L'uomo davanti a noi non doveva avere più di trent'anni, anzi, dall'aspetto gliene avrei dati ancora meno, capelli chiari corti, uno e ottanta, look troppo anni novanta.
«Ethan, sono ore che ti cerco! Potevi avvertire che saresti andato a sud»
La voce profonda e rauca di quel tipo, mi metteva ansia, i suoi occhi chiari si posarono nei miei e io feci un passo indietro.
«E questa dove l'hai presa?»
Il suo indice mi puntava accusatorio. In un attimo avevo davanti la schiena del ragazzo, che ora avevo la conferma si chiamasse Ethan, o almeno credevo.
L'odore di Marlboro e un tipo di profumo costoso che ora non ricordavo, si insinuò nei miei polmoni e lo stomaco mi si bloccò senza che me ne rendessi conto.
«È con me, mi ha suggerito Lei di andare a sud, sapeva che i poliziotti non si sarebbero spinti troppo lontani»
Corrugai le sopracciglia e mi morsi un labbro, non avevo idea di chi fosse tutta questa gente e di certo non avevo la certezza che la bugia improvvisata di quel ragazzo mi potesse essere d'aiuto.
«Okay, mettila in macchina, ha visto troppo, non possiamo lasciarla andare»
Mi allontanai e mi scontrai con la ringhiera, Ethan si voltò e mi prese per le spalle.
«Levami le mani di dosso! Io non vengo da nessuna parte con te!»
Mi fece voltare e mi costrinse a mettere le braccia dietro la schiena.
Le sue labbra mi sfiorarono l'orecchio e il mio cuore perse un battito.
«Non permetterò che ti succeda niente, ma devi fidarti di me»
Annuì e lasciai che mi spingesse fuori da quel posto.
«Muoviti ragazzo!»
Gridò l'uomo scendendo velocemente i gradini di metallo e creando un eco vuoto sotto la suola dei suoi stivali.
«Non dirò niente prometto»
Dissi cercando di liberarmi dalla sua stretta, ma quel ragazzo era troppo forte.
«Emma fidati di me»
Sussurrò ancora, la prima volta pensavo di aver sentito male, ma ora ero consapevole che sapesse il mio nome.
Toccammo l'asfalto scendendo gli ultimi gradini a fatica, l'uomo lanciò il borsone dentro un furgoncino color petrolio che partì velocemente sgommando sull'asfalto, la serratura automatica di un auto sportiva si aprì e fece un cenno ad Ethan con le chiavi.
«Mettila nel baule e fai in modo che non faccia troppo casino»
Mi voltai indietro e cercai di non camminare.
«No, ti prego il baule no, farò silenzio giuro!»
Mi sentì sollevare e poggiare dentro allo stretto spazio del baule.
«Ti prego Ethan! No! Lasciami!»
Le sue mani mi spinsero con forza dentro e rimasi in mobile sotto la sua forza.
Il suo naso sfiorò il mio e cominciai a respirare in modo irregolare.
«Per favore...»
Supplicai sentendo gli occhi pizzicare.
«Stai alle regole e non ti succederà niente»
Chiusi gli occhi e strinsi le labbra cercando di trattenere le lacrime e il panico.
«Ti fidi di me?»
Rimasi immobile, mi sentì scuotere appena e la presa sulle mie spalle si fece meno forte quando aprì gli occhi.
«Ti fidi di me?»
Domandò ancora guardandomi con tutta la calma del mondo, annuì confusa e lui mi rivolse un sorriso.
«Bene, continua a farlo allora»
Annuì velocemente, ma ancora il cuore mi stava esplodendo nel petto, la testa cominciava a farmi male e sentivo già che da li a poco avrei avuto una crisi di nervi.
Il baule si chiuse con uno scatto e io mi guardai intorno. Riuscivo a sentire solo il battito incontrollato del mio cuore e i profondi respiri che uscivano dalle mie labbra piene.
«Fanculo!»
Gridai prendendo a pugni il tetto sopra di me. Lacrime calde mi rigarono il viso, le sentì scivolare calde sui miei capelli e bagnarmi le orecchie.
L'auto vibrò e presto cominciò a muoversi, una canzone ad alto volume mi fece rabbrividire, mi sembrava di conoscerla, ma ero troppo terrorizzata per ricordarmi l'autore in questo momento.
Riuscì a portarmi una mano tra i capelli, li strinsi con forza, quasi a farmi male, il mio corpo tremava assecondando i singhiozzi, mentre ogni muscolo sembrava sentirsi scomodo.
L'auto si fermò ancora una volta e uscendo di strada mi fece sobbalzare, gemetti, ma mi tappai subito la bocca, il volume della musica si fece meno violento e rimasi immobile.
«Cos'è stato?»
Chiese qualcuno da fuori, strinsi ancora di più la presa sulla bocca, fino a farmi diventare le nocche bianche.
«Io non ho sentito nulla agente»
«Tiene una persona nel baule signore?»
Trattenni il respiro e percepì lo stomaco contorcersi.
«Come?»
«Apra il baule»
Chiusi gli occhi e trattenni un grido quando uno sparo partì lasciandosi dietro un silenzio inquietante. La macchina ripartì ad una velocità folle e io scoppiai a piangere senza lasciare la presa sulla mia bocca.
«Oddio!»
Mormorai cercando di riprendere il controllo del mio respiro, lasciai andare la presa sui miei capelli e la mano mi si fermò sulla fronte, la sentì bagnata e quando la guardai una macchia scura la ricopriva, un forte odore di sangue si mischiò alla puzza di terra e sudore e mi sentì male.
Cercai di non pensare a niente e, appena anche i singhiozzi smisero di far rumore, ecco che il silenzio fu scomposto da due voci maschili immerse in una discussione.

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Forget about me SOSPESA
RomanceIl vero problema di Emma, non era trovarsi chiusa in quel baule, o l'assurdo motivo che l'aveva portata a ritrovarsi in quello stretto spazio. No affatto, il suo vero problema era sentirsi al sicuro, sapere che quel ragazzo che l'aveva trascinata c...