Capitolo 41 ✔️

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Matteo's POV

<<L'amore è un sentimento che solo una volta ho provato nella vita, verso una sola donna>> le dico con estrema sincerità, distruggendo la reputazione di una vita, facendo cadere la maschera del cattivo che tratta le ragazze come oggetti.

Non ho più niente che mi accomuna al me che Valeria ha conosciuto, neanche nei miei peggiori incubi mi sarei sognato di dire una cosa del genere, invece l'ho fatto perché mi sentivo di esprimere i miei sentimenti. L'angelo dagli occhi bruni si gira, spezzando il contatto visivo, non mi crede ancora.

Apprezzo però la sua diffidenza, se solo l'avesse usata anche con quel tipo, a quest'ora non starebbe così giù e la sua mente sarebbe libera. Sarebbe pronta per darmi un'opportunità.

<<Non sono più quello di una volta>> continuo, con voce bassa. Magari così ispiro più fiducia. Se la metto a suo agio riuscirà a comprendere le mie intenzioni, capirà che in fondo, molto in fondo, sono sensibile.

Lentamente passo le nocche sul suo collo, massaggiando la pelle e lasciando delle linee curve immaginarie. Questo le basta per degnarmi di un'occhiata docile e le nostre pupille riprendono a scrutarsi attentamente. Decido di giocarmi un'ultima carta, quella della verità delle verità, la regina delle verità assolute. Se neanche con questa riesco a farmi credere meglio che lasci perdere.

<<Ti ricordi quella notte che ero ubriaco a casa mia e volevo approcciarti? Sai perché avevo bevuto?>> Sbarra gli occhi. Non le dirò che ero perfettamente cosciente ma fingerò di ricordare qualcosa.

<<No...>> sussurra, è così ingenua. Non potrebbe mai pensare che il motivo sia stata proprio lei.

<<L'ho fatto per te, non mi stavo riconoscendo più. Volevo capire se con l'alcol mi sarebbe passato lo sbandamento ma ho capito che una fiamma con l'alcol non si arresta, ma si incrementa come se fosse benzina>> caccio fuori la mia dichiarazione, tutta d'un fiato. Mi sento ridicolo, vulnerabile. Ho esposto troppo il mio cuore, non mi era mai successo.

Metto una mano sugli occhi, riflettendo su ciò che ho appena detto. Potevo evitare di essere così diretto, non c'era bisogno Matteo, cazzo. Non ne azzecco una. Con Valeria qui davanti a me non riesco più a ragionare lucidamente.

<<Non volevo pensarti ma non è andata come speravo>> ammetto, sospirando. Non mi piace non avere il controllo di me. Le mie parole escono libere senza riflettere un attimo.

Non sarebbe stato meglio se fossi rimasto zitto per una cazzo di volta? Tanto l'ha già capito cosa provo nei suoi confronti, non c'era bisogno di arrivare a dire simili smancerie stomachevoli. Ho sempre detestato queste cose. Quando una ragazza si è mai avvicinata a fare certi discorsi le ho sempre bloccate per non scoppiargli a ridere in faccia, infatti mi aspettavo che Valeria reagisse allo stesso modo, con una risata, invece è più seria di me.

<<Come mi posso fidare? Chi me lo garantisce?>> mormora, con occhi luccicanti. Non credevo mi avrebbe preso sul serio e questo mi fa sperare bene. La sua testa non sarà liberissima per dedicarsi a questa discussione però sta facendo uno sforzo, adesso la sua totale attenzione è verso di me. Siamo una cosa sola, dentro una bolla di sapone. Niente potrà interromperci fino a che non avremo chiarito tutto.

<<Io>> dico semplicemente. Ho esaurito le parole a disposizione, per oggi ho già parlato troppo, posso solo comunicare a fatti.

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