57. -Jaeger-

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Levi ed Eren si avvicinavano sempre di più alla madre del corvino, erano già nell'ascensore del condominio ed il più grande era nervoso.

Si ripeteva che sarebbe andato tutto bene e che dopo qualche ora, la donna, se ne sarebbe andata.
Le porte dell'ascensore si aprirono ed i due raggiunsero il loro appartamento.

Il professore pregò di non essere travolto dall'odore del fumo, smise di pensarci percependo la mano del più piccolo stringere la sua.

Il corvino gli rivolse uno sguardo confuso.

-Dobbiamo fingere di essere fidanzati, no? Quindi ti tengo la mano.- Spiegò a bassa voce, aprendo la porta della sua ex casa.

Al ragazzo tornò in mente quando viveva insieme all'uomo, in quella casa, sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
Eren che, insieme al fidanzato, rientrava dopo una giornata di lavoro, l'unica differenza da qualche mese prima a quell'istante era la relazione dei due.

Un tempo erano una coppia, felice e vicina al matrimonio, mentre in quel momento erano l'opposto.
Due 'amici', se così potevano definirsi, da soli e infelici.

-Bentornati.- Li salutò la madre di Levi, avendo sentito la porta di casa aprirsi.

Kuchel era ancora seduta sul divano. Solo lei sapeva cosa avesse fatto per tutte quelle ore, ma al figlio non interessava saperlo.
Levi si stupì di non percepire l'odore di fumo e di come la madre non si fosse ancora voltata verso i due.

-Lui è Eren, il mio ragazzo.- Lo presentò il corvino obbligando la donna a voltarsi.

Kuchel non si aspettava di ritrovarsi di fronte un ragazzo, molto più giovane del figlio, ma non sembrava infastidita o contraria.

-Piacere di conoscerti, Eren.- Disse la corvina alzandosi dal divano ed avvicinandosi al castano.

La donna porse la propria mano, pallida come quella del figlio, al ragazzo, il quale la strinse arrossendo.

-Il piacere è mio... signora Ackerman.- Balbettò il giovane, sorridendo.

-Puoi chiamarmi Kuchel.- Rispose gentilmente la madre del corvino.

Levi era stupito dalla gentilezza della donna. Non era mai stata così, nemmeno col figlio, perché in quel momento lo era con Eren?

Il castano, intanto, osservava la figura della madre del 'fidanzato'. Era alta come l'uomo, forse era persino più bassa, assomigliava molto al professore e non sembrava rispecchiare la descrizione fatta da Levi, in auto.

Kuchel aveva dei capelli corvini, lunghi e curati, gli stessi occhi del figlio ed Eren faticava a darle un'età.

'Sembra giovanissima.' Pensò seguendo la donna ed il professore a tavola.


-Pensavo non mi avessi dato retta, ed avessi fumato.- Ammise il corvino, interrompendo il silenzio.

-Immaginavo fosse Eren ad avere problemi col fumo.- Replicò la madre mentre Levi roteava gli occhi. -Dove vi siete conosciuti?-

-Al bar.- Rispose il corvino.

-A scuola.- Ammise il ragazzo.

I due 'fidanzati' avevano parlato all'unisono, chiaramente rispondendo due cose diverse.

A Levi venne in mente una spiegazione, per salvare la situazione, e per convincere la madre. Così prese parola.

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