Capitolo 3 ✔️

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Valeria's POV

Ho le palpebre incollate come due cozze che non vogliono schiudersi, ma la suoneria del cellulare che annuncia un messaggio mi incuriosisce. Sinceramente non so come l'abbia sentito, stanca come sono, sarà stato il mio angelo custode a svegliarmi, per una buona causa. Sì, mi sento subito stranamente gioiosa, come se sapessi già chi me l'ha mandato. La mia migliore amica non può tenermi il broncio per tutto questo tempo, era ora che si decidesse a scrivermi. Perché non l'ho fatto io? Ci ho provato ma non ho mai ricevuto risposta, solo il visualizzato. Sono orgogliosa ma per queste cose metto da parte tutto, vorrei solo far pace.

Già sarà difficile ambientarmi in un nuovo contesto dove non conosco nessuno, almeno avrei potuto raccontarle i miei avvenimenti e lei i suoi, per non farmi sentire nostalgia dei miei ex compagni. Sì certo, al massimo quelli ricorderanno la faccia di Alice quando la vedranno, io ormai sono solo un'ombra in quella scuola, un fantasma. Poco importa, fondamentale è essere rimasta nei cuori di quelle poche persone che ci tengono a me, anche di qualche affezionato professore per cui provo stima.

Rifletto ma mi trovo ancora con le braccia allungate sotto al cuscino, a pancia sotto, impotente dalla mia troppa stanchezza. Avevo proprio bisogno di ricaricare le energia dopo il viaggio in treno e tutti gli sforzi fisici che ho fatto per sistemare la mia stanza, che è solo a metà dell'opera come mi ha ricordato mamma non appena sono tornata. La sistemerò, ma adesso non ce la faccio. Mi sono anche buttata sul letto con a malapena solo un lenzuolo sopra a coprire il materasso, e il cuscino invece senza federa, così come l'ho trovato. Spero non entri mamma, altrimenti un rimprovero non me lo toglie nessuno!

A stentoni mi alzo, posizionando le ginocchia sul materasso e poggiando il sedere sui polpacci. Afferro gli occhiali abbandonati sul comodino e subito dopo il cellulare che si trova sempre lì. Nella mia mente visualizzo già il messaggio che riappacificherà me e la mia amica, magari mi manda anche un saluto suo fratello... o forse potrebbe essere stato proprio lui a suggerirle di scrivermi. Sono molto uniti e quando Alice è incavolata l'unico che riesce a consolarla è lui, ora che io non ci sono più. Quel ragazzo sa quanto io ci tenga alla mia amica, l'unica cosa di cui si sarà accorto in questi anni è proprio il legame che ci unisce. Sì, soltanto perché intralciavo il suo cammino, essendo spesso ospite in casa loro. Con dita tremanti sblocco il cellulare e strabuzzo gli occhi, non è un numero che ho salvato in rubrica. Fino a qui tutto ok, finché non leggo e capisco, proprio tutto.

<<Hey, sono Alessio...>> Ma è mai possibile che quando faccio dei pensieri su di lui si intromette questo tizio appena conosciuto? Pare veramente uno scherzo del destino! Sembra sia stato messo sulla mia strada per farmi capire che è il momento di chiudere con il passato. Lo so che non è razionale quello che ho pensato, ho sbagliato per l'ennesima volta a indirizzare i miei pensieri verso quel maledetto ragazzo per cui ho perso la testa.

<<Perché mi scrivi?>> sbotto seccata, partendo con il piede sbagliato. Valeria, non te la puoi prendere con chi non ha colpe. Lo so che ti aspettavi un altro messaggio e hai avuto un'altra delusione, ma distingui le due situazioni e tieni alla larga i sentimenti negativi. La mia mente ha ragione, dovevo riflettere, fare un bel respiro e magari contare fino a cento prima di rispondere.

<<Scusa, se disturbo ti lascio in pace...>> Riesco a percepire quanto ci sia rimasto male tramite uno schermo. Sento un peso qui sul petto, qualcosa che mi blocca il respiro. Mi sento perfida per aver dato al conducente d'autobus una riposta così crudele ma scontata se si intromette in un momento come questo, quando volevo rimanere sola con me stessa. Però non lo meritava. Insomma, è stato così carino con me e io per poco non lo mando a quel paese. Devo rimediare, mi sento troppo in colpa.

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