#14

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Le mani mi coprivano il viso mentre la ghiaia premeva sulle mie ginocchia chiedendomi di alzarmi. La sciarpa scivolò dalla spalla scoprendomela, dei passi si avvicinarono velocemente, ma io rimasi nella mia posizione.
Aprì gli occhi lasciando cadere le mani sulle cosce, corrugai le sopracciglia passando velocemente con lo sguardo da una pietra all'altra, mi sfiorai le labbra con le dita e fermai le mie iridi su un sassolino davanti a me.
«Ethan»
Sussurrai alzandomi in piedi, mi portai una mano tra i capelli e mi sentì male, una mano mi si posò sulla spalla e io mi lasciai avvolgere dalle lunghe braccia di Jenna, la mia schiena aderì al suo petto e la sentì stringermi forte a sé.
«È colpa mia»
Continuai stringendomi con forza i capelli, il mio cuore sentiva di avergli fatto del male, anche se la mia mente non sapeva trovare il perché di tutte quelle emozioni fuori controllo.
«Emma non dire così, andrà tutto bene»
I suoi ricci mi solleticarono il collo e io alzai una spalla sfiorandole una guancia, con una mano le afferrai il braccio e lei non mi lasciò andare.
Piansi, piansi e piansi ancora lasciandomi andare completamente dopo mesi.
Ora ricordavo i loro visi, erano i ragazzi che al mio risveglio i dottori allontanarono dalla stanza, gli stessi che incontrai di sfuggita quella mattina al bar, ora tutto sembrava avere un senso.
Sorrisi e sentì la mia mente finalmente calmarsi, quel vuoto che avevo sempre sentito era loro, come i ritratti sul mio quaderno e gli oggetti di cui i miei cassetti in camera straripavano, non li riconoscevo perché non ricordavo chi me li avesse regalati.
Ed era di Ethan quella grande felpa nel mio armadio, il profumo che portava era il suo e quell accendino viola sul comodino anche.
Chiusi gli occhi lasciandomi coccolare ancora un po' da Jenna, che sorrise sentendo il mio corpo meno teso.
Due forti braccia chiare ci avvolsero quasi soffocandoci e io sussultai.
«Anche io voglio un po' di Emma»
Disse David unendosi a quell'abbraccio che il mio cervello aveva rimosso.
Il profumo alla fragola di Jenna si mischiò al mio e a quello maschile di David inondando la mia memoria di tutto quello che si era persa dopo l'incidente.
«Dev così ci soffochi!»
Esclamò la ragazza dimenandosi e liberandomi da quella prigione di dolcezza. Il cancello attirò l'attenzione di tutti e presto una moto ci sfrecciò accanto. Ethan si fermò a pochi metri da noi e scese quasi inciampando, si levò il casco spettinandosi i capelli fuori taglio e ci raggiunse correndo.
Diede il casco a David e si avvicinò prendendomi le mani, i suoi occhi scuri vagavano fuori controllo ovunque sul mio viso e il mio cuore cominciò a farsi sentire.
«Ho fatto un gran casino Emma»
Annuì incantata cercando di fermare i suoi occhi, ma il suo braccio mi avvolse la schiena spingendomi contro di se, appoggiai le mani sul suo petto, graffiandomi le dita con la cerniera della sua giacca. La sua mano mi percorse la schiena togliendomi il fiato e fermandosi tra i miei capelli, le sue labbra si appoggiarono sulla testa e io mi sentì morire.
«Sono stato un egoista, ho trattato male tutti quanti cercando di dimenticarti come tu hai fatto con me, ma non ci sono riuscito e sto sbagliando tutto anche adesso, lo so...»
Una lacrima mi scese sul viso morendo sulla sua maglietta scura, sorrisi e strinsi il tessuto nella mano.
«Ho trattato di merda Jenna e ho ignorato i consigli del mio migliore amico credendo che scordarmi di te fosse la cosa migliore per entrambi, ma quando ti ho incontrata quella sera, mi sei sembrata più morta che viva, nemmeno ti riconoscevo senza il tuo sorriso e ho fatto una cazzata senza ragionare trascinandoti qui.
So di aver promesso che ti sarei stato lontano, ma non posso farlo, senza di me sembri uno corpo senza mente che vaga e io per primo non ho mai sentito tanto bisogno di te come adesso»
Lasciai andare il tessuto della sua maglia ed esitai ascoltando il battito del suo cuore in silenzio, il vento si alzò e presto cominciò a nevicare, mi separai da lui e alzai gli occhi al cielo guardando quei fiocchi poggiarsi sulle mie mani.
Mi guardai intorno, guardai il sorriso di Jenna e lo sguardo comprensivo di David regalarmi un sorriso.
Allungai la mano verso Ethan e presi un respiro portami una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Perché non ricominciamo tutto da capo?»
Domandai alzando le spalle, un angolo della sua bocca si alzò mostrando la sua fossetta e i suoi occhi sembrarono più lucidi.
Mi strinse la mano e annuì.
«Sono Ethan, piacere»
A quelle parole sorrisi, sentendomi per la prima volta davvero speciale.
«Ciao Ethan»

Forget about me SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora