11. -Something New-

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Levi era seduto sul divano del salotto, ormai era l'alba ed il corvino sarebbe andato a scuola, ma aveva la necessità di parlare con il fidanzato.

Ancora, il ragazzo, era chiuso in camera da letto, causando le imprecazioni che di tanto in tanto risuonavano in casa.
Si alzò dal divano giusto per andare in bagno, nel farlo, passò davanti alla stanza dove il giovane si rifugiava.

'Non può starsene lì dentro per sempre, ed oggi pomeriggio ha il lavoro, torno a casa prima io per cui lo beccherò sicuramente.' Si era detto tra sé e sé, bussando lo stesso una volta tornato dal bagno.

-Sei sveglio?-

Ma dalla stanza nessuna risposta, poteva esserlo come no, chi poteva sapere se il giovane lo stesse facendo apposta a non rispondere.

-Sarà meglio per entrambi se quando torno tu ti sia calmato e che abbia delle belle motivazioni!- Esclamò infuriato per non aver ricevuto risposta.

Ancora nessuna parola del castano, ma Levi sapeva bene che lui era in piedi e che lo ascoltava e probabilmente lo stava insultando anche in quel momento.

Eren da dentro la stanza, vestito e con lo zaino pronto, si chiedeva quale fosse quella parte del fidanzato che non afferrava il motivo delle sue gesta. Il giovane gli aveva risposto male, ma era una conseguenza più che comprensibile e che chiunque fosse stato in quella condizione avrebbe agito così.

Dopo interi giorni passati a piangere, chiedersi perché il partner fosse così acido, e dopo una serie di insulti e due schiaffi, chi non reagirebbe almeno con le parole?

Il castano pensò di essere stato incredibilmente fortunato, Levi sarebbe andato a lavoro e la sua fuga sarebbe stata molto più semplice.

Si stese sul letto incrociando le braccia dietro la nuca, guardò il soffitto bianco sospirando flebilmente, il corvino era tornato in salotto chissà a far che cosa ed Eren si concesse qualche minuto di silenzio.


-Oggi vai a lavoro?- Gli scrisse il numero sconosciuto.

-Direi... non è che se il ragazzino mi fa infuriare, allora io sono costretto a  rinunciare al lavoro.- Rispose controllando l'ora in cui il contatto gli aveva scritto.

-Sei mattiniero.- Aggiunse l'uomo.

-Non sono l'unico.- Ribatté lo sconosciuto. -Ma come mai hai fatto caso all'orario?-

-Voglio sempre scoprire chi sei, oltre a capire chi è quel cliente. Perché non mi dici niente, su te?- Rispose Levi speranzoso che qualcosa si lasciasse sfuggire.

-Vediamo... che cosa vuoi che ti dica?- Domandò lo sconosciuto.

-Chiederti il nome sarebbe troppo, per cui...- Levi premette 'invio' non sapeva bene cosa volesse conoscere di quella persona.

Forse se fosse maschio o femmina, perché si era interessato a lui o ad Eren, che lavoro facesse, quale la sua età, se viveva con qualcuno, ma erano tutte domande a cui difficilmente avrebbe risposto.
A meno che non l'avesse chiesto tra le righe, o con qualche provocazione.

Si ricordò di come aveva reagito, appena avevano toccato il tasto sull'omosessualità. Non l'aveva presa bene, ed era anche convinto che Levi fosse un pedofilo o, se non con questo termine, un uomo che se la faceva con i ragazzini.

Era un indizio, ma come poteva ricavare altre informazioni tramite un discorso, già affrontato, e senza dare nell'occhio allo sconosciuto?

-Ci sei ancora? O sei andato dal tuo 'leale' fidanzato?- Scrisse ironico il contatto, marcando la parola 'leale'.

-Scusami, ma il mio piccolo Eren, la mattina, è sempre molto affettuoso... capisci che non potevo evitare di baciarlo.- Rispose il corvino, sperando che l'altra persona credesse alla favoletta appena inventata.

-Un altro bello spettacolo, insomma... fortuna che le mie retine sono lontane da voi, questa volta.- Replicò disgustato lo sconosciuto.

-Ma davvero? Vuoi una foto?- Continuò il corvino sapendo di essere sulla strada giusta.

-Mi basta quella che mostri fieramente a tutti.- Ammise il contatto riferendosi alla foto profilo dell'uomo.

-Ma quello è solo un innocente bacio sulla guancia, non vuoi vederci mentre ci scambiamo un lungo bacio, magari alla francese?- Lo provocò il corvino ridacchiando.

Scrutò l'ora notando che si era fatta mattina, così il professore prese la sua giacca indossandola.
Uscì di casa controllando costantemente il cellulare, lo sconosciuto era rimasto scioccato o lo stava insultando per l'immagine 'disgustosa', a parer suo, che invadeva la propria mente.

-Non provare a mandarmi una cosa del genere. Mi è già bastato immaginarlo, un'altra volta, ed è troppo per me. Come credi mi possa sentire sapendo voi due così uniti? Io, che sono, per giunta, omofoba!- Scrisse il contatto.

Dal messaggio trapelarono un paio di indizi.
Era la seconda volta che si riferiva a qualcosa di già successo, a cosa si riferiva scrivendo 'un'altra volta'?

Mentre l'altro indizio era il sesso dello sconosciuto. Era una donna, nella furia di scrivere il messaggio non si sarà accorta di aver scritto 'omofoba', a meno che non l'avesse fatto apposta per destabilizzare l'uomo.

Quest'ultimo dubitava di ciò, si capiva che la persona era arrabbiata e lo sconosciuto era sempre stato attento a non farsi scoprire, non avrebbe lasciato indizi così facilmente.

In più non si era accorto degli errori, così Levi rafforzò la teoria del sesso femminile del contatto.

'Devo sempre tener a mente che è il cinquanta percento di possibilità.' Rifletté salendo in auto.

-Perché hai detto, 'un'altra volta'?- Domandò il corvino volendo sapere di più su quell'argomento.

-Perché non è la prima volta che assisto a scambi d'amore tra due persone dello stesso sesso. Mi da fastidio.- Rispose acido lo sconosciuto.

Levi spense il cellulare sfrecciando a lavoro.

'Infastidito da loro?' Si domandò per quasi tutto il tragitto.


//Aggiorno di mattina🙈\\

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