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Feci qualche passo indietro, delimitando giusto la distanza che credevo più opportuna.
«Perché sei qui?»
Chiese dopo qualche secondo sorridendo nervosamente.
«Cosa?»
Risposi rivolgendogli un altra domanda per girare intorno ad una risposta da cui non avrei potuto scappare ancora per molto.
«Okay, fingerò di credere a questa falsa ingenuità.
Sento che hai paura e questo mi manda fuori strada, per la prima volta non riesco a capirti. Se sei così spaventata da noi perché diavolo ci hai seguiti?»
Alzai un sopracciglio e rimasi in silenzio, più per le parole che non trovavo che il senso della sua frase.
«Ah non guardarmi in quel modo Emma, giuro​, non ti riconosco»
Mi portai una mano sulla bocca, ero sconvolta, scossi la testa e annuì puntandogli un dito contro.
«Non mi riconosci? Ironica come scusa per pararsi il culo»
I suoi occhi mi squadravano con insistenza,  come a cercare un qualcosa che da troppo tempo ormai era stato dimenticato.
«Dio, non cominciare, sto solo dicendo che non sei più la ragazza che conoscevo e tutto questo è assurdo!»
Annuì ridendo ironicamente facendo poi un passo avanti, mentre sentivo l'espressione del mio viso cambiare continuamente.
«Mi dispiace tanto Ethan, ma non so se ti sei reso conto che io non ricordo più nulla! Non posso comportarmi agli occhi di tutti voi come facevo un tempo! Perché non so come agivo, come rispondevo e come avreste potuto reagire voi ad un mio atteggiamento arrogante, e sai perché? Perché non ho la più pallida idea di chi siate, di che carattere abbiate, anzi non so neanche chi sono io dannazione!»
Mi portai le mani tra i capelli e sentì gli occhi bruciarmi.
«Ti rendi conto di quello che ho appena fatto?! Ho abbandonato mio padre come fosse un cane, per seguire delle persone che non conosco, perché credono di sapere chi ero! E soprattutto per seguire te razza di idiota!»
Gesticolai avvicinandomi ancora per poi spingerlo forte sul petto.
«Sei tu la ragione per cui io sono qui, adesso! E tu stai mandando tutto a puttane nella mia testa in questo momento, se solo...»
Smisi di urargli contro e gli rivolsi uno sguardo lasciandomi scappare quella lacrima dettata dalla mia rabbia.
Un angolo della sua bocca curvò verso sinistra e io mi sentì presa in giro.
«Se solo fossi meno...razionale
Socchiusi gli occhi alle sue parole e presi un respiro sentendo il cuore non calmare la sua corsa, le sue mani si appoggiarono sulle mie e io sentì il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto il mio tatto regolarmente.
«Si...»
Sussurrai ancora confusa ascoltando il suo battito.
Il silenzio che seguì i nostri sguardi sembrò quasi calcolato, forse ero io a sbagliarmi, avevo esagerato ancora una volta, eppure lui era ancora li.
«I medici mi dissero che non sarebbe più tornata, la lesione che ho riportato ha colpito l'ippocampo, che ora so per certo non sia solo un animale»
Ripresi ironizzando e alzando una spalla.
Lui sorrise e io percepì i muscoli rilassarsi.
«Si trova nel lobo temporale del cervello, è una delle parti​ importanti della memoria, ed è per questo che non ricordo più nulla, anche se quella è solo una parte del problema, a essere sincera non ho seguito tutto quello che mi disse il medico»
Mi sfiorai con le dita la testa verso sinistra trovando la cicatrice tra i capelli.
«Ehi togliti quell'espressione triste dalla faccia»
Sorrisi notando i suoi occhi lucidi, l'aria malinconica che aveva preso quel discorso lo stava ferendo, me lo sentivo.
«Ethan...»
Distolse lo sguardo e si separò da me mandando giù della saliva. Si portò entrambe le mani tra i capelli e lo vidi stringersi e labbra.
«Mi dispiace...è colpa mia»
Lacrime calde cominciarono a scendergli sul viso e per la prima volta capì la sua debolezza. Feci un passo avanti per raggiungerlo, ma lui ne fece due indietro scappando da me. Mi fermai e mi portai la mano destra sul cuore.
«Ho perduto i ricordi, non quello che sento nei tuoi confronti. Forse non mi ricordo come ci siamo incontrati o quanta fatica abbiamo fatto per costruire ciò che ho dimenticato, ma so per certo che tu sei la cosa più importante che ho Ethan»
Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sentì le mani tremare.
«So che non è così assurdo ai tuoi occhi»
Aggiunsi vedendo la sua mascella contrarsi.
Sorrisi quasi di riflesso alle sue labbra e allungai un braccio verso di lui tendendo il mignolo.
«Funzionerà»
Disse stringendomi il dito con il suo, annuì una sola volta e il vento si alzò spostandomi di lato la gonna.
«Funzionerà»
Ripetei sentendo la pelle divenire d'oca per il freddo che si era alzato.

Forget about me SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora