Valeria's POV
<<Che avete fatto di bello, oggi?>> chiede Valentina risollevando il suo morale prima a terra.
Finge di essere indifferente alle sfuriate contro il suo ragazzo quando in realtà ci tiene molto: maschera la preoccupazione con la rabbia e la quasi indifferenza, come me.
Nessuna dovrebbe stare male per un uomo, non meritiamo di soffrire per degli esseri a volte che non si possono neanche definire tali.
E purtroppo il mondo ne è colmo di questa gente ignobile, il cui obiettivo è solo far sprecare tempo per i loro maligni scopi dettati dalla loro mente malata.
Ci sono ragazze che vorrebbero una relazione seria, io per prima, ma di certo non posso andarmi a cercare un mio coetaneo.
Alla mia età sono ancora più immaturi e non pensano che ad una sola cosa, in testa hanno solo quello; non che con gli anni cambiano, ma almeno il tasso è più elevato e si vede qualche miglioramento in certuni.
Emetto un sospiro di frustrazione voltandomi dalla ragazza che sta prendendo parola, mentre nervosamente giro l'anello che porto al dito medio, simbolo della mia amicizia con Alice.
Questo piccolo gioiello in ferro, per me dal valore affettivo inestimabile, è l'unico oggetto che mi rimane come ricordo, non me ne separerei per nulla al mondo.
L'unica cosa che ancora mi tiene legata alla mia città, per un motivo positivo e non pieno di dolore.
Non mi sono portata dietro nulla che mi ricordasse Matteo, solo il suo profumo che di tanto in tanto riaffiora solleticando le narici nella mia immaginazione, così come i timpani che esplodono all'udire il suo tono fermo e autoritario che ha sempre utilizzato in mia presenza.
Non credo sia mai stato scherzoso davanti a me, non ha mai fatto una sola battuta.
<<Io ho pranzato con i miei genitori, almeno il sabato ci sediamo tutti insieme a tavola come una normalissima famiglia>> commenta in un sussurro Giulia, destandomi dalle tristi riflessioni che prendono vita nella mia mente.
Credo voglia intendere che durante la settimana siano sempre occupati per via del lavoro, quindi rimane da sola, ed io parlo per me quando non mi rendo conto di chi mi circonda.
Deve essere davvero brutto crescere soli, abbandonati a se stessi perché la carriera è più importante di allevare un figlio.
Anche se affidati a qualcun altro le persone che ci hanno messi al mondo hanno un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo emotivo e psicologico.
Capisco lo facciano per poterci garantire un futuro, ma in certi casi si esagera e non ci si rende conto che si superano i limiti, l'affetto di un bambino non si compra con il denaro.
Magari da piccoli si resta delusi e basta, ma da grandi si capisce meglio e poi se lo ricorderanno a vita come venivano trattati, rinfacciandolo ogni qualvolta gli è possibile.
Caccio fuori lentamene il respiro trattenuto sentendomi in soggezione.
Accavallo le gambe picchiettando il piede sull'asfalto, come un tic dovuto all'ansia, sapendo che adesso dovrò parlare di me e questo mi crea sempre agitazione.
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La Strada per la Felicità #iscrivilatuastoria2018 #Concorsodiscrittura2019 #cw19
Romance#10 (17/09/18) su romanzi rosa ⚠️ IN REVISIONE ⚠️ Valeria, diciassettenne dalla vita noiosa che avrebbe preferito di gran lunga rimanesse tale, scorrendo monotona e senza troppe complicazioni, piuttosto che essere totalmente stravolta da un trasferi...