Capitolo diciannove

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La scuola era finita e le ragazze avevano deciso di andare tutte insieme a constatare se fossero state ammesse o meno.
Ally, però, era rimasta a dormire da Troy la sera prima e perciò non si svegliò in tempo per raggiungere le ragazze; e Normani non aveva risposto alle postulanti chiamate di Dinah, perciò anche lei era assente.

Lauren, Dinah e Camila erano assieme sulla vettura di quest'ultima. Tutte e tre provavano un senso di cambiamento spaventoso. Gli altri anni era stato diverso, perché sapevano che le loro strade si sarebbero ricongiunte al termine dell'estate è che tutto sarebbe tornato alla normalità. Ma ora era diverso. Dovevano pensare al loro futuro, recapitare le richieste per entrare ai rispettivi collage.

Non si sarebbero più trovate la mattina in cortile, non avrebbero più raggiunto le lezioni insieme, niente sarebbe stato più familiare. E anche sé nessuna lo ammetteva, erano spaventate in egual misura di intraprendere strade diverse in città diverse.
Camila addirittura oltre oceano.

Lauren non poteva pensarci, percepiva delle spire chiudersi attorno al suo collo e soffocarla lentamente se immaginava la mastodontica distanza che intercorreva fra l'America e l'Inghilterra. Non poteva più raggiungerla a piedi davanti casa, non avrebbe rinnovato l'abbonamento all'autobus che usufruiva per raggiungere la corvina; a niente sarebbe servito il treno.

Due terre divise dall'oceano, in fondo, loro, ultimamente, erano due isole separate da chilometri cubi d'acqua, ma quella era tutt'altra storia...

«Che ansia.» Mormorò Dinah, trastullandosi le dita delle mani.

Camila, che le sedeva accanto al posto del guidatore, mise una mano sulla sua e le sorrise con cameratismo, rivolgendo poi un'occhiata verso Lauren attraverso lo specchietto retrovisore.

«Andrà tutto bene.» Annunciò la corvina seduta sul sedile posteriore, alludendo non solo agli esami che speravano di affrontare di lì a poco, ma anche dei giorni a venire che le attendevano dietro l'angolo.

Da una parte sperava di meritare la maturità, di essere ammessa e di riuscire ad entrare all'università di New York e di iniziare una vita indipendente. La parte più infantile di lei, quella più attaccata al posto dove era cresciuta e soprattutto quella che non accettava di lasciar partire Camila, ingenuamente, sperava che avessero bocciato tutte e cinque.
Non era pronta a lasciarsi tutto alle spalle.

Parcheggiarono davanti all'edificio già gremito di macchine e di studenti che si affollavano davanti ai cancelli per leggere il verdetto finale.

Quando furono ad un passo dallo scoprire se ce l'avevano fatta o meno, Dinah fu la prima a farsi spazio fra la ressa avendo riconosciuto Siope.
Camila rimase pietrificata sulla strada e istintivamente la sua mano cercò quella di Lauren.

Quando le sue dita si intrecciarono, la corvina guardò in basso stupita, poi alzò lo sguardo sulla cubana e le sorrise, stringendo il dorso della sua mano nella propria.

«Camz, sicuramente hai passato il test di matematica e sei stata ammessa. Io lo so.» La rassicurò, strattonandole la mano per smuoverla dall'asfalto al quale sembrava aver piantato le radici.

«Non ho paura per quello.» Mormorò Camila onestamente, fissando i cancelli dritti davanti a se.

Lauren si accigliò e si mise davanti a lei per essere guardata in faccia mentre parlava «E per cosa?» Domandò, scuotendo la testa confusa.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora