Capitolo nove

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Lauren lanciò la testa all'indietro, sospirando esasperata. Era la quinta volta che spiegava a Camila come completare l'equazione, ma il risultato non coincideva mai con quello sul libro.

In più il caldo non aiutava. La sua fronte era imperlata, proprio come la nuca. Ogni tre per due ci passava il dorso della mano ad asciugare le goccioline che scivolavano lungo la sua pelle cerea. Camila sbuffava continuamente, un po' per l'afa, un po' perché non ce la faceva più a lambiccarsi con problemi geometrici ed equazioni matematiche.
Voleva andare al mare, spalmarsi l'olio solare e abbronzarsi tutto il giorno, ma se non avesse passato il test di recupero non sarebbe stata ammessa e non poteva permettersi di perdere un anno: non rientrava nei suoi progetti.

Camila non vedeva l'ora di partire per Cambridge. Certo, prima doveva sostenere ulteriori esami, ma non sarebbero stati quelli a metterle i bastoni fra le ruote. Niente poteva interferire con il suo futuro che era stato affinato fin dai primi anni di liceo.
Lavorava su quel progetto da troppo tempo per permettere a una materia di rovinarle tutto.

«Non capisco! Se questo cinque diventa un venti, allora...» Rifletté ad alta voce, ma Lauren, che stava sbriciando il foglio, la interruppe.

«Il cinque diventa un trenta, Camz.» La riprese, indicando il numero inscritto dentro al quadratino.

«Giusto, giusto.» Vergò il foglio con la penna nera e corresse l'errore. I suoi occhi si aguzzarono e mentre tentava di arrivare alla conclusione, teneva il conto mentalmente scrivendo di tanto in tanto alcuni numeri ai lati del quaderno «Quindi il risultato è... meno centoventi.» Esultò vittoriosa, spostando lo sguardo sul libro contente la risposta.

«No, Camz... Fa meno novanta.» Lauren lasciò ricadere il collo all'indietro e sbuffò. Dopo tre ore di tentativi vani aveva perso ogni speranza.

«Vabbè dai... Ci sono andata vicina.» Si consolò, scrivendo direttamente il risultato esatto senza preoccuparsi di ricominciare da capo.

Non ne poteva più di espressioni, equazioni, denominatori e cose varie. Ma quando tentò di sgattaiolare verso il letto, Lauren le afferrò il polso e la rimise a sedere sulla sedia, lanciandole uno sguardo torvo.

«Dobbiamo finire la pagina e ne hai fatte solo due... e anche sbagliate!» La riprese Lauren, ficcandole la penna in mano e raddrizzando il quaderno davanti ai suoi occhi.

Camila sbuffò sonoramente, lanciando gli occhi al cielo. Era sicuramente spossata dopo le ore di studio, ma in fin dei conti era contenta che Lauren preferisse impiegare il suo pomeriggio facendo matematica con lei, piuttosto che uscire in spiaggia con le altre.

Mentre finivano la quarta espressione, il telefono di Camila squillò. Lesse il nome di Dinah sopra lo schermo e con un sorriso avvicinò l'aggeggio all'orecchio.

«Ehilà!» Strillò la polinesiana dall'altra parte. Una musica si diffondeva attraverso la cornetta, alcuni strepiti di sottofondo. Camila distaccò un po' il telefono, infastidita dalla cacofonia «C'è una festa in spiaggia! So che siete occupata a rovinarvi l'esistenza con la matematica, ma dovete raggiungerci tipo... ora!» Disse convinta Dinah, parlando un po' con lei, un po' con le persone che le passavano davanti.

Camila, che aveva messo in viva voce alla parola festa, mimò un "ti prego" a Lauren che sospirò arrendevole sprofondando nella sedia.
La corvina accettò l'invito e attaccò, dirigendosi velocemente verso l'armadio.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora