Capitolo 23

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Destinie

Incastro il telefono tra la spalle e l'orecchio mentre cerco le maledette chiavi della mia auto che hanno deciso proprio oggi di giocare a nascondino

«Mi fido di te decidi tu, basta che sia roba carina»

«Roba carina? Mi stai offendendo»

«Liam devo andare dal parrucchiere, sono in ritardo e non riesco a trovare le chiavi dell'auto possiamo sentirci dopo?» gli dico cercando sotto al letto

«No che non possiamo sentirci dopo, sai perché perdi le cose? Perché hai troppe borse e dentro le borse hai troppe cose, come le chiami tu pochette

Mi rialzo di scatto dal pavimento

«Cavolo hai ragione» mi fiondo nel guardaroba e comincio a cercare

«Williams io ho sempre ragione»

«Trovate! Erano nella pochette dei rossetti»

Esco velocemente dalla mia camera e scendo le scale

«Ma stasera ci saranno tutti i figli di papà di Oxford e dintorni?»

«Liam non hai nient'altro da fare?»

«No sto aspettando una studentessa per una lezione»

«Potrei essere gelosa» gli dico salendo in auto e attivando il vivavoce

«Tranquilla sei al primo posto»

Sorrido compiaciuta

«Di quelli scarsi» ride di gusto

«Vaffanculo Smith»

Sento delle voci in sottofondo

«C'è gente a casa tua?»

«Non sono a casa sono nell'aula di economia»

Accelero e cerco di rimanere concentrata sulla strada

«Come mai?» chiedo

«Devi sapere che non faccio mai ripetizioni a casa mia tranne quando qualcuno, molto invadente e con una lingua biforcuta, si presenta di punto in bianco fuori dalla mia porta» rido

«Sono una che prende l'iniziativa non sono invadente»

«Ora ti farai una di quelle pettinature che somigliano alla torre Eiffel?»

«Certo che sì»

Parcheggio davanti al salone di bellezza

«Devo andare a stasera»

«Forse»

«Se non vuoi passare il resto della tua vita a suonare nella tua camera ti conviene presentarti! A dopo» e chiudo senza aspettare la sua risposta che sarebbe stata sicuramente un'altra battutaccia.

Scendo sorridente dall'auto ed entro nel salone pronta a farmi coccolare e a prepararmi per la mia ultima notte da diciottenne.

Ho passato gran parte della settimana da Liam, a studiare e ho quasi sempre cenato lì con lui e qualche volta con Chad e il resto dei suoi amici. Spesso siamo rimasti a studiare fino a tardi, molto spesso io ripetevo quello che mi aveva spiegato durante le lezioni mentre  lui metteva le cuffie e si metteva al pc a lavorare. Si infilava le cuffie e si immergeva nel suo mondo regalandomi qualche sorriso di tanto in tanto. A volte lo vedevo muovere la gamba a tempo di musica o chiudere gli occhi e tamburellare con la penna sulla scrivania e restavo a fissarlo. È come se fosse in una dimensione solo sua ed io ero uno spettatore esterno.

Diciamo che litighiamo spesso, perché lui dice che sono dispotica e presuntuosa e un sacco di altri aggettivi poco carini ma abbiamo trovato un certo equilibrio. Quando studiamo mi devo comportare da brava studentessa e non devo replicare, quando invece non studiamo posso comportarmi come mi pare. È difficile tenere a freno la lingua anche perché lui accusa me di essere dispotica ma lui sta messo peggio di me.

Dopo avergli mentito quella sera ho detto a Brad che andavo a studiare da Liam, non mi andava di continuare a dire bugie anche perché non nascondo nulla, semplicemente vado a studiare per non essere bocciata all'esame. No?

Comunque all'inizio ha fatto un po' il geloso ma poi ha capito che non c'era assolutamente nulla di cui essere gelosi, insomma non mi potrebbe mai piacere uno come Liam. Oggettivamente è bello, molto molto bello, ha un fisico da paura e ha un viso che sembra scolpito. Ha anche quell'aria da stronzo, anzi a volte è proprio stronzo, che piace alle ragazze ma da qui a dire che potrebbe essere uno che mi interessa. Dai ! Non scherziamo...

«Williams prego mi segua»

La ragazza alla receptionist mi scuote dai miei pensieri, mi alzo e la seguo.

Due ore dopo e duecento sterline in meno sono fuori, mi guardo nello specchietto retrovisore soddisfatta del risultato. A differenza di quello che pensava Liam non ho fatto una torre Eiffel con i miei capelli, li ho semplicemente spuntati di qualche centimetro e ho fatto delle onde morbide.

Quando arrivo in camera mia, Stephie si sta mettendo lo smalto alle dita dei piedi ed è sul mio letto, c'è la musica altissima che proviene dal MIO laptop

«Sono arrivati quelli per te» indica qualcosa sopra la scrivania. Mi volto e vedo un enorme cesto di rose bianche e peonie rosa, i miei fiori preferiti. Lascio cadere la borsa e mi avvicino. Prendo il bigliettino che c'è poggiato sopra e lo apro

"Ormai sei grande ma resterai per sempre la mia piccola Didi. Sono fiero di te e della donna che stai diventando! Sei la luce della mia vita! Tanti auguri tesoro!

                                  Il tuo vecchio e ormai troppo sentimentale nonno! A."

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, stringo la lettera al cuore. Chiunque conosca mio nonno, non direbbe mai che può essere così dolce. Neanche con mio padre lo è mai stato, anzi dice sempre che con lui è sempre stato troppo rigido e severo.

Riponendo la lettera vedo che c'è anche un altro pacchetto. Conosco quella bustina verde, la conosco bene. Apro velocemente e dentro un astuccio c'è una sottilissima collanina in oro bianco e al centro un meraviglioso punto luce, un diamante tondo e abbastanza grande. Sei la luce della mia vita c'era scritto nel biglietto.

Lo indosso immediatamente facendomi aiutare da Stephie

«Se tuo nonno avesse qualche anno in meno mi metterei con lui» dice mentre cerca di abbottonare la collanina

«Stephanie» mi giro con una faccia disgustata

Mi prende tra le braccia e comincia a farmi volteggiare

«Perché no, poi mi chiameresti nonna»

Ridiamo come pazze e balliamo con la musica a tutto volume.

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