Perdita (sequel di Ritrovo)

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Un urlo agghiacciante ruppe il silenzio di Berk.

Hiccup alzò la testa di scatto e fissò la porta, chiusa.

Una mano si appoggiò sulla sua spalla: « Tranquillo -Moccicoso gli sorrise- andrà tutto bene ». Hiccup non rispose.



Sette mesi.

Sette mesi da quando aveva scoperto di essere padre, dopo una notte di pura follia con Astrid Hofferson, la sua storica ragazza.

Un periodo di pausa, che era stato poi rotto da quell'improvvisa gravidanza che aveva portato i due ad una conclusione: riprovarci.

La gravidanza non si era dimostrata facile--forse perché Astrid era ancora nel fiore della giovinezza--ed ora, dopo una notte insonne, alla giovane vichinga era ben chiaro fosse il momento del parto, benché fosse prematuro.

Una gravidanza che aveva portato tante, fin troppe chiacchiere.

C'è chi diceva che Astrid avesse voluto incastrare il giovane erede di Berk, solo per ottenere un matrimonio; altri affermavano che fosse stato lo stesso Hiccup, il quale non sembrava accettare il fatto che la giovane di casa Hofferson potesse avere qualcun altro.

I loro amici e familiari, tuttavia, sapevano bene come fossero andate le cose ed i due giovani ignoravano ogni specie di malalingua.

Sven Hofferson si era dimostrato assai disponibile, il che sorprese tutti, a differenza di Ingrid--la madre di Astrid sembrava quasi impassibile.

Stoick, dall'altra parte, non vedeva l'ora di diventare nonno.



Un altro urlo giunse alle orecchie di Hiccup, che cercava di restare calmo. Non gli era concesso ad entrare nella stanza di Gothi, dove Astrid stava affrontando il parto, ma rimanere la fuori ad ascoltare le urla della ragazza, era snervante.

Sdentato gli appoggiò il muso sulla gamba ed il giovane sorrise. Fortuna che aveva lui. Grattò la testa del drago, cercando di rilassare la mente mentre pregava Frigga che ogni cosa andasse per il verso giusto.

Ad un certo punto le urla smisero, e l'unica cosa che si sentì fu il pianto delicato di un bambino. La porta dell'alloggio sia aprì e spuntò Testa Bruta --allieva di Gothi--che tra le braccia aveva un fagotto di pellicce e coperte.

Hiccup si alzò e, prima che Bruta potesse appoggiare il piccolo per terra, lo prese in braccio. « È femmina ».

Lui sorrise e scostò appena la coperta, scoprendo il volto un po' magro di una neonata dalla pelle chiara, un naso sottile così come la labbra ed una delicata peluria di capelli biondi.

« È sua madre » sussurrò Hiccup, con voce tremante e Bruta annuì: « Esatto -la piccola aprì appena gli occhi- esclusi gli occhi, quelli sono del padre ».

Ed Hiccup si specchiò in due piccole perle color foresta con delle sfumature dorate, esattamente come i suoi.

L'amica gli fece cenno: « Non ti crucciare, ogni cosa è andata bene -indicò l'alloggio- vai ».

Astrid ringraziò Gothi--che uscì con un sorriso sulle labbra--e poi si tirò su a sedere, appoggiandosi al cuscino, del giaciglio dove era sdraiata. Sentì dei passi ed alzò lo sguardo e vide Hiccup entrare.

In braccio sua figlia, o meglio la loro figlia.

Il ragazzo si sedette accanto a lei, sul letto, e le fece vedere la piccola.  Astrid non si trattene e scoppiò a piangere, tuttavia erano lacrime di pura gioia. « È stupenda ».

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