Mi voltai a destra poi a sinistra e di nuovo a destra, sbuffai stringendo il morbido cuscino sotto la mia guancia e mi alzai a sedere portandomi un ginocchio al petto.
«No, pessima idea»
Mormorai lasciando cadere la gamba e allontanando le coperte con i piedi, passai un indice sulle labbra e sorrisi stupidamente ripensando alle sue labbra.
La mente cominciò a vagare creandosi film mentali degni del miglior regista e cominciai a ridere portandomi una mano sulla fronte.
«Questa è una follia»
Dissi chiudendo gli occhi e prendendomi un respiro, il rumore della moto di Ethan attirò la mia attenzione e subito dopo corrugai le sopracciglia sentendo la voce di Jenna gridare agitata, mi alzai e andai verso la porta appoggiandoci sopra un orecchio e mordendomi un labbro.
«Adesso calmati, sei ridicola»
Sbottò David, dei veloci passi sugli scalini mi fecero arretrare, ma ero ancora abbastanza vicina per sentire.
«Ridicola io?! E lui invece? Si ostina a tenerla chiusa in una stanza per evitare le conseguenze del suo errore!»
Alzai un sopracciglio sentendomi presa in causa e altri passi pesanti ruppero il silenzio.
«Sono cazzi di Ethan Jenna! Fatti gli affari tuoi per una volta!»
«Sono affari miei! Tagliarle i capelli non basta per cambiarle aspetto! E certo fingere che non esista non lo aiuta, torna a casa alle tre completamente ubriaco, Chase sta perdendo la pazienza e io non ce la faccio a mentirle ancora!»
Gridava, gridavano entrambi, era impossibile non sentirli, ma sapevo anche che origliare in quel modo era da maleducati.
«Non spetta a te raccontargli la verità Jenna! Non voglio litigare con te per cose inutili come questa, ma devi capire che in questo momento Ethan è fuori di testa. Si è trovato a convivere con il senso di colpa per quasi un anno e ora l'unica ragazza che abbia mai amato veramente, la stessa che ha quasi portato alla morte, è piombata nella sua vita un altra volta! Ha bisogno di tempo per riflettere...»
Currugai le sopracciglia confusa e inclinai la testa verso destra, lasciandomi scivolare alcuni capelli sul viso.
«Riflettere su cosa? Lei ha il diritto di sapere! Ti dico io la verità, è solo un egoista, pensa solo a se stesso, non gli importa quanto male ci sto io o quanti problemi sta dando a Chase, a lui frega solo di se stesso, ancora mi chiedo come Emma possa essersi innamorata di lui un anno fa»
Finì lei chiudendo il discorso,
«Cosa?»
Sussurrai, sentivo gli ingranaggi del mio cervello girare frenetici in cerca di una risposta, ma niente, nella mia mente vagava la confusione più totale.
Mi avvicinai alla porta e spinsi in giù la maniglia tirandola verso di me, si aprì e mi affacciai in mezzo al corridoio, i due ragazzi si bloccarono e il mio cuore mancò un battito.
«Di che diavolo state parlando?»
Chiesi sconvolta cercando di ricordarmi di non smettere di respirare, Jenna farfugliò qualcosa di incomprensibile e David si limitò al silenzio.
«Di che stavate parlando? Voglio saperlo»
Insistetti ancora spingendoli a rivelarmi qualcosa, ma loro restarono in silenzio.
Strinsi la sbarra di legno con forza e attesi ancora quasi supplicando in silenzio.
«Emma...»,
Sorrisi per mascherare il nervosismo e mollai la presa portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Anzi sai che c'è, non me ne frega niente»
Dissi fermando Jenna, alzai le mani e andai dentro la stanza tirando fuori i miei anfibi, mi sedetti sul letto e gli infilai velocemente senza legarli, presi capello e sciarpa da sotto il cuscino e mi coprì mentre tornavo in corridoio.
«Me ne vado, ironico perché non ho nemmeno idea di dove mi trovi, ma poco importa, farò autostop per strada, sperando di arrivare alla città più vicina senza morire per ipotermia»
Per quanto il mio tono di voce poteva sembrare scherzoso, seccato e isterico mi feci largo tra loro senza guardarli in faccia, raggiunsi le scale e mi sentì bloccare per un braccio.
«Levami le mani di dosso David»
Righiai liberandomi dalla presa, scesi frettolosamente le scale e mi sentì raggiungere di corsa.
«Non te ne puoi andare Emma»
Mi voltai incontrando i suoi grandi occhi blu.
«Okay»
Sbottai acida squadrandola più volte.
«Allora dimmi quello che sta succedendo, voglio sincerità, niente giri di parole o mezze verità. Dimmi esattamente il motivo per cui sono qui»
Lei strinse un pugno, prese un lungo respiro e fece un passo indietro abbassando lo sguardo. Scossi la testa e alzai le spalle delusa
«Come pensavo»
Mormorai con tristezza aprendo la porta dell'entrata e lasciando entrare in casa l'aria fredda che caratterizzava la mia stagione preferita.
«Io non capisco»
Confessai tornando sulla ragazza scura. Sfogando i miei pensieri che per troppo tempo avevano preso polvere nella mia testa.
«Perché sento sempre dirmi: "Emma non è il momento", "Emma smettila pensi troppo", "Emma ha il diritto di sapere", ma sapere cosa?, penso troppo a chi esattamente e per quale motivo non è mai il momento di parlarmi! Che cos'ho che non va!»
Tirai un pugno al muro affianco a me cominciando a piangere, lasciai andare il pugno e sfiorai il muro con la mano.
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Forget about me SOSPESA
RomanceIl vero problema di Emma, non era trovarsi chiusa in quel baule, o l'assurdo motivo che l'aveva portata a ritrovarsi in quello stretto spazio. No affatto, il suo vero problema era sentirsi al sicuro, sapere che quel ragazzo che l'aveva trascinata c...