I only see my goals, I don’t believe in failure / cause I know the smallest voices, they can make it major / I got my boys with me at least those in favor
7 years (Lucas Graham)Il lunedì mattina entro in ufficio con una vena di tristezza nell'animo. Ho salutato Emir ieri sera, ma mi manca già tremendamente. È da così poco tempo che ci conosciamo, eppure sento un'attrazione e un'emozione così forti nei suoi confronti che quasi mi spaventano.
Finalmente però stanotte sono riuscita a chiarire con Emma, così ho risolto parte dei miei problemi mentali. Quando sono tornata a casa lei era lì ad aspettarmi e ha subito iniziato a scusarsi, dicendomi che non aveva il diritto di farmi la paternale. Mi ha spiegato che ritiene giusto che io faccia le mie scelte con il cuore, oltre che con la mente; che sono grande e vaccinata, ho le idee chiare sul mondo ormai e lei non ha alcun diritto su di me.
Inutile dirvi che io l'avevo già perdonata nell'istante in cui l'ho vista lì sul divano, triste e angosciata per il nostro litigio: la conosco da tanto tempo e per me è una parte essenziale della mia vita. Senza di lei mi sentirei persa, vuota, spenta, mancante di un pezzo. È la mia migliore amica, come avrei potuto tenerle il broncio per più di ventiquattro ore?
L'ho abbracciata e le ho detto che le cose erano sistemate, che le volevo bene come sempre. È stato così bello e liberatorio fare la pace con lei. Mi sono sentita di nuovo completa.Leonardo fa capolino dalla soglia, facendomi dimenticare le mie elucubrazioni. «Buongiorno!» esclama. «Caffè? È americano, come piace a te. Cento per cento arabica e pura caffeina» dice poi, alzando due tazze di carta verso di me.
«Oh sì, ti prego! Sono rimasta senza chicchi a casa e stamattina ho preso solo tè! Prego, accomodati.»
Leonardo si siede di fronte alla mia scrivania e mi passa il bicchiere fumante. Lancio un'occhiata all'interno e gemo deliziata alla vista del liquido scuro che sciaborda tra le pareti di cartone.
Bevo un sorso, poi alzo lo sguardo verso il mio capo. «Allora, hai bisogno di me?» chiedo.
Leonardo annuisce, posando la tazza sul piano della scrivania. «Ci sarebbe da andare a controllare se alla mostra va tutto bene. Di solito avrei mandato Raf, ma…»
«Sì, non c'è» lo interrompo. Non voglio pensare al mio caro amico a Napoli, ora che anche Emir si è allontanato per qualche giorno.
Leonardo mi guarda corrucciato, poi annuisce. «Esatto. Domani apre al pubblico, quindi i ragazzi che hanno sistemato l'allestimento vorrebbero che qualcuno andasse a vedere se ci sono sbagli o altro da perfezionare. Ho pensato di chiedere a te.»
«Certamente, vado anche subito se non hai bisogno di me qui.»
«Bene, sono felice di vedere che sei contenta di fare un sopralluogo. D'altra parte ci avete lavorato tanto!»
«Infatti. Sarebbe un peccato non dare un'ultima occhiata prima di svelare tutto al resto delle persone» constato, sorridendo.
Anche senza Raf, rimane il fatto che sono entusiasta del nostro lavoro e che per nulla al mondo rinuncerei all'opportunità di dare uno sguardo alla nostra creazione, prima di buttarla in pasto alla critica.«Perfetto. Allora chiamo Elena, la responsabile, e le dico che arrivi in mezz'ora.»
Annuisco. «Grazie mille, Leonardo.»
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Se solo mi lasciassi entrare
Romance[COMPLETA] [Soltanto se #1] Serena si è appena laureata. Sveglia, intraprendente, vivace e solare, ama la vita come poche persone sono in grado di fare. Il fato però le ha scavato dentro tante cicatrici, rimarginate ma indelebili. Dopo l'ennesima sc...