28. -I Missed You-

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Eren e Zeke erano partiti di casa la mattina presto, date le due ore di distanza, avevano calcolato di arrivare dai genitori per le otto e mezza.

Il castano era nervoso, dopotutto stava per rivedere sua madre e suo padre dopo un anno intero, in cui non li aveva mai cercati.
Staccarsi da loro l'avevano reso indipendente, ma rivederli che cosa gli avrebbe causato?

-Secondo te mi perdoneranno?- Domandò il ragazzo.

-Io credo di sì. Forse raccontandogli tutto per bene, comprenderanno la tua scelta di lasciarli.- Annuì il biondo mantenendo uno sguardo fisso sulla strada.

-Dovrò dirgli di Levi?- Chiese Eren non sapendo se il discorso era da affrontare o meno.

-Questo lo devi decidere tu.- Ricordò il fratello.

Ed aveva ragione.
Il più grande poteva consigliargli quello che riteneva giusto, ma era Eren che doveva scegliere.

Per il ragazzo era importante, era necessario e, sopratutto, voleva dire ai genitori del comportamento del corvino?

Eren mugolò una risposta, poi l'auto ritornò ad essere immersa in un silenzio rilassante, che costrinse il giovane ad un sonnellino.


-Siamo arrivati.- Lo informò Zeke scuotendo la spalla del più basso.

Il ragazzo sbadigliò, coprendosi la bocca con la mano, mentre abituava gli occhi alla luce mattutina.
Sbirciò fuori dalla macchina riconoscendo la casa dei genitori.

Il fratello era già sceso ed aveva scaricato due borse, preparate la sera precedente dai due. Dentro c'era il minimo indispensabile per quattro giorni, nonostante Eren ricordasse di aver lasciato a casa dei genitori tutte le sue cose.

Il biondo gli bussò nel finestrino incoraggiandolo a scendere, così il ragazzo strinse i pugni sorridendo.

Aprì lo sportello della macchina, e scese, si avvicinò al biondo, il quale aveva già suonato al campanello. Nervoso, Eren, unì le mani cominciando a torturarsi le dita.

Sentì la porta di casa aprirsi lentamente, poi un viso sorridente fece capolino dalla porta.
Carla, la madre dei due fratelli, sgranò gli occhi alla vista del figlio più piccolo.

Il giovane allargò le braccia riabbracciando la madre, la quale ancora scossa e con le lacrime agli occhi, ricambiò la stretta.

-Mi sei mancato.- Sussurrò con la voce spezzata dalle lacrime, la donna.

-Anche tu.- Ammise il castano dispiaciuto per aver fatto star così male sua madre.

-Ciao Zeke.- Lo salutò la corvina, una volta staccatasi dall'abbraccio con il figlio più piccolo.

Si avvicinò al biondo stringendo anche lui.

-Ti ho fatto una bella sorpresa, mamma?- Domandò sorridente il più alto, abbracciando la corvina.

-Sono così felice.- Ammise la donna. -Dai, entrate. Anche papà sarà sorpreso.- Disse asciugandosi le ultime lacrime.

Carla non era cambiata nell'ultimo anno, era sempre giovanile e amorevole, nonostante il trattamento del castano.

-Caro, guarda chi è tornato.- Lo chiamò la corvina richiudendo la porta d'ingresso.

Grisha era sceso dalla camera, vestito per il lavoro, puntò lo sguardo convinto di rivedere solo il biondo. Quando constatò che c'era una terza persona, e più precisamente Eren, sorrise.

-Ciao papà.- Lo salutò agitato il più piccolo.

Grisha si avvicinò al castano, felice anche lui, di rivederlo.

-Eren.- Mormorò prima di abbracciarlo. -Sei tornato.-

-Mi dispiace di essermene andato.- Sussurrò ricambiando la stretta col padre.

-Dispiace anche a noi. Non abbiamo nemmeno parlato, o cercato di andare d'accordo.- Aggiunse la madre, sentendosi in colpa per il comportamento avuto con il fidanzato del figlio.

Eren si staccò dall'abbraccio, mentre ripensava alla domanda fatta al fratello ore prima.
Voleva raccontare ai genitori di Levi?

In quel momento, si udirono in lontananza le campane. Segnavano le nove, Zeke e Grisha dovevano scappare, nonostante il padre volesse trascorrere più tempo con il figlio appena ritrovato.

-Tranquillo, papà, avremo tanto tempo per parlarne.- Lo rassicurò il castano.

Così Eren restò in casa con la madre, e pensò bene di aiutare Carla a cucinare.

-Saremo solo noi due, a pranzo.- Spiegò la donna avvicinandosi ai fornelli. -Ti vanno i cheeseburger?- Sorrise in seguito.

-Si!- Esclamò abbracciando la donna da dietro. -Ti voglio bene, mamma.- Sussurrò con le lacrime agli occhi il castano

Dopo più di un mese, riusciva di nuovo a piangere, la madre era stata assente nella propria vita per troppo tempo ed il ragazzo era contento di averla ritrovata.

-Anch'io Eren.- Replicò congiungendo le mani su quelle del giovane.


Verso mezzogiorno madre e figlio si sedettero a pranzare, erano i cheeseburger più buoni di sempre.
E non solo perché Carla cucinava divinamente, ma perché mangiare con la madre rendeva tutto più buono.

-Come state? Tu e Levi?- Chiese la donna volendo trovare un modo per perdonarsi il comportamento dell'anno prima.

Eren, per poco, non si strozzò con il panino, perché in quel momento la madre domandava l'unica domanda a cui non avrebbe mai voluto rispondere?

-Non stiamo bene.- Confessò triste il ragazzo.

-Che cosa è successo?- Chiese allora la madre preoccupata. -Ne vuoi parlare, tesoro?-

Eren si passò una mano sulla fronte, gli risuonava ancora nella testa quella dannata domanda.

'Voglio o non voglio?'


// La mia ossessione per i polipetti🐙 mi ha portato anche a disegnarmi una cover😂 (ecco cosa mi ha tenuta occupata oggi pomeriggio😂🐙)

I'm in love with polipetto🐙😍

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