Capitolo trenta

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Lauren indossò dei jeans neri attillati, una maglietta bianca con il logo di una band conosciuta e completò con una giacca di pelle nera che era solita indossare: era la sua preferita.

Acconciò i capelli in maniera naturale, lasciandoli ondulati sulle spalle e voluminosi; così facevano rilucere il colore corvino. Si guardò allo specchio. Ancora non era convinta. Le mancava qualcosa.

Si guardò meglio, avvicinando il volto allo specchio, volteggiando i fianchi per constatare se i pantaloni aderissero bene sulle curve. Non le sembrava che ci fosse niente fuori posto, ma aveva bisogno di un tocco in più per risultare casual e seducente allo stesso tempo. E Lauren era la regina di entrambe.

Prese il rossetto rosso e lo fece scivolare sulla bocca carnosa, riempiendola di colore. Sfregò le labbra l'una contro l'altra per spanderlo in ogni punto e poi, con l'indice, tolse le sbavature sugli angoli. Si guardò di nuovo e, sì, ora era pronta.

Aveva chiesto a sua madre di imprestarle l'auto per quella sera. Clara non era molto concorde a condividere la vettura con i ragazzi, perché una volta Chris, suo fratello, era andato a sbattere con una staccionata nel tentativo di evitare una ragazza che attraversava inconsciamente la strada. Era stato un incidente, ma Clara si era arrabbiata molto specialmente quando aveva visto una confezione di birre nell'auto.

Comunque si fidava di sua figlia Lauren, così le diede il permesso di prendere la macchina, ma solo se fosse tornata entro mezzanotte. La corvina non poteva credere che anche dopo aver compiuto la maggior età dovesse dipendere dalla volontà di sua madre, ma non insistette più di tanto. Aveva già ottenuto ciò che le serviva.

Ci teneva ad essere lei a portare Camila all'appuntamento, anche se la cubana era munita di patente e auto, Lauren si era rifiutata categoricamente di lasciarla guidare.

Alle otto e mezzo in punto si trovava davanti all'abitazione della sua migliore amica. Suonò il clacson due volte e attese l'arrivo della cubana.

Quella sera, forse per puro divertimento, forse per fare colpo su di lei, Camila aveva indossato dei jeans chiari e sdruciti che mettevano in risalto il suo sedere e lasciavano intravedere le gambe. Una maglietta che lasciava scoperto l'ombelico, abbastanza attillata da stringere i suoi seni minuti e metterli in risalto. I capelli le svolazzavano sulla schiena, lasciando scoperto i lineamenti spigolosi e un sorriso incorniciato dal lucida labbra rosato.

Era il caso di togliersi la giacca, perché improvvisamente Lauren sentiva caldo e non per la temperatura arida ed afosa di Miami, ma per l'avventatezza e la spudoratezza di Camila.

La corvina entrò nell'abitacolo, si ravvivò i capelli e sospirò «Che caldo.»

A chi lo dici Pensò Lauren, facendo vagare il suo sguardo discretamente sul corpo della sua amica.

Come era possibile che in tutti quegli anni non l'avesse mai vista in quel modo? Camila era bellissima, lo era sempre stata e lei se ne accorgeva solo dopo dodici anni.

«Dove andiamo?» Domandò, voltandosi verso di lei con un tenue sorriso. La sua bocca era coperta da uno sfolgorio dovuto ai raggi solari che illuminavano il lucida labbra.

«Ah.. Pensavo a qualcosa di quotidiano.» Disse Lauren, girando le chiavi per riaccendere la macchina «Pizza e cinema? Troppo banale?»

Camila ridacchiò e scosse la testa, accondiscendendo al programma disegnato dall'amica. Lauren ci aveva pensato tutta la settimana. Non voleva fare le cose in grande, ma non voleva nemmeno risultare patetica... Eppure, alla fine, aveva deciso di fare le cose in maniera del tutto scontata. Non voleva opprimere Camila con programmi troppo impegnativi, in più le due si erano assuefatte a pizza e cinema. Lo facevano spesso, ma quella sera era diverso.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora