#10 Ethan

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Presi un respiro e scesi velocemente le scale fiondandomi in cucina, le ruote del furgone di David sterzarono sulla ghiaia e presto il motore si spense aumentando la mia ansia.
Appoggiai i gomiti al bancone e mi portai la testa sulle mani stringendomi i capelli tra le dita.
Il sapore delle sue labbra mi tornò in mente, seguito a ruota dal battito del suo cuore, e i brividi che riuscivo a sentire sfiorandole il corpo.
«Com'è?»
Sussultai alla pacca sulla spalla di David e mi alzai di scatto mettendomi le mani davanti.
«È stata lei»
Risposi quasi urlando, l'espressione divertita sul viso di quel ragazzo mi fece stare peggio.
«Okay...Hai bisogno di una birra amico»
Mi portai una mano tra i capelli e mi tolsi la felpa lasciandola su uno sgabello, mi sistemai la maglietta che si era alzata e accettai la Corona fredda che mi porse.
Aveva ancora il cappuccio sulla testa, le braccia scoperte ricoperte di tatuaggi gli davano un aria da duro, ma sapevamo tutti che David era una persona fantastica.
«Che succede?»
Chiese bevendo un sorso di birra al limone sedendosi su uno sgabello davanti a me, appoggiò le braccia sul bancone e alzò un sopracciglio aspettando una mia risposta.
«Jenna dov'è?»
Domandai guardandomi alle spalle.
«È andata di sopra, conoscendola non scenderà fino a pranzo»
Annuì e guardai l'orologio segnare appena le 8:34 della mattina. Mi concentrai qualche secondo sul piercing che portava al sopracciglio sinistro e annuì ancora avvicinandomi uno sgabello.
«L'ho fatta uscire e poi la cosa mi è sfuggita di mano»
Confessai rigirandomi la bottiglia fredda nella mano.
«Ethan è scappata?!»
Corrugai le sopracciglia e scossi la testa.
«No, è di sopra, ma non è questo il punto»
Dissi poi sbuffando, mosse le mani come ad invitarmi a spiegargli ogni cosa e io bevvi un sorso di birra per prendere tempo. I suoi occhi verde cenere mi guardavano trepidanti e io mollai la presa assecondando il suo sguardo.
«Si è messa a fare domande e ha toccato il discorso dell'incidente»
Cominciai guardando il suo viso rattristarsi.
«Ho parlato troppo e lei si è messa a camminare allontanandosi da me, sembrava in stato di shock e non ho potuto fare a meno di correrle dietro»
Un altro sorso di birra.
«Era così vicina...»
Ricordai rigirandomi la bottiglia tra le mani, chiusi gli occhi e li raprì maledicendomi nella mente.
«L'hai baciata»
Finì lui tornando nei miei occhi, feci un cenno con la testa e corrugai le sopracciglia.
«Ha detto che gli era mancato quel bacio, come se si ricordasse incosciamente che l'aveva già fatto più di una volta, tanto, che il suo cervello era riuscito a ricordarlo vagamente e bollarlo come una mancanza»
Il sorriso di David sembrava entusiasta, lo guardai storto e lui mi guardò con attenzione.
«Si ricorda Ethan! Dove vedi il problema? È straordinario! Significa che il colpo alla testa ricevuto dall'impatto con quel cazzo di camion non le ha resettato completamente i suoi ricordi su di te»
Scossi la testa.
«Tu non capisci David, sono stato la sua rovina, le ho incasinato la vita dal primo momento che l'ho incontrata! Il mio egoismo ci ha portai su quella moto, la stessa che non ho saputo controllare nel momento in cui avrei dovuto farlo, portandola quasi alla morte. Ha avuto la fortuna di perdere la memoria, di ricominciare da capo senza di me, e ora per colpa del mio poco controllo la sto riportando sulla stessa strada di prima...
Non posso permettermi di farle ancora del male»
Lui annuì e finì gli ultimi sorsi di birra posandola poi accanto a se, mi puntò un dito contro severo e si tolse il cappuccio.
«So che la maggior parte di quello che esce dalla mia bocca sono stronzate, ma quello che vi è capitato è stata tutta colpa di un camionista ubriaco attaccato ad un cellulare Fratello, non del tutto tua.
Ti conosco da una vita e rispetto la tua decisione di tenere la bocca chiusa, ma ora lei comincia a ricordare e ti troverai a sprofondare sempre più nella merda se continuerai per la tua strada, non ti sto dicendo quello che dovresti fare, sia chiaro, ma qualcuno ti sta dando una seconda occasione e, se fossi in te, ci penserei due volte prima di buttarla nel cesso»
Si alzò dallo sgabello e mi strinse una spalla con forza.
«Pensaci Ethan»
Rimasi in silenzio e lo sentì allontanarsi per poi accendere il televisore e ascoltate le ultime notizie al telegiornale.
Mi persi qualche minuto nella grafica della carta sulla bottiglia e mi portai una mano alla bocca per trattenere una bestemmia. Forse il mio migliore amico aveva ragione, stavo sbagliando tutto.
«Cazzo»
Mi sporsi dallo sgabello, ma non riuscì a vedere David, mi alzai e lo raggiunsi nel salotto.
«Che hai?»
Chiesi cercando di farlo smettere di camminare su e giù, indicò la tv con il telecomando e io mi voltai guardando una foto di Emma accanto alla giornalista.

Forget about me SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora