28. Benvenuti a Venezia

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Vorrei sapere a cosa stai pensando / ora che hai gli occhi chiusi / e abusi del fatto che sbando / e quel sorriso messo come scudo
(Sei di Mattina, Briga)

[Emir]

Quindi è lui Mattia. Questo ragazzino troppo cresciuto, con i jeans strappati e la t-shirt slavata da cui escono tatuaggi scuri, è il Mattia Briga che fa impazzire tutte le donne. Bah, non ci capirò mai niente della mente femminile, è chiaro! Che ci trovano in uno del genere?

«Emir, sorridi per favore» sussurra Serena, stringendomi la mano.

Siamo nel terminal per l'arrivo dei voli nazionali a Tessera e abbiamo aspettato la cugina di Serena, il suo ragazzo e il loro bambino per una lunga mezz'ora. Sono venuti in vacanza a Venezia per qualche giorno e io mi sto sforzando di capire perché ho detto a Serena che potevamo ospitarli a casa nostra. Insomma, tutto ciò mi costringerà ad una convivenza forzata con un bimbo urlante e un poco di buono, oltre a limitare le mie possibilità di divertirmi a letto con la mia donna. Perché ho accettato? Perché?

Ora davanti a me c'è Micole, forse la ragazza più sorridente e felice che io abbia mai visto nella mia vita, con in braccio il suo piccolo Riccardo, che ride come un pazzo davanti alla calca di genere che si muove attorno a lui. Al loro fianco, carico di valigie e con il passeggino a traino, Mattia Briga, il rapper o cantante o quel diavolo che è (non ho ancora ben capito che lavoro faccia nella vita), che è il suo compagno e il padre del bimbo.

«Sen, la prima impressione è davvero pessima» chiarisco, guardandola di traverso mentre ridacchia divertita.

«Dai, tesoro, vedrai che in realtà è un ragazzo in gamba!»

«A me sembra solo un teppistello troppo cresciuto. Dio, sarà alto più di me» constato, continuando a squadrarlo mentre si avvicina. Niente da fare, ho un gran brutto presentimento su questo neo-papà.

«Ora taci e fai il bravo» mi sussurra Serena, un secondo prima di lanciarsi in avanti per abbracciare Micole e il bimbo.

Io rimango indietro e continuo a fissare Mattia, che molla valigie e passeggino, scocca un bacio sulla guancia alla mia Sen e poi mi si avvicina. Mi tolgo gli occhiali da sole per osservare meglio la scena, che non mi piace per niente. Ma che diavolo le avrà detto per farla ridere così?
Sono geloso, dite? Ma di più! Chi si crede di essere 'sto qui? Casanova?

«Emir, è un piacere» si presenta il teppistello, mentre con fare formale e serio mi allunga una mano.

Mi affretto a stringergliela, scoccandogli occhiate che spero essere chiarificatrici dei miei pensieri: lontano dalla mia donna, pischello. «Il piacere è mio, Mattia» rispondo, constatando con gioia che siamo esattamente alti uguali. Almeno per questo non c'è rivalità.

La mia attenzione viene però calamitata da Serena, che sembra scoppiare di gioia mentre prende in braccio il piccolo Riccardo, che le sorride e spalanca gli occhi celesti, mentre lei gli accarezza i corti capelli scuri. Vedo distintamente che la mia donna sta tremando come una foglia e riesco a scorgere le lacrime che le stanno bagnando il volto. Tesoro mio, sei così bella e così dolce. Il tuo adorato nipotino è finalmente tra le tue braccia e tu ancora non ci credi, vero? Vederla così entusiasta e così emozionata mi fa quasi commuovere: nell'ultimo periodo la nostra vita è davvero difficile, e forse ci voleva una ventata di gioventù per darci la spinta a lottare.

A proposito di gioventù... Mi volto di nuovo a guardare Mattia e lo scopro mentre fissa Serena e Micole. Ma... ho le visioni o anche lui è emozionato? Da non credere! Da quand'è che i rapper si emozionano?

Se solo mi lasciassi entrareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora