Capitolo ventiquattro

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Le sue mani la sfioravano dappertutto, le sembrava di non avere più un corpo proprio ma di essere fatta solo di materia che Camila poteva ghermire.

Non sapeva dove si trovassero, non sapeva a quanta distanza fossero le ragazze o gli altri gruppi; per quanto la riguardava poteva anche esserci qualcun altro nei dintorni ad accogliere i loro gemiti, ma non le importava.

Camila le aveva sfilato la maglietta e il reggiseno, esponendo anche il suo torace allo stesso modo. In piedi, contro il tronco ruvido dell'albero che le graffiava la schiena ogni volta che la corvina spingeva i fianchi contro i suoi per darle un assaggio di ciò che avrebbe voluto farle.

Lauren cercò qualcosa a cui aggrapparsi, ma le sue mani trovarono solo la fragile corteccia che si spezzò appena esercitò una forza maggiore. Così fece ricadere le braccia attorno al collo di Camila e le strinse le ciocche dei capelli, tirandoli leggermente all'indietro godendosi il grugnito soffocato che emise la corvina.

Camila le lasciò dei baci sul collo, poi ripercorse l'esatto tragitto mordendo, però, i lembi della pelle cerea che ora era divenuta visibilmente arrossata.

Lauren provava un dolore acuto, ma era proprio quell'insofferenza che le propagava brividi di piacere lungo la spina dorsale; così trattenne la nuca di Camila, esortandola a continuare quella tortura piacevole.

La corvina l'accontentò, soffermandosi su un punto preciso del collo. Strinse la carne fra i denti e la succhiò, addolcendo i movimenti con dei rapidi colpi di lingua che mandarono in estasi Lauren.

Camila discostò leggermente la testa per ammirare il lavoro che aveva espletato. Un marchio violaceo costeggiava il collo di Lauren, spiccando in bella vista sulla pelle nivea e smerigliata dai brividi.

«Questo sarà ben visibile.» Mormorò Camila con voce roca, passando il dito sul segno che lei stessa aveva lasciato.

Lauren trasalì appena, avvertendo un dolore pungente lì dove Camila aveva succhiato e morso la sua pelle. Le afferrò il polso rudemente e lo allontanò, portandolo contro i suoi fianchi, lì dove voleva sentirla.

«Lo coprirò.» Rispose ansimando, guardandola dritta negli occhi con non curanza come per dirle che quello non era il momento giusto per pensarci.

Non voglio che lo copri. Ponderò Camila, ma non disse niente. Si avventò nuovamente sulle sue labbra, le leccò avidamente e si fece spazio dentro di lei.

Lauren la lasciò passare velocemente; non poteva resisterle, soprattutto adesso che il suo corpo era un completo ardere. La bramava con ardore mentre le sue mani percorrevano i seni minuti e le stuzzicavano i capezzoli, provocandole una scossa simile ad elettricità nel basso ventre.

Camila voleva provare qualcosa di nuovo. Avevo bisogno di sentire interamente il corpo di Lauren.

Iniziò a baciarle le clavicole, poi i seni non tralasciando nemmeno un centimetro di pelle, e scese verso la pancia, mentre le sue mani sganciavano il bottone dei pantaloni dell'amica.

Lauren affondò le dita nei suoi capelli, la guidò attraverso i movimenti incerti perché del tutto sconosciuti. Camila inspirò a fondo, poi le abbassò gli ultimi indumenti e Lauren fu natura su natura.

La corvina, ora genuflessa ai piedi dell'amica, alzò lo sguardo su di lei. Gli smeraldi di Lauren brillarono animati dalla cupidigia, annuì flebilmente dandole il permesso di proseguire.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora