito ogni singola parola.
Semplicemente si avvicinò alla sorella e le circondò le spalle e portò un braccio sotto le ginocchia, sollevandola, mentre Testa Bruta piangeva contro il suo petto, stringendo la camicia.
Moccicoso incrociò lo sguardo di puro odio da parte di Tufo, abbassò dunque il suo e solo dopo aver sentito la porta di casa Thorston richiudersi, prese Zannacurva e si alzò in volo, allontanandosi nella notte.
Testa Bruta scalciò, urlando al fratello di lasciarla andare. Lui la ignorò e la fece sdraiare sul letto, si sistemò accanto a lei e le circondò la vita, attirandola a sé.
La ragazza affondò il volto nell'incavo del gemello, bagnandoli la pelle: « Non è giusto ... no ... io lo odio ... lo odio! ».
« Shhh sorellina, è tutto okay, ci sono qua io ». Testa di Tufo sussurrò dolcemente, per poi stringerla a sé, fino a quando lei non si addormentò, spossata.
***
Testa Bruta aprì gli occhi gonfi, la gola secca e sentiva di voler piangere ancora--benchè avesse consumato così tante lacrime che credeva di non averne più. Fece per mettersi a sedere, ma il braccio di Testa di Tufo le impediva ogni movimento.
« Tufo ... ».
« Zitta e dormi, ne hai bisogno ».
« Ti prego ... ».
« No, oggi starai qua con me, dovessi legarti al letto » replicò lui, alzando lo sguardo. I loro occhi acquamarina si incrociarono.
Lei sussultò appena poi si tuffò tra le braccia del giovane, scoppiando di nuovo in lacrime, il ragazzo le accarezzò dolcemente la chioma: « È tutto okay, ci sono qua io ... » sussurrò, stringendola a sè, poi guardò l'orizzonte e sospirò.
Testa Bruta Thorston era stata spezzata in una sola notte e solo gli Dei sapevano, quando sarebbe ritornata quella di un tempo.

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Historier fra Norden
FanfictionRaccolta di One-Shot, incentrate sui nostri amati personaggi del franchise di Dragon Trainer, che attraversano entrambi i film e le serie televisive. Storie che arrivano dalla fredda terra del Nord, dove le saghe dei loro antenati continuano a viver...