Capitolo 84 ✔️

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Alessio's POV

Prendo un grosso respiro e mi siedo comodo da qualche parte, prima di leggere la delusione che avrò suscitato a quella ragazza, così tanto amareggiata che ha sentito il bisogno di esprimersi così, perché di presenza non le ho dato modo. Incrocio i piedi davanti a me e poggio il palmo aperto sul materasso, dietro la schiena, per sorreggere il peso delle frasi che tra poco mi schiacceranno il petto e bloccheranno il respiro. Sono pronto, o forse no. Apro la bocca e mimo il gesto del parlare, mettendo ogni tanto la mia voce mentre quelle lettere mi passano sotto gli occhi, come un treno inarrestabile.

Mi cade il mondo addosso, o forse finalmente me lo hanno tolto. Sono diventato strabico da quanto ho girato gli occhi, alzandoli poi al cielo quando ho concluso. Accartoccio il foglio e lo lancio sulla scrivania, posando le mani sulla faccia per la frustrazione. Stropiccio gli occhi fino a strapparli, come i miei capelli. Sospiro e mi alzo, andando a chiudere la porta finestra lasciata aperta. Appoggio un braccio sul vetro e scuoto il capo. Sofia mi ha dato carta bianca, facendo finta che possa decidere io cosa fare.

So, invece, che è solo un trucchetto per andarla a rincorrere, come sempre. È una minaccia sotto forma di libero arbitrio, che lei non mi ha mai dato. Ormai la conosco, so che quando ha detto "prendere una pausa" intendeva "non ti azzardare mai a prendere una pausa", dice le cose al contrario. Questo bigliettino, potrebbe essere interpretato tutto in diverso modo. Cambierebbe totalmente significato ma sarebbero le parole che veramente avrebbe voluto scrivermi, uscite direttamente dai suoi pensieri maligni e non dal cuore affranto come vorrebbe farmi credere.

Sì, che ci sta male le credo, ma è ipocrita più di me per dirmi quelle cose che non pensa sul serio. Certo che siamo proprio uguali, fatti della stessa pasta della cattiveria. Allora ho ereditato qualcosa anche da mamma, la sua spavalderia nell'ingannare la gente. Sofia è stata gelosa fino al midollo ieri sera, oggi non può essersi risvegliata una pecorella dopo l'assurda rivelazione che mi ha fatto su Valeria, è solo una maschera, quella che ha sempre indossato, anche quando cercava di farmi pena quel giorno a casa mia, quando mi ha dato la notizia del ritardo.

Sì stava male, ma ha ingigantito tutto per farmi pena. Non sono stupido, lo dimostro per non avere perennemente discussioni. Lei è totalmente pazza di me e va bene, che le posso mai dire? Non posso impedirle di amarmi, non posso comandare i sentimenti di una persona, anche se lei ci ha sempre provato. Glielo faccio credere, ma non provo nient'altro che rispetto per la madre di mio figlio. Ho paura che la distanza che mi vorrei prendere, possa causarle altri dispiaceri che si riverserebbero sulla piccola creatura.

L'ansia e il nervosismo, potrebbero non essere la miglior cosa per lui. Mi sento comunque uno straccio per averla lasciata in quel modo, come sarà tornata a casa? Non credo abbia preso un autobus, non è da lei, però una donna ferita nell'orgoglio potrebbe arrivare a fare anche questo. Avrà sfidato la sua fobia di stare in mezzo alla gente, pur di non farsi trovare qui. Si è messa alla fermata sotto al sole, con i tacchi, incinta e con la nausea, ma dignitosamente. Direi che questo fa molto riflettere su quanto possa essere incazzata.

Ho paura di cosa possa pensare, di quale azione possa compiere in un momento tanto fragile. Fa la forte ma in fondo non lo è, perché va a finire sempre nello stesso modo, il peggiore. Devo chiarire subito con lei, anche se non troverò mai le parole giuste, perché non esistono. Non ho niente di cui scusarmi, semmai è il contrario. È una relazione piena di menzogne e verità taciute, come possiamo ancora andare avanti e non barcollare? Beh, io lo sto facendo, mi sono ridotto a gattonare per starle appresso.

Devo comunque trovare il modo di farmi perdonare. Non è corretto che vada da un'altra mentre lei sta per darmi un figlio. Devo mettermi la testa al posto e vivere da ora solo per loro due. Non voglio averla come nemica, abbiamo creato una cosa troppo importante, non mi posso permettere di perdere tutto. Devo prendere la decisione giusta, come mi ha fintamente consigliato lei, e non minacciato. Sospiro, battendo la fronte sul vetro riscaldato dai raggi del sole che mi ricordavo quel bellissimo pomeriggio al mare, spensierato, con Valeria.

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