Il rischio di amare

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12/09    

Un fastidioso e continuo fischio rimbombava nella mia testa, mentre il suono acuto di sirene indistinte sembrava confondersi tra le urla della gente.
Mi sentivo stanca, come se fossi troppo debole per muovere ogni muscolo del mio corpo.
Mossi appena la mano e una superficie umida e ruvida sembrava circondarmi. Aprì con fatica gli occhi, a stento sentivo i battiti del mio cuore e le nuvole leggere, con cui il freddo segnava il mio respiro, sembravano inesistenti. Il riflesso di luci blu e rosse sembravano occupare l'asfalto umido su cui la gravità si ostinava a tenermi schiacciata.
Sbattei le palpebre più volte, mentre un forte odore di vodka alla pesca sembrava mischiarsi all'odore terreno della pioggia.
Mi voltai sulla schiena e dalle mie labbra piene uscì un lamento, mentre il mio braccio sfiorò i miei capelli.
Sentì la sua mano fredda posarsi sulla mia e restai con gli occhi aperti guardando quella macchia scura indistinta che doveva essere il cielo.
Il suono di una risata mi rilassò i muscoli, mentre i battiti del mio cuore sembravano rallentare sempre di più.
«Morirai amandomi»
Sussurrò quasi sfidandomi, mentre il suono profondo e seducente della sua voce maschile mi confondeva la mente. Sorrisi soffocando il mio stesso respiro.
«Vivrai per avermi»
Risposi chiudendo gli occhi e abbandonandomi a quel dolore che mi stava uccidendo. Ricordavo quelle due battute, erano state l'inizio di tutto.
L'inizio di una scommessa degenerata,
L'inizio di una via senza ritorno,
L'inizio dell'inferno che distrusse il paradiso.
Delle voci sconosciute sembravano urlare a fianco a me, il mio nome e il suo si confondevano nel silenzio, disturbando la pace che si era creata nella mia testa.
Mi sentì sollevare, immaginai di essere leggera​ quanto l'aria e in un momento sembrò che tutto il dolore che sentivo fosse svanito.
Un forte scatto mi diede l'idea di due portiere che si chiusero e subito dopo il suono acuto di alcune sirene sembrò farmi scoppiare i timpani.
Sentì le mie labbra secche e fredde muoversi, come a pronunciare il suo nome.
Qualcosa fece pressione sul mio braccio, dava l'idea di essere una stretta, come se una mano mi stasse stringendo il braccio per farmi stare calma.
La mia mano passò debolmente sul mio viso, sfiorandomi il naso e lasciando che un forte odore metallico si mescolasse al sapore salato delle lacrime che percorrevano le mie guance di traverso.

Freddo.
Caldo.
Paura.
Dolore.
Solitudine...

Provavo confusione nella mia mente, il mio corpo non rispondeva a nessuno dei miei impulsi, mentre quell'angosciante ed insistente suono acuto sembrava penetrare nelle mie vene. Ancora percepì le mie labbra muoversi, mi chiesi più volte che cosa avessi detto, o se qualcuno avesse sentito il suono della mia voce, ma ancora non riuscivo a capire niente.
Qualcuno accarezzò la mia fronte, incastrando le sue dita nei miei capelli disordinati.
I miei polmoni per minuti che mi sembrarono eterni smisero di bruciare, mentre delle forti spinte sul mio petto facevano pressione, quasi mi soffocavano, ma nonostante quella senzazione strana il mio corpo stanco sembrò reagire ancora.

Forget about me SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora