Capitolo 69 ✔️

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Alessio's POV

Guardo alla mia destra, Sofia dorme tranquilla dentro le lenzuola. Non capisco perché non se ne sia voluta tornare a casa, specialmente che è stata male con la nausea, ma ha voluto cogliere questa occasione per starmi vicino, non ho potuto rifiutare. Ha preso questo posto per un hotel, si sta facendo la bella vacanza. Il problema è che ha costretto anche me, ma oramai è fatta. Anch'io come lei ho saputo sfruttare il momento, mandando quel messaggio a Valeria.

Finalmente è quasi ora, posso cominciare a prepararmi. Mi dispiace per la madre di mio figlio, ma non può ottenere tutto esclusivamente lei, ho il diritto di decidere alcune cose. Devo chiarire con quella ragazza, perché altrimenti non vivrò sereno la mia vita. Deve sapere tutto ciò di cui sono al corrente, deve comprendere e deve credermi, soprattutto. Non lo so da mesi che aspetto un figlio, la notizia è giunta alle mie orecchie poco prima di quando è arrivata a lei.

Se solo lo avessi saputo prima, sicuramente non mi sarei neanche avvicinato... non presentandomi non mi sarei mai affezionato, avrei solo sognato il suo dolce e pulito viso ovale, quella montatura troppo spessa che le dà un'aria professionale, impressa su quel nasino proporzionato. I lunghi e mossi capelli castani che le arrivano al sedere, sono il suo scudo, ma non la proteggeranno dalla terribile verità che è giusto che sappia.

Non ci sono scuse che tengano quello che le ho fatto, ma spiegazioni sì. Non volevo diventare padre così presto, e soprattutto non volevo un figlio da questa donna, lo deve sapere. È stata una scomoda rivelazione quella che ha fatto, perché non me l'aspettavo. È brutto da ammettere ma è così. Lui non ha alcuna colpa, i responsabili siamo io e Sofia. Per una sua dimenticanza è rimasta incinta, ma anche io potevo stare più attento, la prevenzione non è mai troppa.

Che colpa le devo mai addossare? Anche lei era spaesata, non sapeva come comportarsi, ma una cosa è certa: l'avrebbe cresciuto con o senza di me. Con quella velata ma neanche troppo minaccia di non farmi vedere il bambino, non ho potuto contraddirla. Credo che Valeria sia abbastanza matura da potersi immedesimare nei miei panni, quando le dirò tutto. Se fossi stato attento, tutta questa situazione non si sarebbe creata.

Ora sarei felice al fianco di quella ragazza, sempre se ancora prova qualcosa per me. Oramai mente e cuore appartengono a quel bastardo, ma forse è solo un modo per dimenticarmi. Anzi, ne sono certo. Non è una tipa che va dietro i donnaioli, lo fa perché è stata ammaliata da tante attenzioni che io non le ho potuto concedere in così breve tempo. Non voglio che si penta, ma che rifletta sì. Deve aprire gli occhi perché quel tizio non è chi lei conosce.

Mi guardo indietro un'ultima volta, immerso tra le mie riflessioni, notando la spensieratezza della mia fidanzata. Anche a me piacerebbe dormire supino, senza fare incubi, ma purtroppo non mi è concesso. Arranco fino alla porta, sbuffando silenziosamente. Valeria è qui, e salta in aria quando mi vede. È paralizzata, peggio di me quando l'ho vista baciarsi con la sua nuova fiamma. Boccheggia, cercando di dirmi qualcosa ma io la precedo, con tono scontroso.

Devo risultare arrabbiato, perché mi stava controllando di nascosto. In realtà, dentro di me, il cuore sta battendo all'impazzata per l'interesse che mi ha dimostrato. Non mi ha dimenticato, ho la certezza che la sua sia una messa in scena, un teatro. Magari ha pure pagato quel ragazzo perché la baciasse davanti a me, solo per farmi rodere. A questo punto ha chiesto un prestito in banca per tutti i baci che gli ha concesso. No, purtroppo quelle mani erano troppo focose, si muovevano spontaneamente sulla sua pelle. Matteo era cosciente, sicuro delle sue azioni, che avrà ripetuto chissà quante altre volte con le sue cavie.

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