Angel Of Music

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Angolo Autrice:

Questa One-Shot è ispirata ad uno dei miei musical preferiti,"The Phantom of the Opera", creato dalla maestria di Andrew Lloyd Webber.

AU! OOC! Song-Fic

§

Parigi. 1910


Astrid Hofferson era la più famosa cantante lirica ed attrice di quei tempi, lì dell'Opéra Populaire di Parigi, non solo la sua bellezza angelica--bionda con due grandi occhi azzurri--ma anche la sua voce melodiosa catturava le attenzioni di molti.

Tra questi molti, vi era il giovane Eret, suo amico d'infanzia e ora anche futuro sposo, poiché era stato annunciato il loro fidanzamento.

Ed ancora, tra le antiche mura del teatro Opéra Populaire di Parigi, vi era un'ombra che si aggirava misteriosa ed imponete; una voce misteriosa che nessuno aveva mai saputo identificare, nessuno sapeva chi potesse essere, forse solo Astrid.

Astrid definiva quella misteriosa voce il suo "Angelo della Musica" che le aveva insegnato ogni cosa che sapeva e che le aveva donato quella sua voce, che tutti declamavano.

Inutile dire che molti facevano fatica a credere alla giovane cantante, dicendo che fossero solo chiacchiere per aver più attenzioni del solito--come se non avesse già abbastanza, erano i commenti delle comari del teatro.

Astrid, dall'altra parte, ignorava le dicerie e si lasciava trasportare dalla voce profonda del suo Angelo. Ogni qualvolta si trovava sola nelle grandi sale del teatro, a volte nella speranza di poter scoprire da dove arrivasse.

Correva l'anno 1910, quando Astrid Hofferson alla giovane età di venticinque anni, conobbe il suo Angelo della Musica, un uomo mascherato che si faceva chiamare Il Fantasma.

Hiccup Horrendous Haddock.


***


« Astrid! ».

La ragazza smise di cantare e si girò verso Eret, il quale era appena entrato nel teatro ed un mazzo di rose rosse, che le consegnò. Le lasciò poi un bacio sulla fronte: « Mia dolce Astrid, perchè non ti riposi? Possiamo andare al Cafè, a bere qualcosa ».

Astrid sorrise: « Non posso, il mio Angelo della Musica mi ha insegnato che l'alcool nuoce alla mia voce ».

Eret inarcò un sopracciglio, amava la sua futura sposa ma questa storia dell'angelo della musica aveva iniziato a preoccuparlo. Che fosse impazzita? Le prese la mano e baciò le nocche: « Astrid, io ti amo, ma quest'Angelo ... insomma ... dov'è? ».

« Vorrei saperlo anche io, ma è chiaro che per ora dovrà essere un segreto -si staccò dall'uomo e guardò la galleria- fino a quando non sarò pronta per conoscerlo ». Riprese poi a cantare, esercitando la voce.

Eret scosse la testa, appoggiò le rose su un piccolo baule di scena e si allontanò, verso la zona degli artisti, forse per discutere con il direttore dello spettacolo, lasciando la ragazza da sola.



Astrid smise di cantare la sua parte e si lasciò cadere su una sedia, gettò un'occhiata alle rose e fece un sorriso triste: amava Eret si eppure sapere che nemmeno lui credesse alla sua verità la sentiva sentire quasi inadeguata.

Il suo Angelo della Musica, invece, fin da bambina, le aveva donato qualcosa in più: essere ascoltata, oltre la sua voce ed il viso angelico,dove spesso la gente si fermava. Alzò lo sguardo e fissò la galleria, dove Eret era solito sedere quando lei sola si esibiva.

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