Capitolo 34

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Alessio's POV

<<Dimmi.>> Evito di guardarla negli occhi, per non illuderla ancora, per sembrare più distaccato possibile. Passo la mano tra i capelli con frustrazione, agitazione. Dopo questo sarò libero di poter vivere la mia vita, l'ultimo ostacolo sto per superarlo e spero si rassegni anche mia madre all'idea che in questa casa Sofia non ci dovrà mettere più piede.

Perché così sarà d'ora in poi.

<<Ti ascolto>> annuncio, incrociando le braccia al petto e attendendo che lei apra bocca per poi sussurrare in modo piano da nemmeno udirla.

<<Non ce la faccio...>> Si volta verso mia madre, che subito la raggiunge abbracciandola e portandola verso il divano per farla sedere. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo e le seguo, non vedendo l'ora che finisca questa farsa, sono stufo di tutto e tutti.

<<Parla cazzo, il tempo sta per scadere>> la informo, prendendo posto anch'io. Alzo il suo mento e giro il viso verso di me, notando i suoi occhi stravolti e arrossati, con delle fosse scure sotto, delle occhiaie. Posso sembrare rude ma sono esausto, le causo solo più dolore facendomi vedere.

<<Non parlarle così, Alessio>> rimprovera la donna che sembrerebbe tutto tranne che mia madre, non è mai stata dalla mia parte.

<<Hai fatto bene a sederti, quando l'ho saputo ho avuto un capogiro>> avvisa.

<<Saputo cosa?>> Aggrotto le sopracciglia, sedendomi meglio. Il cuore comincia a martellare senza sosta e il respiro si fa pesante. Le mani mi tremano quando lei me le afferra per metterle sul suo grembo.

<<Non so come dirtelo, non c'è altro modo se non questo.>> Accarezza la pancia con le mia dita. La vista si annebbia di colpo e le orecchie si tappano, il sangue smette di circolare e portare ossigeno al cervello in modo da farmi reagire in un qualsiasi modo. Mi sto sentendo mancare la terra sotto ai piedi.

<<Sono incinta, ho un ritardo di tre settimane circa>> rimugina con sofferenza.

Boom, la bomba è stata sganciata ed è appena esplosa, causando un danno talmente immenso che è impossibile da riparare, un evento irreversibile perché non si può tornare indietro nel tempo per evitare tutto. Ritraggo le braccia come se mi fossi bruciato, e come se delle fiamme avessero cominciato a corrodermi dentro non riesco neppure a respirare.

Sono incinta.

Queste due parole si ripetono all'infinito nella mia testa, facendomela scoppiare. Il mondo mi è appena crollato addosso, sono convinto che qualcuno lassù ce l'abbia con me. La mia vita è finita non appena ho sentito quella frase, e finisce una seconda volta non appena la mente mi riporta al ricordo di Valeria.

Sì, perché ormai è come se fosse un lontano ricordo dopo la gravità di ciò che ho appena ascoltato, che adesso diventa la mia assoluta priorità: quella ragazza devo assolutamente accantonarla per un attimo, perché devo capire come comportarmi con quella che ho davanti che dice di aspettare un figlio da me.

<<Come sei incinta?>> sbraito, innervosito e alzando la voce.

Non ci posso credere, non voglio. Mi metto in piedi e cammino velocemente e spazientito davanti entrambe. Tocco la faccia e mi schiaffeggio, cercando di svegliarmi da questo brutto incubo che purtroppo è la realtà. No, non può stare succedendo veramente a me, avere un bambino da una donna che non amo è la cosa peggiore che potesse succedermi.

La Strada per la Felicità #iscrivilatuastoria2018 #Concorsodiscrittura2019 #cw19Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora