Capitolo diciotto

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Lauren aspettò cinque, dieci, quindici minuti, ma Camila non voleva saperne di dormire. Continuava a farneticare, spostava la conversazione da un argomento a un altro. A volte era repentina nel cambiare topico, altre si dilungava in particolari prolissi come quando le raccontò del Natale in ogni minimo dettaglio, descrivendole anche le calze rosse che aveva indossato la nonna.

«Camz, ti prego, ti supplico..! Dormi.» Disse esasperata Lauren, lanciando di tanto in tanto delle occhiate alla porta quando dall'altra parte si udivano delle grosse risate.

«Ma io non ho sonno.» Si piccò come una bambina, imprimendosi un'espressione contrariata sul volto.

Lauren sospirò, poi si voltò verso di lei. Camila mantenne salda la presa attorno ai suoi fianchi e quando gli occhi dell'amica furono dentro ai suoi, si avvicinò di qualche centimetro a lei.

«Se non dormirai, domani mattina sarà ancora peggio.» Le confessò in un sussurro la corvina, scostandole con le mani le fastidiose ciocche che erano ricadute sul viso dell'amica.

Camila si accostò ancora di qualche centimetro, quasi annullando la distanza che c'era fra di loro. Lauren sussultò quando le gambe della cubana si avvinghiarono alle sue e, strattonandola per i fianchi, l'attirò a sé facendo combaciare i loro bacini.

«Ti ho detto... che non ho sonno.» Ripeté mormorando. La sua voce era sempre un po' impastata, ma gli occhi erano vigili e ben aperti: due finestre sul bosco d'autunno. Gli aveva sempre definiti così Lauren.

«Camila..» Le afferrò gli avambracci e tentò di allontanarle le mani, ma la corvina non lasciò la presa «Non possiamo.» L'ammonì infine, sbarrando gli occhi per cercare di essere più incisiva possibile.

«Perché no?» Domandò la cubana, spingendo la punta del naso contro il collo scoperto di Lauren e lasciandole un bacio che tramandò delle vibrazioni lungo tutto il suo scheletro

«Ho voglia di te, Laur.» Bisbigliò con voce bassa e rauca, ma decisa.

Lauren percepì il suo corpo reagire alle parole di Camila, stringersi involontariamente a lei. Un brivido la percorreva ogni volta che la corvina le lasciava un bacio sul collo, scendendo verso le clavicole.

«No, Camila, no..» Trovò la forza di discostarla gentilmente, applicando una leggera pressione sulle spalle.

L'amica le rivolse uno sguardo confuso, aggrottando le sopracciglia e arricciando il naso. Lauren si prese un momento per ricomporsi e dopo aver fatto un bel respiro la guardò dritta negli occhi.

«Tralasciando il fatto che siamo a casa di Halsey... Ti ricordo che non ci siamo parlate per giorni dopo il compleanno di Normani.» Le rammentò suggestiva, adducendo anche «Io ero ubriaca e la mattina dopo ce ne siamo pentite entrambe. Non voglio che succeda di nuovo.»

Camila ascoltò le sue parole, sforzandosi di porre il doppio dell'attenzione per seguire il suo ragionamento. La sua mente era ancora un po' annebbiata dall'alcol, così i suoi sensi venivano rallentati, ma Camila sapeva perfettamente ciò che voleva.

«Stavolta sarà diverso.» Promise. «Lasciati andare.» Sussurrò.

Il suo sguardo non lasciava per un secondo quello di Lauren, si era immersa nella selva oscura quale erano i suoi smeraldi e ora la via era smarrita.

Just friends ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora