42. -'Dream'-

1.5K 211 185
                                    

Levi salì in auto scoppiando in lacrime, il castano era andato via, aveva deciso di voltare pagine e ricominciare da capo con qualcun altro, forse, e lontano da lui.
In auto, aveva sentito lo sportello aprirsi, ed in quel momento, il corvino, aveva capito che l'avrebbe perso se non si fosse deciso a chiedergli scusa.

Forse era già troppo tardi, ma doveva scusarsi per i propri errori. Eppure in quel momento sembrava una presa in giro, anche per l'uomo, comprendeva il modo di fare del giovane e finalmente ammise che la colpa di tutta quella situazione era solo sua.

Levi voleva a tutti i costi avere ragione, era stato testardo e per colpa sua aveva perso il ragazzo che amava. Credere che fosse Eren a tradirlo, a metterlo da parte e a non esserci mai per il corvino, lo facevano sentire meno a disagio.

Quando, se avesse ammesso fin da subito che stava sbagliando e si fosse calmato, il castano sarebbe ancora lì con lui. Oppure sarebbe stato meglio dirgli subito dello sconosciuto e chiedergli di suo fratello.

Il professore strinse il volante piegandosi su di esso, trattenne dei singhiozzi rumorosi, ma permise alle lacrime di sgorgare lungo le maniche della camicia.

Calmatosi, almeno per guidare, riaccese il motore avviandosi verso casa sua.
Non aveva fatto altro che incolpare il mondo, tranne che l'unico responsabile della situazione.

Non aveva rimasto più nessuno. Un tempo poteva dire di avere degli 'amici' o, quantomeno, dei colleghi, c'erano i migliori amici di Eren e lo stesso Eren.
Era solo come gli aveva dichiarato la sconosciuta, la quale identità era quasi certamente Petra.

Ma con lei non voleva prendersela, a prescindere dai suoi piani, non voleva mettere altre persone contro di lui o far credere di essere persino violento con le donne. Dopotutto la ex moglie aveva avuto le sue motivazione per scrivere al corvino, ma l'uomo doveva rifiutare fin da subito anziché stare al suo gioco.

'Sono un'idiota.' Si ripeteva mentalmente, cercando di mantenere uno sguardo fermo sulla strada.

Non voleva ripetere il 'quasi' incidente di poco prima, e rivedere quello di anni passati.
Levi sbiancò mentre la propria mente lo riportava indietro negli anni, quando era più giovane, ed in quei pochi secondi rivide tutto l'incidente che aveva provato a dimenticare riuscendoci solo negli ultimi cinque anni.

'Maledizione!' Sbottò riconoscendo la via di casa.

Parcheggiò in garage salendo in casa, quella dove sarebbe dovuto rientrare con, l'ormai, ex fidanzato. Quella dove aveva vissuto con Eren.

Si stese sul divano, portandosi le mani davanti agli occhi e ricominciando a piangere.

'Mi odio.' Si rimproverava.

Levi aveva permesso a sé stesso di allontanarsi dal castano, l'aveva trattato male ed in quel momento Eren era a casa dei genitori, forse in lacrime o forse no.
Chi poteva sapere come l'aveva presa il castano?


Il ragazzo si gettò sul proprio letto appena mise piede in casa. Prese il cellulare senza notare neanche un messaggio dal migliore amico.
Gli aveva spiegato la situazione, in taxi, ma ancora non aveva visualizzato il messaggio.

Tuffò la testa sul cuscino, lasciando andare un urlo di dolore, che riuscì a mascherare. I genitori, a malapena lo udirono, ed il giovane arrabbiato con l'ex fidanzato lo insultava tra sé e sé.

'Un momento prima mi insulta. Poi mi abbraccia. Qual è il suo problema?!' Domandava a se stesso, sapendo che nessuno gli avrebbe risposto. 'Levi sei solo un bastardo! Mi hai ingannato anni fa, a scuola, credevo potesse funzionare, ma mi sbagliavo. Sono stato stupido io a fidarmi, ma ora non mi interessa. Io non tornerò da te!'

-Tesoro? Noi usciamo.- Lo informò la madre bussando alla porta.

Eren si ricompose in fretta, aprendo la porta. Abbracciò Carla, salutandola.

-Ti ho preparato qualcosa, è in forno.- Disse la corvina lasciando un bacio sulla guancia del figlio.

-Grazie.-


La notte, Levi, si ritrovò solo. Era già un mese, che viveva senza Eren, ma ancora era incerta la loro relazione.
Quella era la prima notte che poteva definirsi da solo, e senza più il fidanzato. Il più piccolo non sarebbe tornato.

Il corvino si diresse in camera da letto, stendendosi sul letto matrimoniale, quella notte avrebbe dovuto dormirci con Eren. Levi voleva abbracciarlo, stringerlo a sé e proteggerlo, ma desiderava anche sentirsi avvolto dalle braccia del castano, stretto al petto di Eren e protetto dal più alto.

Il cuore del corvino perse un battito sapendo che quelle notti non sarebbero più tornate, e che in quel momento il ragazzo poteva star abbracciando e proteggendo qualcun altro.
Ma non gliene faceva più una colpa.

Chiuse gli occhi addormentandosi, e augurando al più piccolo la felicità e l'amore che lui non era stato capace di dare.


La mattina seguente, l'uomo si risvegliò di soprassalto, era agitato ed aveva la fronte imperlata di sudore. Era una delle poche notti, che riusciva a dormire, anche senza Eren. Ma non aveva dormito bene, un brutto sogno l'aveva turbato dall'inizio fino alla fine di quel riposo.

Il professore decise di alzarsi e prepararsi per il lavoro, si fece una doccia dimenticandosi di quel 'sogno' e rilassandosi per una trentina di minuti.
Uscì dal bagno, controllando l'orario, ancora tre ore e sarebbe dovuto essere in classe.

Aveva due ore di viaggio, ed il fatto di dover andare proprio nella città dove Eren abitava non lo mettevano di buon umore.

'Spero di non incontrarlo.' Nemmeno Levi avrebbe saputo dire come avrebbe reagito.

Poteva scoppiare a piangere ancora, o andare a parlargli. Qualsiasi fosse stata la sua scelta, ne avrebbe sofferto.


//🤔se i polipetti saranno con me, e mi daranno la forza, potrei anche aggiornare più tardi🐙🐙\\

WhatsApp 2    //EreRi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora