Capitolo tre

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No, non era durato una sola notte.

Lauren aveva continuato a pensarci nei giorni successivi.

Solitamente andava così... Lei pretendeva che quei pensieri non esistessero e per un po' funzionava, riusciva a concentrarsi su altro e puff! Spariti. Poi, però, vedeva Camila in diverse classi e ovviamente la cubana di sedeva sempre accanto a lei...

E doveva sempre indossare quelle magliette succinte che lasciavano intravedere l'addome! Oppure sfoggiare pantaloni attillati che mettevano in risalto il suo sedere. Perché? Che punizione divina era mai quella?

Oggi, stavano parlando agli armadietti. Lauren aveva la testa infilata dentro il suo e fingeva di leggere gli orari scolastici per assicurarsi di aver preso i libri giusti.

«Ehm... Lauren? Che stai facendo?» Domandò Camila accigliata, poggiando il fianco contro il suo armadietto per guardare la ragazza-struzzo.

«Leggo gli orari.» Rispose con disinvoltura, dando una rapida scrollata di spalle.

«Sì, ma... Gli orari sono scritti sul diario, perché hai la testa conficcata nell'armadietto?» Ridacchiò flebilmente. Pensava fosse una delle ultime idee strambe di Lauren, ma non poteva minimamente immaginare la verità.

Lauren tirò fuori rapidamente il capo, prese il libro che le sarebbe servito per la lezione successiva e si sforzò di sorridere.

Oh, maledizione! Si è messa il corpetto bianco, quello che indossa senza reggiseno...

Lauren si colpì la guancia con la mano, provocando un rumoroso schiocco. Camila sgranò gli occhi e sbatté ripetutamente là palpebre per assicurarsi di aver visto bene.

«Perché diamine ti stai schiaffeggiando?» Storse le labbra in una smorfia e corrugò la fronte, aspettando una risposta.

«Perché, perché.... Perché è una nuova tecnica. Contro le rughe!» Farfugliò, chiudendo gli occhi in maniera amareggiata per l'enorme cavolata che aveva appena detto.

«Oh, okay.» Rispose semplicemente Camila. La cubana si fidava ciecamente della sua migliore amica, qualsiasi cosa le avesse detto, lei ci avrebbe comunque creduto.

Restarono a parlare per un po', anche se Lauren dovette schiaffeggiarsi più volte perché lo sguardo le era caduto sulle labbra rosse dell'amica, sul collo esile e caramellato che tanto avrebbe voluto mordere e poi sempre più in basso, sul seno minuto -ma perfettamente proporzionato al corpo di Camila-

«Dovrai trovare un altro rimedio. Hai tutta la guancia rossa.» Le fece notare la corvina, allungando una mano verso il suo volto.

Le sfiorò la pelle irritata dai continui colpi, facendola scivolare sotto il palmo della mano per carezzarla con il pollice. Lauren sussultò e fu costretta ad irrigidire le spalle per non ritrarsi indietro. Dio, Camila era così vicina adesso che le sarebbe bastato un soffio per farle sentire il suo respiro sulle labbra.

«Ah, senti Lau!» Disse Camila, riscuotendola dalla trance in cui era miseramente caduta «Avrei bisogno di un aiuto con matematica. Devo fare il test di recupero, perché è l'unica materia con l'insufficienza. Potresti aiutarmi qualche volta? Se ti va!» Disse Camila, stringendo i libri al petto e sorridendole in quella sua maniera dolce.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora