Capitolo 74 ✔️

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Valeria's POV

Mamma mi avvicina la fetta di torta e anche se non ho fame, non glielo faccio capire. Prendo la forchetta e comincio a togliere il rivestimento colorato, mettendolo nel suo piatto. Non so come faccia a piacerle questa pasta, è zucchero puro. Tengo lo sguardo basso per tutto il tempo, non trovo la forza per iniziare a parlare, non so da dove cominciare.

<<Amore, che succede?>> Prende posto, perché stando in piedi era troppo distante e non sarei riuscita a gridare, a stento potrò sussurrare.

<<Piccola, puoi dirmi tutto.>> Afferra la mia mano, stringendomi in modo rassicurante. Porto indietro i capelli e metto la schiena curva, affogando i miei sensi di colpa con un assaggio di questa prelibatezza. È assurdo l'effetto che mi fa, come se fosse alcol è servita per sciogliermi e far passare la vergogna. Sto per muovere le labbra ma mi precede con una domanda, forse la migliore per iniziare il mio sfogo.

<<Come è andata la festa?>> Attendo qualche secondo per rispondere, mettendo il dosso della mano destra sulla tempia e trattenendo la posata senza farla cadere, si spera.

Le forze mi stanno abbandonando, sono stanca e ho sonno, non ho dormito tanto quantitativamente, anche se con Matteo sono stata una favola. Avevo bisogno di più riposo, dopo il grande sforzo fisico e mentale fatto tutta la serata. Sopportare la visione di quei due non è stato semplice. Anche se provavo a distrarmi facendo lo stesso o anche peggio, non sono riuscita nel mio intento di rasserenarmi.

<<La festa è proseguita bene, ma non è iniziata e nemmeno finita altrettanto>> ammetto, dicendo già tanto. Ho sganciato la bomba e posso aspettarmi qualsiasi domanda. Lei mi guarda accigliata, confusa. In effetti dove si è mai sentito che solo la parte centrale è stata bella? Beh, perché è stata il momento in cui mi sono sentita veramente bene tra le braccia di due ragazzi diversi, quando non ci ha visti nessuno.

<<Cosa è accaduto?>> Passa la mano sul mio braccio, confortandomi. Mi posiziono meglio e avvicino la sedia al tavolo. Prendo una grossa boccata d'ossigeno e la guardo negli occhi. Scorgo quella voglia di ascoltarmi che infonde coraggio, mi supplica di parlarle, di affidarmi a lei. Lo farò, non voglio più nasconderle niente.

<<Sono successe tante cose, tutte in così breve tempo...>> comincio, ma vengo interrotta da mia sorella che si lamenta con mamma che ha fame.

<<Ciao, Giorgia>> la saluto, ritornando ad avere gli occhi bassi. Mi ammutolisco, non voglio dire niente se c'è lei davanti, già mi viene difficile a quattrocchi. Incrocio le braccia al petto e aspetto che se ne vada, anche se è brutto da dire. Devo sentirmi libera e a mio agio, e lo sarò se rimarrà solo mamma. Marco non è venuto, mi manca quella piccola peste. Sicuramente starà guardando i suoi cartoni animati preferiti ma più tardi andrò a disturbarlo, dopo essermi tolta la spina dal fianco.

<<Ciao>> dice solamente, continuando a indirizzare il suo sguardo su mamma che le propone un frutto, ma lei rifiuta disgustata. Non mangia niente di ciò che si può definire salutare, vuole sempre cibi più appaganti. Fissa con occhi a forma di cuore la fetta di torta della donna di casa. Lei non ci pensa un attimo a cedergliela, dicendo che può anche mangiarla nella sua stanza, basta che sta attenta a non far cadere briciole a terra. Sorrido a vederla andare via tutta soddisfatta del suo premio. È nel periodo dell'adolescenza, è normale che abbia sempre fame.

<<Ritorniamo a noi>> incalza, posando i palmi sul mento e prestandomi tutta l'attenzione di cui credo aver bisogno. Tolgo gli occhiali, perché già sento che qualche lacrima sta per sfuggire.

La Strada per la Felicità #iscrivilatuastoria2018 #Concorsodiscrittura2019 #cw19Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora